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Qualcosa la accomuna al personaggio che interpreta da più di un decennio in “Un Posto al Sole”: Giulia Poggi, la coraggiosa fondatrice del centro di ascolto intitolato a Rita Giordano. Marina Tagliaferri è una delle testimonial del progetto di Save the Children “W la scuola” contro la dispersione scolastica, sostenuto da Sisal e dal Comune di Napoli, presentato oggi a Palazzo San Giacomo alla presenza di tantissimi ragazzi delle scuole napoletane.
Gli sceneggiatori della fiction di Rai 3 sono sempre più attenti ai temi sociali, specie con gli ultimi episodi incentrati sulla figura di Nunzio, un ragazzo che, ammaliato dal fascino della vita di strada, finisce per abbandonare i banchi di scuola. Nulla di più attuale in una città come Napoli che conta oltre 1.200 bambini e adolescenti che rinunciano prematuramente allo studio, sin dalle elementari (dati Istat rielaborati da Save the Children).
Che messaggio vuole lanciare oggi a questi ragazzi?
“Salvare i ragazzi” significa salvare la vita. Dico a questi ragazzi di chiudere gli occhi e riaprirli per vedere il loro futuro, li invito a vivere la scuola come una bellissima avventura che li poterà a diventare persone mature e consapevoli. Quello che manca è proprio la consapevolezza, quella che ti fa andare avanti e superare le difficoltà, un professore che non ti capisce, un compagno di banco scomodo, un contesto familiare problematico. Difficoltà che non possono portare un ragazzo a rinunciare alla sua vita, al suo futuro.
Quale deve essere secondo lei il ruolo della scuola in questa “presa di coscienza”?
Il ruolo degli insegnanti è determinante. È la scuola che deve contribuire alla costruzione di questa consapevolezza per i ragazzi. Insieme ai genitori, anche loro spesso carichi di problemi e responsabilità, i professori sono i principali attori di questo processo. I giovani sono il nostro domani, sono i futuri medici, professionisti, politici. Loro ancora non lo sanno, ma sono il futuro.
M. N.
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