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Giovedì 25 Aprile 2024




Napoli deve imparare da Bologna

FabricatoreChiara Fabricatore, mamma di tre bambini, 6, 4 e 2 e mezzo. Imprenditrice, gestisce un B&B e vive al centro storico

Che tipo di scelta hai fatto per l’educazione dei tuoi figli come madre lavoratrice (nido, rete familiare, babysitter). E perché?

Noi abitiamo al centro storico e abbiamo a lungo cercato scuole che fossero adeguate alla nostra vita e quella dei nostri figli. Soprattutto per il primo, Lorenzo, abbiamo girato tanto, tra pubblico e privato. La prima volta abbiamo scelto un nido familiare, non il classico nido quindi ma una casa (“A casa di Francesca”, ndr), dove il piccolo è rimasto per 5-6 mesi; a due anni è andato a “Lo cunto de li cunti”, una scuola con un metodo esperienziale e montessoriano, ma molto rigida; dopodiché abbiamo provato la pubblica, “La Martinella” a via Tarsia dove Lorenzo è entrato come anticipatario, ma anche lì, abbiamo trovato che i metodi fossero un po’ antichi, nonostante facessero partecipare molto le famiglie. Alla materna è andato alla “Oberdan”, una scuola pubblica che sta a pizza del Gesù, che pure non ci ha convinto completamente ma ha finito lì il percorso. Per le elementari abbiamo scelto il convitto Vittorio Emanuele, dove ci troviamo molto bene. Di conseguenza, reduci da questo trascorso, con gli altri due figli già sapevamo e abbiamo fatto scelte diverse. L’ultimo frequenta l’asilo “Dalla parte dei bambini” del Corso Vittorio Emanuele.

Che risorse ha il tuo territorio: oltre a nidi e ludoteche, ci sono punti di riferimento come aree attrezzate, verde, giostrine e altro per i più piccoli?

Quasi nulla, pensa che io, e tantissime mamme come me, ci ritroviamo in piazza Dante, la nostra piazza di riferimento, un luogo molto ampio completamente di cemento e senza un po’ di verde, però almeno è pedonalizzato. Le giostrine di Santa Chiara, che pure sarebbero vicino casa nostra, sono fatte male. Io viaggio molto, Bologna è una delle mie città di riferimento, lì gli spazi sono pensati per i bambini, noi napoletani ci accontentiamo di poco e quel poco che abbiamo non sappiamo valorizzarlo. Altri posti che frequentiamo: la FOQUS ai Quartieri, aperta anche di pomeriggio al territorio.

Dove porti i tuoi bimbi, che posti frequentate?

Durante la settimana piazza Dante, come dicevo; nel weekend giriamo Capodimonte, Bagnoli, la Floridiana, ci piace molto partecipare alla vita associativa, le associazioni spesso organizzano cose anche se sono po’ per tutti, se sei un genitore “smart” ci vai, ti adatti. Un altro posto che ci piace è la Vigna di San Martino, un posto privato, ma che apre con alcune attività dedicate ai più piccoli in alcuni periodi dell’anno, come la vendemmia a cui noi partecipiamo sempre.

Ci sono ristoranti, luoghi di ritrovo, che hai trovato particolarmente accoglienti per le esigenze dei bambini nella tua zona o in generale in città?

Non ce ne sono di ristoranti al chiuso, come in altre città europee. Io avevo anche pensato di aprirne uno un tempo, in cui ci fosse uno spazio dedicato ai genitori e bambini insieme. Qui, quello che c’è, vede una separazione netta tra bambini e adulti che, soprattutto per quelli più piccoli, non va bene perché i bambini vogliono vedere i genitori, e viceversa. Perciò, quando possiamo, andiamo in locali all’aperto, dove i piccoli possano stare fuori.

Il tuo quartiere, secondo te, è a misura di bambino?

No, io sono del Vomero, ho scelto il centro storico per vivere, mi potrei ritrasferire ma non penso di farlo, perché, se è vero che lì avrei una maggiore tranquillità e forse anche più servizi, non ci sarebbe quella vivacità e quel fascino del centro storico, con le sue piazze, le sue chiese, i suoi palazzi, che secondo me solo questa parte della città è in grado di avere per grandi e piccini.

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