Una giornata per i bambini? Andiamo a Ikea

LavangaRaffaella Lavanga abita nel quartiere Sanità, è madre di Andrea (4 anni) e Stefano (20 mesi) ed è un’educatrice in cerca di lavoro

Che tipo di scelta hai fatto per l’educazione dei tuoi figli (nido, rete familiare, babysitter). E perché?

Quando ho avuto il primo figlio ho dovuto rinunciare al lavoro perché non ce l’avrei fatta a sostenere i costi di una babysitter e non ho nessuno su cui poter contare. Così, il primo me lo sono goduto fino a tre anni poi l’ho mandato alla materna; il secondo è andato a nido a 18 mesi. Ora che le cose sono apposto ed è cominciata la refezione, vorrei provare a rimettermi sul mondo del lavoro, ma non è semplice. Io sono una educatrice e la mia scelta del nido giusto è stata particolare: potevo mandarlo al Lezzi alla Sanità ma è un nido Pac, gli educatori che conoscevo sono cambiati quest’anno, era una incognita, così ho preferito, con grande sacrificio, un nido fuori Municipalità (il Cairoli) perché lì ho avuto l’opportunità di conoscere il personale educativo.

Che risorse ha il tuo territorio: oltre a nidi e ludoteche, ci sono punti di riferimento come aree attrezzate, verde, giostrine e altro per i più piccoli?

C’è una ludoteca comunale ai Miracoli, ma è per bimbi dai 5 anni in su. C’erano delle giostrine a piazza Cavour ma oggi resta solo uno scivolo senza barriere laterali e con un manto usurato, che risulta pericoloso per i bambini, infatti si dovrebbe dichiarare inagibile. Se fosse stato curato e custodito sarebbe stato anche un bel giardinetto, ma ora non resta quasi nulla, lo spazio è stato quasi completamente devastato. Un altro piccolo parco sta ai Miracoli e resiste, è abbastanza pulito e tenuto bene. Il nostro principale punto di riferimento comunque è l’Orto Botanico che, però, è chiuso alle mamme. Essendo dell’Università fa orari di ufficio, è chiuso nel weekend è aperto solo per iniziative (bellissime tra l’altro). Non c’è un accesso per i bambini, possono accedere solo i portatori di handicap dalla scala, che, stando alla direzione dell’Orto, è invece pericolosa per i passeggini. Nonostante tutti questi problemi, lo frequentiamo abbastanza, non abbiamo molte alternative.

Dove porti i tuoi bimbi?

Oltre all’Orto Botanico, non c’è molto altro nel mio territorio, come dicevo. Io, per fortuna, sono una mamma attiva, porto i miei figli fuori dal quartiere, a Santa Lucia o alla Floridiana. Mi arrangio.

Ci sono ristoranti, luoghi di ritrovo, che hai trovato particolarmente accoglienti per le esigenze dei bambini nella tua zona o in generale in città?

Questo manca in tutta la città, se vogliamo trascorrere una giornata in tranquillità con i bambini andiamo a Ikea, unico posto in cui ci sono fasciatoio, area bimbi, punto per allattare…Non c’è in tutta la città un solo posto dove i genitori possano prendere una cosa da bere e tenere i figli accanto, in un’area giochi o ludoteca dedicata. Di pizzerie e ristoranti, non parliamo proprio.

Il tuo quartiere, secondo te, è a misura di bambino?

Napoli non è a misura di bambino, io me la cavo perché sostanzialmente esco dal mio quartiere. Ma alla Sanità, la stragrande maggioranza delle famiglie tiene i figli in casa, al massimo questi bambini li vedi affacciarsi al balcone. È un po’ triste, ma a Napoli i bambini non sono considerati cittadini, non puoi neanche camminare con il passeggino per la strada. Una nota positiva è che qualcosa negli ultimi anni si sta muovendo: sono nate delle librerie per bambini, ad esempio, ma parliamo sempre di centro o Chiaia, nella parte della città in cui io vivo c’è poco.

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