| SEGUICI SU seguici su Facebook seguici su Twitter youtube
venerdì 29 Marzo 2024




Fabio De Caro: il cattivo di “Gomorra” che sogna la commedia

fabio de caroFabio De Caro, 43 anni, napoletano, segni particolari: fare il cattivo. Nella serie tv “Gomorra” l’attore interpretava lo spietato Malammore, in Un Posto Al Sole è Gaetano Prisco, lo strozzino senza scrupoli che sta minacciando Peppino Canfora (alias Gigio Morra) e la sua famiglia.

Un ruolo che gli riesce particolarmente bene e a cui si è preparato a lungo: per Gomorra, ad esempio, ci sono voluti anni di allenamento, con film e libri a supporto, per entrare nel personaggio. Sarà forse per questo che Fabio De Caro è risultato così credibile al punto da essere chiamato dalla produzione di Un Posto Al Sole ad interpretare un personaggio che avrà un certo sviluppo nelle prossime puntate. Eppure dell’attore napoletano - che oggi viene ancora riconosciuto come Malammore, anche se piano piano aumentano i fan di Gaetano - colpisce subito la simpatia. Del resto lui confessa: “Il mio sogno sarebbe un giorno portare in scena una commedia”. Ma i tempi sono ancora molto molto lunghi, e lui lo sa.

Come è stato accolto nella grande famiglia di Un Posto Al Sole?

Praticamente ho ricevuto un’accoglienza di famiglia, mi hanno fatto sentire come a casa. Ho un rapporto buono con tutti, alcuni li conoscevo da prima; in particolare con Peppe Zarbo si è instaurato un bel rapporto, lui lo frequento anche al di fuori del set, ma c’è da dire che io sono entrato nel cast in punta di piedi, perché parliamo di un gruppo affiatato, tra di loro si conoscono da oltre venti anni. Giro a Napoli, la mia città, con persone straordinarie, non potrei essere più contento.

Dal boss Malammore di Gomorra, che l’ha reso famoso in tutto il mondo, allo strozzino Gaetano Prisco di UPAS. Fare il cattivo le riesce proprio bene?

Ne sono convinto anche io, non è stata una scelta la mia, me l’hanno proposto la prima e la seconda volta. Mi darò un termine ovviamente ma credo che per un bel po’ di tempo continuerò a fare questo, vorrei cimentarmi nella commedia più avanti, il bello del nostro lavoro è anche quello: interpretate tanti ruoli diversi.

Quanto è difficile interpretare un personaggio che ha a che fare con la camorra? È possibile non restare incastrati in simili ruoli? 

Di restare incastrato lo devi mettere in conto, se ti chiamano è positivo perché vuol dire che sei convincente, ma poi si pensa che sai fare solo quello. È un po’ il rovescio della medaglia, so che ci vorrà tempo per fare cose diverse.

Noi diciamo sempre che Un Posto Al Sole è una delle poche produzioni televisive da cui emerge una visione piuttosto equilibrata della città di Napoli, con i suoi lati negativi e quelli positivi. Invece, serie come Gomorra hanno avuto non poche critiche a riguardo: si è detto ad esempio che rappresenta solo il male di Napoli e anche in modo così violento da arrivare a dar fastidio. Cosa ne pensa?

Gomorra è stata una scelta editoriale, si deve essere liberi di quello che si vuole raccontare. In questo senso, massima libertà, io non sono scandalizzato. Poi c’è l’ignoranza di chi pensa che ci sia solo questo. Ma non è così: ci sono stati anche altri film che hanno messo in luce una sola parte di Napoli, quella goliardica, quella dell’arte dell’arrangiarsi, noi abbiamo raccontato una realtà che esiste e che, purtroppo, è molto peggio della finzione. Per prepararsi a interpretare questi personaggi, il cast ci ha messo anni, il successo che ha ottenuto la serie dimostra che ne è valsa la pena.

Gaetano Prisco è un po’ diverso comunque da Malammore: lui è un colletto bianco della camorra, in un certo senso, ancora più insidioso perché non ha la mano armata ma sfrutta la sua capacità di interagire con tutti.

C’è un argomento sociale ancora da trattare o approfondire in Un Posto Al Sole  o un tema a cui tiene in modo particolare?

Per il bene della mia città che amo, vorrei che venisse affrontato il tema dei giovani, per avvicinarli all’arte, che potrebbe rappresentare una valida alternativa alla strada nella nostra regione, soprattutto nei quartieri più difficili. Napoli sotto questo aspetto è piena di opportunità, ma per preparare un futuro diverso ai nostri figli, bisogna lavorare soprattutto dove il degrado e il disagio hanno preso il sopravvento: quartieri come Scampia, che conosco meglio per averci girato, dovrebbero essere messi in condizioni di avere le stesse occasioni di riscatto di zone come Vomero e Posillipo. Ma qui spetta soprattutto alle istituzioni intervenire con scuole e attività sociali, per dare una visione diversa da quella che vedono davanti tutti i giorni questi ragazzi. Invece, spesso, i quartieri malfamati vengono molto ghettizzati. Noi artisti facciamo del nostro meglio, ma ognuno a modo suo, politica, cittadini, deve fare la sua parte per il bene di Napoli.

Maria Nocerino 

© RIPRODUZIONE RISERVATA

agendo 2023 banner
Prenota la tua copia inviando una e-mail a comunicazione@gescosociale.it
tiSOStengo
unlibroperamico
selvanova natale 2020 banner
WCT banner
gesco 30 anni
napoliclick
Amicar banner 500

Archivio Napoli Città Sociale