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venerdì 29 Marzo 2024




Martina: «Quegli anni a scuola tra angosce e frustrazioni. Oggi realizzo i miei sogni aiutando i miei ragazzii»

Martina Di Gennaro«Le medie per me sono state un incubo, senza ombra di dubbio il periodo più buio della mia vita». A soli 20 anni Martina Di Gennaro ha le idee molto chiare sul suo percorso. Lei è una che ha dovuto sbattere più volte la testa contro il muro dei pregiudizi e dell’ignoranza, ma alla fine non solo quel muro lo ha sgretolato, ne ha anche usato i mattoni per costruirsi un futuro radioso.

Per lei la diagnosi di dsa è arrivata in ritardo e anche un po’ per caso. «In seconda media i miei professori non facevano che ripetere “è intelligente ma non si applica”. E il fatto che fossi intelligente complicava solo la situazione, perché di conseguenza ero ancor più colpevole di non raggiungere i risultati attesi». La cosa incredibile è che Martina ha scoperto di avere disturbi specifici dell’apprendimento solo grazie al suo oculista.

«In quegli anni stavo iniziando ad usare gli occhiali - spiega - fu proprio il dottore a consigliarmi una visita specialistica. Aveva intuito che ci fosse un problema di dsa». Detto fatto, di li a poco per la giovane è arrivata una diagnosi di dislessia e discalculia.

«Quando me lo hanno messo nero su bianco - aggiunge - mi sono sentita libera, per me è stata una rinascita. C’era finalmente una spiegazione alle mie difficoltà. Sino a quel momento mi ero sentita come in prigione, di li in poi avrei avuto la possibilità di cambiare le cose. La verità è che mi ammazzavo di fatica per ottenere la metà di quello che ottenevano i miei compagni». La diagnosi ha aiutato Martina anche ad essere vista con occhi diversi dai professori, ma non per questo i problemi sono spariti nel passaggio dalle medie al liceo. «Io ho iniziato il mio percorso alle superiori - racconta - facendo il liceo scientifico. A dire il vero i miei insegnanti delle medie ritenevano che avrei dovuto optare per un istituto professionale. Ma io ho la testa dura, e sono andata avanti per la mia strada». Percorso in salita ancora una volta a causa di professori per nulla intenzionati a diversificare le prove e utilizzare il Piano didattico personalizzato Pdp (come previsto per legge), né di consentire a Martina di usare gli ausili necessari. «Una tragedia - ricorda la giovane - mi facevano ripetere i concetti studiati davanti alla classe, ancora e ancora. La cosa mi mortificava. Potevo scegliere se cambiare scuola o essere bocciata. Sono andata altrove, ho scelto come indirizzo scienze applicate, ed è andata meglio. Anche nella nuova scuola la dislessia sembrava essere un mistero, ma almeno i professori avevano voglia di aiutarmi. Non smetterò mai di ringraziare il mio professore di matematica, Aldo Oropallo, che addirittura mi preparava alle verifiche degli mp3 per spiegarmi la materia». Oggi Martina si è lasciata le difficoltà della scuola alle spalle e ha fatto tesoro dei tanti problemi vissuti diventando lei stessa un tutor specifico dell’apprendimento. «Ho fatto della mia difficoltà un lavoro e ottengo grandissime soddisfazioni. Riesco ad entrare in empatia con i ragazzi che seguo, perché quelle difficoltà sono state anche le mie. Attraverso i loro successi, realizzo i miei sogni».

Raffaele Nespoli