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Giovedì 25 Aprile 2024




Mamacoca

di Alessandra del Giudice 

mammacocaIl nome fa riferimento alle divinità e ai riti dell’America Latina. Lavora in incognito Mamacoca, è il servizio del Dipartimento Dipendenze della Asl Na 1 Centro finalizzato alla riduzione dei possibili danni derivanti da uso di cocaina realizzato insieme al gruppo di imprese sociali Gesco. Diretto dalla psicologa e psicoterapeuta Chiara Cicala vede la collaborazione di cinque operatori di Gesco con i medici dei SerD che svolgono consulenze mediche direttamente a Mamacoca.

La sede del progetto è segreta, gli orari di accesso sono quelli pomeridiani-serali ed è giusto che sia così: Mamacoca lavora “in incognito” nella piena tutela della privacy e dei bisogni dei consumatori di coca. L’offerta sanitaria infatti si è aggiunta, integrandosi, ai servizi sanitari tradizionali per le dipendenze come il SerD a cui gran parte dei consumatori di cocaina socialmente integrati quali professionisti, studenti, imprenditori, non si rivolgono temendo di essere riconosciuti nel proprio territorio e stigmatizzati. 

Il servizio ha aperto al pubblico a luglio 2010; fino a febbraio 2012 con un orario ridotto e solo alcuni giorni di apertura. A partire dall’inizio della gara d’appalto, a marzo 2012, ha aperto per 5 giorni a settimana con gli attuali orari di apertura.

Il progetto Mamacoca inizialmente è stato divulgato con volantini informativi costruiti ad hoc in modo da essere particolarmente accattivanti distribuiti nelle scuole, nelle Università, nelle librerie, negli uffici e nei luoghi del divertimento. In sette anni le visite al sito sono state in circa 65000 e i test per un primo automonitoraggio del proprio consumo, presente sul sito, 725. A oggi all’incirca 220 utenti sono stati seguiti nel centro, per più della metà di queste persone, alla consulenza individuale o alla psicoterapia individuale è stata affiancata una consulenza familiare, con la famiglia di origine o più spesso con il coniuge o il partner. Con altre 100 persone sono state effettuate consulenze telefoniche e/o via mail. Circa il 60 % dell’utenza si colloca tra i 30 e i 44 anni; più dell’80 % lavora. La metà circa degli utenti è coniugato o convive e ha figli. “Se nel passato per l’alto costo la cocaina era considerata la droga dei ricchi, dei calciatori e dei politici - spiega Chiara Cicala - ora che il costo è sceso, il suo consumo si è molto diffuso e raggiunge tutte le classi sociali. Nel 2010 sempre più nei servizi tradizionali accedevano persone con problemi di consumo di cocaina, ma i SerD non erano adatti alle loro esigenze infatti la frequenza del SerD da parte di queste persone era discontinuo.

Il progetto offre prestazioni di counseling individuale e familiare, gruppi di auto e mutuo aiuto, consulenze mediche e sociali, psicoterapie familiari ed orientamento ad altri servizi e invio ad altre strutture qualora ce ne sia bisogno. Negli anni il servizio ha attirato un grande interesse a livello nazionale ed è stato applaudito in numerosi convegni che riuniscono operatori del settore”.

La finalità di Mamacoca non è necessariamente smettere l’uso della sostanza, a meno che questo non sia l’obiettivo dell’utente, ma modificarne le modalità d’uso per ridurre i danni là dove il consumo di cocaina crea problemi rispetto agli obiettivi di vita della persona: alla sua salute, alle relazioni di coppia e familiari, al lavoro. Infatti la persona si reca al servizio quando si genera una crisi rispetto ad uno o più aspetti fondamentali della sua vita.

 “La persona arriva da noi spesso con un familiare- continua la responsabile - perché in quella fase della sua vita sono entrati in crisi degli equilibri. Insieme operiamo una valutazione dei disagi che avverte e realizziamo interventi e terapie con i familiari per trovare negoziazioni possibili su nuove modalità di utilizzo. Nell’affrontare il problema valorizziamo l’esperienza che la persona ha maturato nel rapporto con la sostanza e la sua capacità di autoregolarsi. Oltre alle consulenze individuali ottimi risultati riscontriamo in chi partecipa al gruppo di auto mutuo aiuto in cui ci si confronta e si creano rapporti significativi”.

Spesso l’abuso di coca è collegato all’abuso di alcol: circa il 40% dell’utenza di Mamacoca fa un uso di cocaina accompagnato da un consumo importante di alcol. Se la persona è prima di tutto dipendente dall’alcol viene inviata ai SerD, se l’alcol non balza in primo piano il policonsumo viene affrontato sempre da Mamacoca con le stesse modalità. Per la dipendenza da gioco d’azzardo associata all’abuso di cocaina i numeri sono più bassi, ma l’atteggiamento del servizio è la stessa rispetto al policonsumo di alcol e coca: si valuta la dipendenza preminente per scegliere attraverso quale servizio aiutare la persona.

“Il SerD territoriale per me è stato negativo al massimo - racconta F. 43 anni, libero professionista - perché  devi frequentare il centro nel luogo dove sei cresciuto e vivi e ti conoscono tutti. Mamacoca mi garantisce e mi garantirà la riservatezza che non avevo. Infatti essere additato come tossicodipendente è sbagliatissimo. Mamacoca ti dà la piena libertà: non stabilisce un orario, un percorso obbligatorio, ma in qualsiasi momento sai che puoi ricevere un supporto e quindi dopo un po’ diventa un punto di riferimento. Anche se ho smesso da mesi infatti continuo a frequentare il centro una volta a settimana”.

“Da quando ho smesso ho riportato la serenità nella famiglia - conclude F. - , prima tutta la mia giornata era dedicata al pensiero di quando avrei consumato coca, anche il mio stipendio se ne andava quasi completamente per l’acquisto della droga, spendevo anche 200 euro al giorno e alla mia famiglia davo il minimo indispensabile. Oggi riesco a godermi un pranzo al ristorante, un viaggio e soprattutto i miei affetti che prima consideravo nemici perché mi tenevano lontani dalla sostanza. Il consiglio che darei a chi si trova nella mia situazione è chiedere aiuto ai propri cari e a professionisti competenti come quelli di Mamacoca”. 

“Ho iniziato a consumare saltuariamente coca a 18 anni - racconta R., 33 anni che ha un negozio ben avviato - poi cinque anni fa sono arrivato a consumarla giornalmente, ogni scusa era buona per fuggire in cantina a tirare da solo, avevo il carving. E’ entrato in crisi il rapporto con mia moglie e ho rischiato di mandare all’aria il mio negozio sul quale avevo investito tanto. Con la nascita del mio secondo figlio mia moglie si è insospettita e mi ha fatto fare delle analisi da cui è risultata la mia dipendenza. Inizialmente abbiamo cercato di risolvere il problema da soli, ma è addirittura peggiorato. Due anni fa ci siamo rivolti a Mamacoca e grazie al servizio è un anno che non faccio più uso di droga. In particolare mi è stato molto utile partecipare al gruppo di auto mutuo aiuto, oggi con alcuni compagni del gruppo usciamo insieme”.

Intervista a Chiara Cicala

Le testimonianze degli utenti di Mamacoca

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