Luca Ward: così diverso da Matteo

 

Luca WardGutturale, profonda. La voce di un vero macho. Chi se non lui, Luca Ward, avrebbe potuto doppiare i “duri” del grande schermo, da Russell Crowe nel Gladiatore a Keanu Reeves nella trilogia di Matrix, per non parlare di Pierce Brosnan in quattro episodi della saga di James Bond.

In radio ha prestato la voce a Sandokan e a Diabolik ma l’abbiamo visto anche a teatro, al cinema e in tivù, dove è stato protagonista di diverse fiction. Infaticabile, serio, attore vecchio stampo e, indubbiamente, un uomo affascinante. Come il Matteo che interpreta in Upas, che ha fatto perdere la testa a Marina (Nina Soldano) e sta facendo traballare il rapporto della sua vita, uno di quelli che ci hanno tenuti inchiodati a Un posto al sole per vent’anni: l’amore per Roberto Ferri (Riccado Polizzy Carbonelli).

Ward, come andrà a finire con Marina?

Matteo entra nella vita di questa donna in maniera casuale e senza forzature, perché è una donna che ha un passato, una sua vita, un suo uomo e lui va a rompere gli equilibri ma non lo fa neanche apposta… Si ritrovano insieme per cose sgradevoli, che li porta a unirsi e a fare corpo unico. Ma uno come Matteo non può dividere una donna con un altro uomo, e  questo vale anche per Ferri. È un momento di grande indecisione, soprattutto da parte di lei.

E il pubblico per chi tifa?

Il pubblico si spacca a metà, c’è chi vede bene il nuovo e poi ci sono i superfedelissimi che vogliono mantenere in piedi la coppia Ferri-Marina. In generale fanno sempre grandi complimenti.

Ma Matteo in realtà chi è?

Piano piano si capirà un po’ meglio. Sono un personaggio che va e viene.

Lei come lo sta affrontando?

Con grande senso di responsabilità. Bisogna sempre stare molto attenti a come si interpretano certi ruoli. È  vero che sono abituato a vestire i panni di personaggi abbastanza problematici:  in questo caso quello di Matteo ha una responsabilità molto importante, era un alcolista, beveva e non sappiamo bene se perché aveva perso la moglie. Ancora oggi il suo passato lo conosciamo poco, non sappiamo se fosse un medico, un impiegato di banca o qualcosa di diverso. Ci stiamo ancora lavorando e cercando di capire dove stiamo portando questo personaggio.

Chi le piacerebbe che fosse?

Io volevo fare il pilota di linea. Potrebbe essere un ex pilota o un agente segreto o uno dei Ros. Comunque è un personaggio molto affascinante. Ho sempre ricoperto ruoli abbastanza tosti. Sono quelli che piacciono e fare quello tormentato non è facile ma è più bello e più appassionante.

Dato il suo curriculum di attore, è facile identificarla con Matteo. Ma nella vita reale lei com’è?

Sono l’opposto di Matteo. Ho avuto i miei problemi ma certo non li ho affrontati nell’alcol. In famiglia mi chiamano “l’azienda”: sono impegnativo, non ci sto mai, corro come un pazzo, caratterialmente sono molto aperto alla famiglia, ai giovani.

C’è sui social?Ha un buon rapporto con i giovani?

Ho i social e li uso per il lavoro. Sulla mia pagina ufficiale si ride, si scherza, si danno notizie ai ragazzi, si cerca di mettere on line qualcosa di positivo. Sento molto la vicinanza con i giovani, li ho a cuore, sono il futuro. Ho due figli giovanissimi e una ragazza di 35 anni, sento molto le loro problematiche. Tutti parlano tanto dei giovani ma poi non gliene frega nulla a nessuno, invece vanno sempre incoraggiati. Oggi soffrono di tante cose: dal futuro incerto, alla precarietà del lavoro. Basti pensare che un tempo se andavi alla stazione di servizio a fare benzina c’erano almeno tre-quattro uomini che ci lavoravano, oggi è tutto fai da te. Quando ci fermiamo a un self abbiamo rubato un posto di lavoro. Invece a me piace andare al check in all’aeroporto, mi piace la comunicazione reale. Metterei una tassa sui robot…

A proposito: come va nella vita reale con Riccado Polizzy Carbonelli (Roberto) e Nina Soldano (Marina)?

Sono attori che sanno fare bene il loro mestiere, due persone fantastiche, di grande educazione e con un grande senso civico. Parliamo spesso ma non di lavoro, della famiglia: abbiamo vissuto le stesse esperienze, con loro ho ritrovato degli amici. Sto attraversando un periodo molto complesso per quanto riguarda il lavoro, sono spesso in viaggio anche all’estero. Riccardo mi manda i messaggi vocali per non disturbarmi e per informarsi su come sto.

I suoi colleghi dicono spesso che Upas è come una grande famiglia…

Infatti sono stato accolto benissimo, ho ritrovato anche i tecnici Rai di una vita. Upas mi ricorda papà (l’attore e doppiatore Aleardo Ward), le cose bellissime della mia infanzia, mamma che lo aspettava fuori alla Rai. I colleghi sono tutte persone belle e molti sono attori di teatro bravi da paura. E poi la produzione di Un posto al sole ha un’organizzazione straordinaria, che consente a un attore come me, sempre in movimento, di restare.

Che sta facendo, mentre gira Upas?

D’estate sono con Sergio Muniz e Paolo Conticini nelle piazze più importanti d’Italia con il musical Mammamia nella versione italiana. Io faccio la parte dell’avventuriero. A dicembre saremo al Sistina di Roma, mentre a Napoli stiamo cercando il teatro adatto.

Che rapporto ha con Napoli?

Un rapporto meraviglioso da sessant’anni. Da ragazzo venivo a fare le corte alle ragazze napoletane, sensualissime. È una città che conosco molto bene, mia moglie ci ha lavorato per molti anni. È una città di casa. Ho letto dell’incremento del turismo del 30 per cento ed è una cosa che mi ha fatto un piacere immenso: i napoletani dovrebbero vivere di rendita per le bellezze che ha la loro città. Purtroppo sento sempre tante promesse da parte della politica… Prendiamo per esempio Bagnoli, che ha una delle spiagge più belle del mondo: mi fa veramente arrabbiare pensare che cosa sarebbe quell’area pulita e bonificata per tanta gente, creerebbe anche lavoro. Poi dicono che il Pil non cresce.

Ida Palisi

© RIPRODUZIONE RISERVATA