Michelangelo Tommaso: il mio Filippo difenderà i pluralismi

michelangelo tommaso copiaDa una parte c'è Filippo Sartori: bravissimo ragazzo (forse troppo), calmo e protettivo, sempre in giacca e cravatta. E dall'altra Michelangelo Tommaso: bravo anche lui, certo, ma molto più dinamico e reattivo. Lontano per un po’ dal set di Palazzo Palladini, l’attore ci svela perché e ci anticipa come si muoverà il suo personaggio nelle prossime puntate.

Ha raccontato che prima di esordire nella parte del giovane Filippo Sartori, studiava legge e progettava di diventare un avvocato. Ci racconta come è arrivato alla tv e al cinema?

Ci sono arrivato tramite un provino che ho fatto dopo uno spot: per quella parte, un piccolo ruolo, in realtà non mi presero ma devono esser rimasti colpiti perché quando è nato il personaggio di Filippo mi hanno rintracciato e richiamato. E oggi, non so più se esiste un prima di “Un Posto al Sole”!

Filippo e Tommaso, quante analogie ci sono?

Le analogie sono davvero molte, soprattutto nelle prime stagioni. Poi mano a mano Filippo è diventato più cupo e sofferente e in questo mi sento piuttosto distante da lui: sono, infatti, più reattivo e più dinamico del mio personaggio.

Estremamente gentile e compito nei modi anche quando deve affrontare situazioni difficili: ecco Filippo, protettivo ma non preponderante anche nel suo legame con Serena. Ha apprezzato questa scelta degli autori o avrebbe preferito in alcuni casi, ad esempio quando la sua compagna ha subito la violenza fisica e psicologica da parte di Tommaso, che il suo personaggio dismettesse i panni del bravo ragazzo?

Avrei preferito sì! Ne abbiamo parlato molto perché avevo sentito il personaggio snaturato, quasi avesse preso una piega troppo pacata e fosse imbrigliato nel suo stesso carattere, ma bisognava dare un contraltare a Tommaso e fornire un equilibrio nella storia. Eppure, secondo me, la reazione sarebbe dovuta essere più forte e il personaggio di Serena avrebbe dovuto denunciare la violenza subita: credo, infatti, sia sempre necessario superare la paura e fare luce su quanto accade.

La violenza sulle donne non è l'unica problematica con cui il personaggio di Filippo ha dovuto confrontarsi: un'infanzia difficile, la necessità di farsi una posizione da solo, l'assenza di una figura paterna cui affidarsi davvero, addirittura la perdita di un figlio.  C'è uno di questi argomenti che l'ha vista più coinvolto o sul quale pensa ci sia bisogno di sensibilizzare maggiormente le persone?

Sicuramente io sono molto meritocratico: non ho mai voluto raccomandazioni né ho mai cercato scorciatoie  e considero il ricorrere a questi mezzi come una piaga dell'Italia. Non conosciamo i nostri diritti e non li sappiamo far rispettare e il mio desiderio sarebbe, banalmente, quello di aiutare a diffondere la cultura della meritocrazia e della linearità, cosa che faccio anche nella mia vita privata. C'è poi il tema della perdita di un figlio che mi ha toccato molto e l'ho considerata come una storia difficile ma che siamo riusciti a raccontare bene.

Anche il cinema si è accorto del suo talento: con il ruolo di Paolo nel film “Saturno contro” diretto da Ferzan Özpetek, ad esempio . Affiancherà al ruolo in “Un Posto al Sole” nuove esperienze?

Quella con  Özpetek è stata un'esperienza bellissima ed emozionante e mi piacerebbe eccome ripeterla! Sto investendo molto nella recitazione ed è il motivo per cui alle volte il mio personaggio sparisce per qualche tempo. Mentre lui è via dalle scene, io sono a New York dove da un paio d'anni seguo dei corsi estremamente interessanti che mi arricchiscono professionalmente e personalmente.

Tornando invece a Palazzo Palladini, c'è un tema sociale che le piacerebbe venisse affrontato nelle prossime puntate?

Posso già dire che Filippo avrà un ruolo importante nell'affrontare i pluralismi e questo mi rende molto orgoglioso. Penso anche che forse potremmo affrontare le diversità di fede, tema toccato solo quando il personaggio di Viola si avvicinò alla chiesa, una buona intuizione che va ripresa perché anche se ci si assume dei rischi sono certo che si potrebbe fare un buon lavoro. Mi piacerebbe, infine, si riaffrontasse il tema della prostituzione e della tratta in maniera più vasta: è una problematica che merita attenzione e che mi vede sempre interessato anche per raccogliere storie e testimonianze.

RRF

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