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Giovedì 28 Marzo 2024




Verde e aree gioco negati

Il vicesindaco Del Giudice: “Manca una comunità educante”

bambini 2Sullo sfondo dei servizi alla prima infanzia c’è anche la questione degli spazi pubblici verdi. Parchi, aree verdi attrezzate, e ancora di più giochi e giostre per i più piccoli a Napoli sono cosa rara. Di certo, non c’è un’aria verde ad ogni angolo di strada, come in altre città, e anche quello che c’è non gode di buona salute.

Le aree per bambini, poi, dove ci sono, risultano vandalizzate e comunque non recintate, come un sistema di messa in sicurezza e protezione per i bambini dovrebbe prevedere. Giostrine e iniziative significative sono, nella maggioranza dei casi, frutto dell’iniziativa di privati o associazioni.

  • I parchi

Virgiliano

Secondo la mappa dei parchi del Comune di Napoli, insistono sul territorio cittadino 53 spazi verdi, distribuiti in modo molto eterogeneo nelle dieci municipalità cittadine: si passa dai due parchi della Quarta e della Decima Municipalità alle dieci aree verdi della Sesta. Ma funzionano realmente questi parchi, in che stato si trovano, sono accessibili ai più piccoli? Buona parte delle aree verdi di Napoli versa in condizioni di abbandono o sottoutilizzo (come il Parco De Filippo a Ponticelli o quello delle Repubbliche Marinare a Barra), in stato di degrado (è il caso del Parco Camaldoli Sud a Pianura) o costante rifacimento dopo atti di vandalismo e devastazione (il Peter Pan Park, riaperto da poco a Fuorigrotta), quando non rappresentano vere e proprie discariche a cielo aperto (Villa Letizia a Barra).

La verità è che l’elenco che si trova sul sito dell’amministrazione comunale è fermo a dieci anni fa, per cui molti dei parchi segnalati esistono solo sulla carta, di fatto sono chiusi o inagibili. Qualche esempio dal centro alla periferia della città: il Parco Mascagna, i famosi giardinetti di via Ruoppolo amatissimi dai vomeresi; il Forte di Vigliena a San Giovanni, che costituisce anche una testimonianza storica della nostra città, cantierizzato da anni in attesa di una riqualificazione mai avvenuta; il Parco Falcone e Borsellino a Pianura, chiuso da ben otto anni, in stato di totale degrado, per la cui riapertura sarebbero stati stanziati dal Comune 380mila euro che devono essere impegnati entro fine 2018.

Giardinetti piazza Nazionale

La responsabilità della maggior parte di questi parchi (definiti di quartiere) è delle Municipalità, che dovrebbero provvedere alla manutenzione. Ma succede che l’ente Municipalità non abbia né fondi né strumenti per occuparsene. “Dovremmo provvedere a mantenere gli alberi ad alto fusto e rappresentano la stragrande maggioranza – spiega l’assessore delegato della IX Municipalità, Tommaso Nugnes – ma i nostri giardinieri hanno competenze e attrezzature solo per curare quelli a basso fusto. Ecco qui il paradosso che rispecchia la condizione in cui si trovano le Municipalità rispetto all’ente comunale”.

Ci sono casi in cui quello che è verde pubblico per il Comune, oltre a non essere curato affatto, è addirittura utilizzato per altro scopo (come il Giardino storico di S. Maria della Fede, IV Municipalità, che è di fatto un parcheggio). Insomma, dall’area Nord a quella Sud, in tutta la città il verde è un lusso per gli adulti, figuriamoci per i più piccoli. E le famiglie, di qualunque provenienza o quartiere, finiscono per frequentare sempre gli stessi posti, più o meno tenuti meglio: Villa Comunale, Parco Virgiliano, Bosco di Capodimonte, Parco del Poggio, oltre al “sempreverde” Lungomare Caracciolo nella bella stagione. Restando in città c’è la Riserva naturale degli Astroni di Agnano (un’oasi WWF, non dipende dal Comune) che vale la pena visitare, ma che certo non è a portata di mano.

  • Le aree verdi recuperate alla città e quelle da recuperare

Capodimonte

Quello che sfugge alla mappatura del Comune sono alcune aree riqualificate grazie all’iniziativa di cittadini e associazioni. Un esempio: i giardinetti del Polo artigianale di via Nelson Mandela a Pianura che, un tempo discarica di rifiuti abusivi, oggi ospitano un dogs park con giochi per i cani, campi di basket e pallavolo, aree verdi con essenze arboree e piante con sistema di auto irrigazione, una grande area pic-nic dove le famiglie trascorrono ore piacevoli con i figli, oltre ad organizzarci feste di compleanno.

Accade, poi, nella città delle mille contraddizioni, che ci siano aree verdi anche molto apprezzate, come l’Orto Botanico, che vanta primati e ospita eventi promossi da varie associazioni culturali, ma che di fatto non riesce ad essere valorizzato come bene comune. Si tratta di fatto dell’unica area verde al centro storico di Napoli, dipende dall’Università Federico II, ed è aperta solo per eventi particolari e in orari di ufficio, è chiuso il sabato e la domenica, quando cioè le famiglie con bimbi piccoli ne potrebbero usufruire.

Per non parlare di altri immensi spazi assolutamente sottoutilizzati: la Mostra d’Oltremare (che insieme allo Zoo, sono dei punti di riferimento per bambini a Fuorigrotta), con tutto il suo verde, aperta solo parzialmente nel weekend (con ingresso da via Marconi a 1 euro), l’Ippodromo di Agnano, che apre per iniziative spot per i bambini ma è risulta inadeguato allo scopo, il Centro Direzionale (Poggioreale), che potrebbe essere usato per una serie di iniziative ma resta lì dimenticato e per fortuna c’è, visto che sul territorio della IV Municipalità, mancano completamente spazi gioco per i più piccoli e aree verdi per tutti. Volendo limitare il discorso a spazi che hanno al loro interno del verde, perché quello delle strutture abbandonate della città, è un capitolo a parte.

Abbiamo chiesto lumi all’assessore con delega al Verde del Comune di Napoli, Maria D’Ambrosio, che però precisa: “La delega è solo ai parchi comunali non a quelli municipali” e aggiunge: “Ci siamo insediati da poco, la prima cosa che abbiamo deciso in questi giorni è la creazione di un regolamento del verde e del nostro patrimonio arboreo. Ora stiamo ragionando quali strade seguire per metterlo a regime”. Insomma, bisogna risolvere prima le criticità, la messa in sicurezza di interi pezzi della città, prima di procedere oltre. “Anche noi vogliamo i parchi a misura di bambini, ma prima dobbiamo risolvere le emergenze”.

  • Giochi e aree attrezzate per bambini

Giostrina rotta a Santa Chiara

Giostrine e giochi per bambini, questi sconosciuti, sarebbe il caso di dire. Quando ci sono, certamente non versano in ottime condizioni o si trovano in piazze in stato di degrado. Due esempi li troviamo proprio al centro storico: l’area giochi adiacente alla fermata della Metropolitana Museo, che è di fatto un riparo per i senza dimora della zona, oltre ad avere un unico scivolo inagibile; i giochini nati qualche anno fa nel Chiostro di Santa Chiara, che risultano vandalizzati e comunque non a prova di bambino, eppure sono di fatto l’unico spazio per i più piccoli presente ad oggi nel cuore della città. Così le famiglie, costrette ad allontanarsi dal loro quartiere se non dalla città per cercare spazi per i loro bimbi, ripiegano su parchi giochi a pagamento (Liberty a Volla, Vesuviuslandia a San Sebastiano al Vesuvio, ad esempio) o sulle giostrine dei centri commerciali (quelli sì a misura di bimbo, modello Ikea). Per i bambini più grandi ci dovrebbe essere, di nuovo, pare a partire da Carnevale, anche l’Edenlandia.

In verità, a un’opera di rifacimento delle aree attrezzate per bambini (con tanto di pavimento a prova di caduta e recinzione) aveva messo mano Raffaele Del Giudice, il vicesindaco di Napoli, che fino all’anno scorso aveva in pugno la situazione, salvo poi essere delegato ad altro (ora ha la Raccolta differenziata e l’Igiene urbano). È proprio lui che ce lo racconta: “Pavimenti e recinzioni per aree attrezzate? Io le feci mettere l’anno scorso al parco del Poggio, in Villa comunale, hanno sventrato tutto. Oggi purtroppo viviamo in un tempo di comunità non educante. C’è mancata educazione, hanno distrutto o rubato giochini per i più piccoli. Si sta verificando un po’ in tutta Italia, dappertutto c’è un alto tasso di vandalizzazione, è un’emergenza”. E continua: “Quando avevo io la delega, fu creato il Parco avventura scientifica, nelle ville di Ponticelli e Scampia. Sempre per bambini costruimmo nella Villa comunale un percorso, insieme ad agronomi del comune, dove i bambini hanno imparato a riconoscere le essenze erboree”.

raffaele del giudice

Sempre Del Giudice ha da poco inaugurato il primo Centro di educazione ambientale per bambini accanto all’isola ecologica di Chiaiano, dove prima era abbandono e roghi.

Il problema principale resta la vandalizzazione. Chiediamo al vicesindaco, ex responsabile Asia, cosa si può fare. “Non molto a livello amministrativo, certo se ci dessero gli stessi soldi defli f35 (ognuno costa 100 milioni di euro), ma lo stato italiano ha deciso di investire altrove. Con i fondi si potrebbero tenere le scuole aperte di pomerio, fare percorsi di educazione civica ai piccoli e ai grandi che hanno abdicato dalla loro funzione civica. L’Italia ha fatto una scelta, hanno drenato al welfare e ai progetti i bambini, all’educazione, si potrebbe ripristinare il Servizio civile, ma anzitutto è un problema serio di educazione”.

M.N.

Gli articoli dell'inchiesta:

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