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Sabato 20 Aprile 2024




Una risata vi seppellirà!

marzio honoratoNel cast di Un Posto Al Sole sin dalla prima puntata, Marzio Honorato veste i panni del pedante Renato Poggi, ma fuori dal set napoletano calca le tavole del palcoscenico ed è stimato interprete del grande schermo, la sua passione. A noi racconta dell’importanza della famiglia e di quella di ridere, ridere, ridere.

Renato è al centro di una realtà familiare che oserei dire complessa: è padre di Niko, un ragazzo adottato, nonno responsabile di Jimmy un bambino piovuto un po’ dal cielo e finchè Adriana era nella sua vita Giulia, la sua ex moglie, ne è stata amica e complice: un bell’esempio di famiglia allargata potremmo dire. Corrisponde anche alla sua idea di famiglia? Verso cosa si sta muovendo la nostra società?

Direi di sì. Rispecchia non solo la tendenza moderna della famiglia, ma anche un ideale verso cui credo che la famiglia contemporanea debba tendere, un ideale quasi francescano (in riferimento al nostro Papa) che contempla l’apertura, l’accoglienza -pur nel rispetto, naturalmente. E l’idea che Renato, il mio personaggio, conservasse buoni rapporti con la sue ex moglie è figlia proprio di questa scelta, di questa convinzione, oltre che della possibilità di un più semplice riavvicinamento in futuro, con Giulia. In controtendenza con le soap più tradizionali, Un Posto Al Sole cerca di rappresentare un modello nuovo, tracciare una strada, far conoscere insomma anche realtà diverse senza naturalmente demonizzarle, dare in un certo senso una patente di civiltà nuova ad un paese molto legato alla tradizione cattolica come il nostro.

Renato è anche il papà di Niko e Angela, ciascuno dei due ha fatto scelte nella vita forse non del tutto condivise dal petulante Renato, noto per le sue idee conservatrici. Cosa deve fare un genitore? Guardare da lontano? Indirizzare un figlio? Imporgli delle strade?

Il dubbio e le paure di Renato sono quelle di qualunque genitore: un padre deve sempre barcamenarsi seguendo la sua coscienza, senza lasciarsi troppo coinvolgere, cercando di rimanere freddo ma dando il buon esempio ai propri figli. Chi può dire cosa è giusto o cosa è sbagliato? Credo che ai figli bisogna sempre dimostrare, dimostrarsi sempre e solo con i fatti. E anche con un po’ di ironia, con qualche risata. Non dimentichiamoci che stiamo facendo sempre uno spettacolo e come tale deve essere recepito dal pubblico: credo che il messaggio, sia esso un figlio o il pubblico a casa vanga recepito di più e meglio se stemperato con un po’ di sana ironia. La risata svela sempre la verità.

Lei è nel cast di Un Posto al Sole sin dalla prima puntata, ma lavora tanto anche fuori, al cinema, in teatro. Qual è la differenza tra questa due realtà, si sentirebbe di dire che ne preferisce una?

Se devo scegliere, beh, preferisco il cinema. Ne amo i micromovimenti, quelli della costruzione della scena cinematografica, le maggiori possibilità che offre quelle cioè di fare le cose ‘più in grande’, ma Un Posto Al Sole è un progetto che mi vede sempre, molto divertito: Renato per Marzio (ma questo vale per ciascuno di noi) è un secondo personaggio che nella vita mi accompagna, una specie di alter ego a cui bene o male si finisce per affezionarsi  e si interiorizza al punto da sovrapporre quasi vita e fiction. Personalmente non leggo mai il copione prima di girare, mi piace lavorare all’impronta e interpretare tutto in quella chiave di commedia, che io amo. Questo mi consente di non annoiarmi e di ‘resistere’ sul set di Un Posto Al Sole. Se non mi divertissi lascerei la fiction, così come ho sempre fatto             quando un progetto non mi piaceva più. Ma grande merito va dato non solo al mio personaggio e alla libertà di interpretarlo, ma anche a tutti coloro che lavorano per la costruzione di questo progetto. C’è una grande squadra dietro la realizzazione di Un Posto Al Sole.

Un Posto Al Sole tratta spesso tematiche sociali: c’è un tema a riguardo che le piacerebbe interpretare? O comunque un argomento che le piacerebbe venisse trattato nella soap?

In tanti anni direi che i nostri autori hanno affrontato praticamente tutti i temi sociali:  dalla droga alla violenza della camorra passando per l’omosessualità e la violenza sessuale. Si tratta di un lavoro attento che prende spunto dalla cronaca quotidiana: c’è chi lavora proprio in questo senso nello staff, procedendo a leggere, analizzare, conoscere, insomma a ‘monitorare’ quanto accade in città, nel paese ogni giorno ed evidenziare così le tematiche più scottanti. Non credo che esistano temi sociali più o meno importanti, non si può fare una gerarchia: in ciascuna famiglia accadono cose che posso sembrare più o meno gravi a seconda delle circostanze che ci si trova a vivere, ognuno ha i suoi piccoli, grandi drammi.

SHG

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