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venerdì 19 Aprile 2024




Premio Fausto Rossano, ad Officine Gomitoli l’incontro sulle seconde generazioni

Ospiti il presidente di Afro-Napoli Antonio Gargiulo e lo psichiatra Mauro Maldonato 

rossano primo giorno 3Si è conclusa la prima giornata del Premio Cinematografico Fausto Rossano, giunto quest’anno alla sua quinta edizione. Dopo una mattinata dedicata alla proiezione delle opere in concorso nella sezione Laboratori, nel pomeriggio, nella sede del centro interculturale Officine Gomitoli, si è tenuto il dibattito dedicato ad uno dei temi principali di questa edizione, le seconde generazioni di migranti.

Ad aprire l’incontro è stata la proiezione del cortometraggio in concorso Il Mondiale in Piazza (15’, Italia) di Vito Palmieri. Dopo l’esclusione dell’Italia dai mondiali di calcio, in un paesino della Puglia, un gruppo di giovani decide di organizzare un mondiale alternativo. Ma le cose iniziano a complicarsi quando dei ragazzi di origine straniera, nati però in Italia, intendono proporsi per giocare nella squadra azzurra. L’accesso gli viene negato ed ecco allora che i ragazzi si iscrivono al campionato come “Italia 2”.

In seguito alla visione del cortometraggio è intervenuto il presidente della squadra multietnica Afro-Napoli United, Antonio Gargiulo che ha raccontato la propria esperienza e risposto alle numerose domande provenienti dal pubblico. In particolare, in relazione ai giovani migranti, Gargiulo ha sottolineato le enormi difficoltà nei tesseramenti per i minori stranieri, di fatto discriminati dalle leggi sportive.

È intervenuto poi lo psichiatra e professore di psicologia clinica all’Università Federico II di Napoli, Mauro Maldonato con una riflessione sulle implicazioni psicologiche dell’essere migranti, sul “non essere più” ed il “non essere ancora” di chi vive il trauma di dover abbandonare i propri affetti per una ricerca di vita migliore.

L’intervento di Maldonato introduce la proiezione del cortometraggio La follia degli altri (15’, Italia) di Francesco Merini. Un lavoro attraverso il quale il regista, presente al dibattito, ripercorre l’operato del padre, Alberto Merini, tra i primi etnopsichiatri d’Italia e tra i primi studiosi a porsi il problema di come poter aiutare persone provenienti da altre culture affette da disagio mentale.

A concludere l’incontro, c’è stata poi la testimonianza di una mediatrice di Officine Gomitoli, Ismahan Hassen. Di origine tunisina, Ismahan è nata e cresciuta a Caserta ed ha raccontato di quanto sia stato difficile per lei convivere ed ha volte quasi dover scegliere tra il suo essere tunisina e l’essere italiana.

La serata è proseguita con la proiezione delle altre opere, al Teatro AvaNposto Numero Zero, dove anche nella giornata di domani, mercoledì 3 aprile, verranno presentate gli altri film in concorso.

Giovanna Amore

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