Per Michelangelo Tommaso Upas è “l’occasione di una vita”

Intervista all’interprete di Filippo Sartori sulla sua carriera di attore

michelangelo-tommasoFilippo Sartori entra in scena nella sesta stagione di Un posto al sole, e il suo viso da bravo ragazzo rapisce il pubblico della fiction, soprattutto quello composto dalle giovani telespettatrici. Il successo è stato una scoperta inaspettata per Michelangelo Tommaso, l’attore che interpreta l’amministratore delegato dell’impresa Palladini, che rivela: “Upas è stata l’occasione di una vita”.

Come è stato il tuo esordio in Un posto al sole?

Il mio destino si prospettava quadrato: studiavo legge e probabilmente avrei fatto l’avvocato come era stato organizzato dai miei. In fondo però speravo con tutto me stesso di fare l’attore. Seguivo alcuni laboratori teatrali e avevo fatto una pubblicità per la tv. Così ho avuto una chance di fare un provino per Upas e il fatto che fossi “carino” mi ha aperto la strada per la fiction. È stata l’occasione che mi ha cambiato la vita. Ho vissuto l’ingresso in Upas con la felicità assoluta del sogno nel cassetto che si realizza. Tra l’altro ero spettatore della fiction e passare dall’altro lato dello schermo è stato molto gratificante. Da allora sono entrato e uscito dalla fiction varie volte e in tutto ci lavoro da oltre dieci anni: ormai è parte di me.

Come vivi il rapporto conflittuale padre-figlio raccontato da Filippo?

Il rapporto oppositivo con i genitori è qualcosa che accomuna tanti giovani. Anche tra Filippo e il padre c’è conflitto, ma ci sono anche grandi momenti di incontro e morbidezza, sebbene il fatto che Ferri abbia un’indole spietata e diffidente conduca i due a “navigare a vista”.

Michelangelo in cosa è simile a Filippo?

Anche io sono una persona coerente e corretta, a tratti moralista. Per il resto non mi ritrovo in Filippo che è un po’ “sfigato”. Per fortuna la mia vita è molto diversa, sono meno rigido e più giovane, anche perché chiaramente non ho vissuto tutte le esperienze provanti che ha vissuto il personaggio.

Filippo continuerà ad essere così “sfigato” o ritroverà Carmen?

Filippo non ritroverà Carmen, ma per lui arriveranno tante novità positive a partire da due new entry: il cugino e una presenza femminile che rappresenterà un cambiamento divertente che lo farà “ringiovanire”.

Come Filippo, anche tu in Upas hai fatto tante nuove amicizie…

Upas è un’esperienza totalizzante per tutto lo staff. Sul set sono nate tante amicizie e tanti amori. Anche per me in questo momento Upas è molto più che un lavoro…

Anche il tuo incontro con Napoli è stata “una prima volta”?

Prima non la conoscevo affatto, ora la sento come la mia seconda città perché vivo tra qui e Roma. È una città che apprezzo molto perché dà spazio a tante forme di libertà a partire da quella artistica, d’altra parte conserva forme di pregiudizio che mi piacciono meno. Adoro l’apertura sul mare, i tramonti dietro la collina di Posillipo che trasmettono suggestioni uniche al mondo.

Napoli ha anche una faccia meno suggestiva: quella dei rifiuti tossici e della camorra di cui ti sei fatto interprete...

Napoli è un teatro a cielo aperto. Un posto al sole drammatizza le dinamiche sociali che ci sono in città e lo fa attraverso un racconto “sporco”, non patinato come avviene in altre fiction. Dopo Gomorra quello delle discariche era un argomento sdoganato, ma raccontarlo al vasto pubblico della tv e è stata una scelta coraggiosa di grande responsabilità. Mi ha fatto molto piacere raccontare la lotta contro un atteggiamento malavitoso che caratterizza parte degli italiani.

Upas ti ha aperto le porte anche al cinema…

Prima di Upas avevo fatto piccole esperienze cinematografiche, poi è arrivato un ruolo di media importanza in “Saturno Contro” di Ferzan Ozpetek. Lavorare con uno dei miei registi preferiti a fianco a grandi attori è stata un’esperienza meravigliosa da cui ho appreso tantissimo. Mi piacerebbe lavorare ancora per il cinema, anche per questo uno dei miei prossimi progetti è quello di continuare a formarmi con una scuola estiva negli Stati Uniti.

Cosa consigli ai giovani che vogliono fare il tuo mestiere?

È un lavoro difficile in cui ricevi tante porte sbattute in faccia. A chi crede fermamente di voler fare questo lavoro consiglio di non perdersi d’animo, di inseguire questo mestiere con umiltà e disciplina studiando e preparandosi tanto.

Alessandra del Giudice

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