Eroina a Penn Station: quando l’american dream muore a New York

penn staionQuando il 2 febbraio del 2014, Philip Seymour Hoffman, lo straordinario interprete di “Capote”, ruolo che gli valse un Oscar come migliore attore nel 2005, fu trovato morto nel suo appartamento per un’overdose di eroina e cocaina, la discussione sull’escalation del consumo di stupefacenti smise di essere un fatto saltuario.

Dopo anni in cui il mercato della droga, soprattutto di eroina, era diminuito, gli USA, come altri Paesi si trovano oggi ad affrontare una crescita della dipendenza e, conseguentemente, una recrudescenza, soprattutto nelle grandi città, del fenomeno dei “senza tetto” in zone brutalmente trasformate in aree di spaccio e di consumo. A peggiorare la situazione, negli Stati Uniti è stata negli anni, la “leggerezza”, chiamiamola così, con cui sono prescritti, in molti casi, gli antidolorifici oppiacei, fra cui il Fentanyl e l’Oxycodone, che producono in moltissimi casi dipendenza.

Nel 2015 sono state 33mila le vittime di overdose da oppiacei e circa due milioni coloro che soffrono di dipendenza. Il passaggio dal Fentanyl o dall’Oxycodone all’eroina o ad altre droghe è, spesso, inevitabile. E New York, che in passato ha conosciuto in maniera concreta le conseguenze di un consumo massiccio di stupefacenti, con i suoi parchi più belli disseminati di aghi e un tasso di criminalità altissimo, ha visto, dal 2016, salire le morti per overdose in maniera drammatica proprio per l’arrivo in città di massicce quantità di oppiacei sintetici illegali.

Finora, tuttavia, grazie anche a un’opera di recupero di tutti i quartieri della città che, negli ultimi anni, si conferma sempre come la metropoli più sicura degli Stati Uniti, almeno visivamente, questa crisi resta invisibile agli occhi dei più. Per vedere aree chiaramente segnate dallo spaccio e dal consumo, bisogna recarsi in qualche quartiere specifico del Bronx o di Staten Island, perché zone che fino pochi anni fa erano ancora “difficili”, come Bushwick (nella parte settentrionale di Brooklyn), ora sono nel pieno di un processo di “gentifrication” che ha portato qui giovani nuclei familiari, studenti e artisti con la conseguente apertura di nuovi locali, la ripulitura del quartiere e l’aumento dei prezzi degli affitti.

Due aree, però, sembrano resistere alla riqualificazione di New York e sono la zona di Penn Station, alla 34ma strada, a pochi blocchi da Macy’s, e quella di Port Authority, a ridosso di Times Square. Si tratta per lo più di grandi aree di snodo ferroviario e di bus a lunga percorrenza che portano qui molti tossicodipendenti provenienti da altre città e stati, alla ricerca di dosi a poco prezzo e di posti dove dormire. Addirittura, proprio nella zona di Penn Station, all’incrocio con l’Ottava Avenue, c’è un McDonald che da anni, senza che si sia mai riusciti a cambiare la situazione, è un centro di spaccio e di consumo sotto gli occhi di tutti. Nel 2015, infatti, il New York Times, pubblicò un articolo in cui raccontava una tipica serata all’interno del fast food, caratterizzata da scene al limite dell’orrore e della tragedia. Le ragioni per cui proprio quel McDonald sia diventato un centro di ritrovo per i tossicodipendenti è che, proprio a poca distanza, c’è un centro per la distribuzione del metadone e anche perché qui si vendono dosi di eroina per poche decine di dollari. Ai tavoli, fra gli sguardi perplessi dei turisti (solo a Penn Station passano circa 600mila persone al giorno) che non sanno di essere entrati nel “Paradiso della droga”, come viene chiamato questo McDonald’s, si consumano, in tutta tranquillità, alcolici e antidolorifici a base di oppiacei. Qui si può incontrare anche Rebecca Conklin di Thomasville in North Carolina, arrivata con suo marito circa due anni fa in cerca di una nuova vita, dopo essere diventata dipendente dagli antidolorifici mentre studiava per diventare infermiera: per ora quella nuova vita è uguale alla vecchia, in attesa che accada un miracolo alla 34ma strada.

Angela Vitaliano

Qui il reportage di Napoli Città Solidale sulle droghe e  i servizi pr le dipendenze a Napoli

http://www.napolicittasolidale.it/portal/reportage/168-modelli-di-consumo-e-servizi-integrati-per-le-dipendenze.html