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Scomparso nel dicembre di 3 anni fa a 64 anni, Mario Petrella lascia la moglie Paola Rescigno e i figli Stefano, Valeria e la piccola Chiara.
Psichiatra, attivo nel centro di Medicina Sociale di Giugliano negli anni ‘70, fu tra i protagonisti della complessa fase di dismissione dei pazienti dai manicomi e si adoperò nelle iniziative per il superamento dell’ospedale psichiatrico Frullone. Grande esperto di dipendenze patologiche Mario Petrella fu negli anni ‘80 responsabile pubblico dell’Aleph, progetto per il sostegno e il recupero dei giovani tossicodipendenti nato da una collaborazione tra il servizio pubblico e il privato sociale, con la cooperativa sociale Il Calderone e l’associazione Il Pioppo. Successivamente fu direttore del Dipartimento delle Farmacodipendenze e poi del Dipartimento socio-sanitario della Asl Napoli 1.
Il suo impegno profuso a favore delle persone fragili e dei deboli è stato sempre portato avanti senza risparmio di energie, in prima linea al fianco dell’associazionismo e al crocevia tra dipendenze patologiche e disagio mentale. Dirigente infaticabile, onesto e rigoroso per il servizio pubblico, per il mondo sociale Mario Petrella è stato a lungo un punto di riferimento, un uomo che si è messo in gioco anche al di là del proprio ruolo, sempre, esponendosi anche al rischio di critiche per la sua posizione di manager pubblico. È stato accanto agli operatori sociali nelle battaglie del welfare a Napoli e non si è mai sottratto al confronto con i referenti istituzionali, mantenendo sempre un’indipendenza di pensiero e un’onestà intellettuale che l’ha reso caro a moltissime persone, al di là dei loro ruoli e delle posizioni ricoperte.
Autore di decine di saggi e studi di settore, negli ultimi anni si era dedicato con maggiore passione alla scrittura, dimostrando ottime doti narrative e rispecchiando nei libri, alcune caratteristiche della sua personalità: la semplicità, la chiarezza, l’ironia e la vivacità di opinione caratterizzano le sue pubblicazioni così come hanno distinto la sua personalità.
Ha pubblicato per Homo Scrivens il volume “Aspettando il 112” scritto insieme con gli amici Giovanni Attademo e Sergio D’Angelo con cui ripercorre la traccia dell’impegno sociale profuso negli ultimi 30 anni a Napoli. Per la stessa casa editrice è uscito postumo il romanzo "I tre mustang azzoppati": un libro con tratti autobiografici in cui uno psicoterapeuta sui generis incrocia donne e uomini dalla personalità disturbata che si rendono protagonisti di vicende amorose e di situazioni alquanto singolari. Infine con Giovanni Attademo ha firmato per Gesco Edizioni il volume “Una leggera brezza tra i miei capelli. Un libro sulla formazione-intervento nella relazione d’aiuto per operatori socio-sanitari”, uscito nel gennaio 2017.
Guarda la clip dedicata a Mario Petrella