Una vigilessa dalla parte delle donne

vigilessa mariellaMariella Altieri è la vigilessa di Un Posto al Sole, assegnata al Comando dei Vigili Urbani della sezione dove lavorano anche Guido e Otello. Spigliata e capace, si è rivelata un valido aiuto per il comando, districandosi con professionalità anche nelle situazioni più complicate. Ne parliamo con Antonella Prisco, l’attrice napoletana che la interpreta.

Il personaggio di Mariella Altieri è quello di una donna pratica e diretta nella vita professionale ma molto insicura a livello personale. Quanto ha in comune con lei?

Diciamo che ho poco in comune con il mio personaggio. Professionalmente cerco di essere come lei: puntuale, eticamente corretta, leale con i suoi colleghi. La sfera privata, invece, mi vede molto diversa: ho le mie insicurezze come tutti, ma non cerco un principe azzurro che le risolva. E poi, io non avrei mai iniziato una relazione nell’ambito del mio lavoro! 

Mariella, come molte persone, ha  paure e insicurezze soprattutto per quel che riguarda il suo aspetto fisico. L’essere presentata come una donna non molto appariscente l’ha infastidita o portato dei dubbi? E il pubblico, come ha reagito?

Da attrice non mi pongo questi problemi: presto il mio corpo e la mia recitazione e che il risultato sia percepito in una maniera piuttosto che in un’altra per me è un complimento, significa che sono uscita fuori da me! In questo senso il mio lavoro mi piace moltissimo: interpretare un personaggio è come conoscere un’altra persona che ti fa scoprire anche lati nascosti di te. Mariella, poi, funziona anche grazie al lavoro degli autori: le sue paure la rendono umana e le persone che magari condividono paure o insicurezze si ritrovano facilmente nel suo  bisogno di sentirsi accettata per quello che è. In questo senso  la dichiarazione fatta da Guido a Piazza Carlo III acquista un valore importante: quando ti innamori, ti innamori anche degli eventuali difetti della persona.

Spesso sul set di Upas i personaggi femminili si scontrano con una società non pronta ad accogliere appieno i loro diritti: c’è chi deve scegliere tra l’essere una mamma, una moglie e una professionista; chi deve fare i conti con il suo lavoro e quello del suo compagno… E il suo personaggio, qual è la sfida che sta affrontando?

Essere etichettata come zitella! Un uomo arrivato ad una certa età senza una relazione stabile diventa uno scapolone, un eterno ragazzino… Una donna, invece, se è sola è perché è uno scarto. La sfida di Mariella è sovvertire questa definizione sociale, muovendosi poi in un ambito professionale pieno di uomini dove una donna non sempre è benvoluta o vista come una persona capace.

Se dovesse scegliere un altro tema sociale su cui impegnarsi anche sul set di Upas, quale le piacerebbe?

Sicuramente sceglierei ancora una tematica femminile e mi piacerebbe metterla assieme all’integrazione. Penso, ad esempio, alle donne migranti che arrivano in Italia e che come i loro uomini devono confrontarsi con un mondo non proprio pronto ad accoglierle. Gli uomini si concentrano sulla ricerca di un lavoro, di una modalità pratica per vivere, ma secondo me alle donne tocca un compito più arduo. E io vorrei restare dalla loro parte.

RRF

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