| SEGUICI SU seguici su Facebook seguici su Twitter youtube
venerdì 29 Marzo 2024




Il piano d’azione regionale di contrasto alle dipendenze patologiche

“Come far fronte al cambiamento dei bisogni”, ne parla Biagio Zanfardino

zanfardinoBiagio Zanfardino, funzionario della Regione Campania si occupa di progetti sulle dipendenze patologiche per conto della direzione regionale per la tutela della salute diretta dalla dottoressa Marina Rinaldi. L’esperto dei progetti ci spiega come sta cambiando l’uso di sostanze e qual è l’approccio istituzionale del Piano di Azione Regionale di Contrasto alle Dipendenze Patologiche regionale.

Il fondo nazionale di lotta alla droga non esiste più. Come è stato riorganizzato il sistema di servizi per le dipendenze a livello regionale? 

Entro l’estate si concluderanno gli ultimi due progetti finanziati dalla Regione con il fondo nazionale di lotta alla droga che le Regioni destinavano ai Comuni, alle Associazioni e alle Aziende Sanitarie Tramite avviso pubblico: Ragazzi Oggi 2000, un laboratorio musicale a cui hanno avuto accesso i cittadini in carico presso il Sert che si svolge nel Centro Giovanile aperto a Pianura e poi un progetto di reinserimento socio lavorativo. Lo Stato dal 2002 non ha più istituito il fondo di lotta alla droga perché quota parte lo ha inserito nei progetti della 328, l’altra quota l’ha destinato alle attività sanitarie e socio sanitarie svolte dalle aziende sanitarie. Nel 2016 è stato istituito il Piano di Azione Regionale di Contrasto alle Dipendenze Patologiche che vede protagoniste le Aziende Sanitarie con i Comuni e le Associazioni e prevede l’implementazione e il potenziamento di tutte le attività sanitarie e socio sanitarie in materia.

Cosa vuol dire consumo “patologico” e chi sono gli utenti dei servizi?

La normativa 79 del 2014 trasforma la denominazione da “servizi per le tossico dipendenze” a “servizi pubblici per le dipendenze patologiche”. I servizi per le tossico dipendenze nascono negli anni ’60 e ’70 come risposta all’uso e all’abuso di eroina. Alla dipendenza da sostanze, oggi soprattutto di cocaina e marijuana, si è affiancato l’uso di sostanze chimiche e le dipendenze cosiddette comportamentali ovvero senza sostanze, prima tra tutte la dipendenza da gioco d’azzardo che vede negli ultimi anni un aumento di cittadini in carico presso i servizi pubblici. Quella delle dipendenze è una materia trasversale di cui il servizio sanitario si occupa prevalentemente, ma va affiancato dagli altri servizi. La logica dovrebbe essere sempre trasversale di fare rete, perché il cittadino non sia identificato con quella patologia. Curata l’acuzie in cui si perde l’autonomia fisica, l’intervento finale socio-sanitario dovrebbe promuovere al trasferimento di competenza al cittadino che ha bisogni sociali, lavorativi, di integrazione. Il fine dei servizi è dunque quello di rendere il cittadino attivo, risorsa per se stesso e per la comunità. Se si guarda solo all’aspetto sanitario si corre il rischio di curare attraverso la stigmatizzazione del disturbo cosa che tende a separare la persona dagli altri invece di integrarla.

Come avviene il monitoraggio delle dipendenze in Campania?

Come Regione abbiamo il Servizio Informativo Dipendenze, costola del Servizio Nazionale sulle Dipendenze, che fa un monitoraggio sistematico sul numero degli iscritti, sull’uso delle sostanze, il numero di operatori e le qualifiche professionali. I dati sono pubblicati annualmente sul sito del dipartimento politiche anti droga nella Relazione al Parlamento. L’ultima Relazione è dell’anno 2016 sui dati del 2015. In questi giorni stiamo preparando la relazione 2017 con i dati al 30 dicembre 2016. In Campania nel 2016 avevamo 10.210 persone iscritte ai servizi, quest’anno c’è stato un aumento di quasi mille unità. Ma questo non è certo il numero di cittadini che fanno uso di sostanze, poiché tanti pur essendo dipendenti non si riferiscono ai servizi. Le sostanze più consumate sono la cocaina e la marijuana. La marijuana è l’emergenza rilevata anche dal libro bianco europeo, quale sostanza più usata in Europa. Il problema è che da un lato gira una sostanza molto più pura e quindi più potente e dall’altro viene preparata in laboratorio chimicamente. Anche in Campania negli ultimi mesi ci sono stati casi di ragazzi che hanno fumato una sola volta e sono andati in ospedale.

Chi è il dipendente da gioco d’azzardo in Campania?

Al 31 dicembre 2016 le persone dipendenti dal gioco d’azzardo solo nella Asl Napoli 1 erano 225. Un dato che va triplicato soprattutto perché la ludopatia non viene riconosciuta come un problema dagli stessi cittadini che con difficoltà accedono ai servizi. Si tratta per l’80-85 % di uomini, benché sappiamo che le donne hanno più difficoltà a riferirsi ai servizi, quindi potrebbero essere sottostimate. Molti dipendenti da gioco d’azzardo sono poli consumatori perché usano psicofarmaci e fumo.

Eppure il gioco d’azzardo viene proposto dallo Stato nonostante determini dipendenza.

La ludopatia è stata inserita nei livelli essenziali di assistenza (Lea), con riferimento alle prestazioni di prevenzione, cura e riabilitazione rivolte alle persone affette da questa patologia. Riconoscendo l’incremento della dipendenza patologica da gioco, i Comuni si stanno mobilitando da qualche anno per regolamentare l’apertura delle sale gioco con il “Manifesto dei sindaci per la legalità contro il gioco d’azzardo”. Importante la sentenza 108 del 2017 della Corte Costituzionale che si è opposta alla precedente sentenza in cui il Tar aveva impugnato una legge regionale della Regione Puglia che ha cercato di disciplinare le distanze che le sale scommesse devono avere dai luoghi sensibili dicendo che ledeva la libera concorrenza. La Corte Costituzionale invece ha riconosciuto che la regolamentazione dell’apertura delle sale gioco lontano da luoghi sensibili non ledeva il libero mercato perché era prevalente il diritto alla salute. Questa sentenza farà scuola per tutti. A tutt’oggi non c’è una norma statale anche se si sta discutendo di una legge in Conferenza Stato Regioni e in Campania c’è più di una proposta di legge.

Quale è il futuro della prevenzione e della riduzione del danno dalle dipendenze in Campania?

La Regione da un punto di vista geo morfologico è molto variegata, si va dalla città di Napoli alle fasce montane e costiere dove c’è una difficoltà materiale a raggiungere le persone con i servizi. La prima cosa che abbiamo voluto garantire con il piano di azione è dare dignità ai servizi pubblici potenziandoli e implementandoli. La Regione con il piano d’azione vuole cercare di sistematizzare i servizi presenti così da dare un’informazione corretta sulla risposta concreta ai bisogni dei cittadini. Perciò abbiamo articolato due azioni connesse a due finanziamenti separati uno dello Stato sul gioco d’azzardo e uno regionale sull’uso di sostanze. In entrambi abbiamo usato il termine “cittadini”, per sottolineare che chi ha una patologia non perde il diritto di cittadinanza. L’ulteriore sforzo va nella direzione di garantire un’offerta omogenea sul territorio: vorremmo lavorare con gli operatori delle aziende sanitarie su protocolli e procedure standardizzate. Vorremmo poi coinvolgere le comunità terapeutiche che offrono assistenza residenziale e semi residenziale, anello privato essenziale nella catena pubblico-privato. In pratica cercheremo di valorizzare l’integrazione e l’intervento di sistema, dalla prevenzione al reinserimento socio-lavorativo. Quest’ultimo in particolare risulta essenziale per i cittadini maggiormente esclusi dal sistema sociale come i detenuti dipendenti in misura alternativa. 

Alessandra del Giudice

agendo 2023 banner
Prenota la tua copia inviando una e-mail a comunicazione@gescosociale.it
tiSOStengo
unlibroperamico
selvanova natale 2020 banner
WCT banner
gesco 30 anni
napoliclick
Amicar banner 500

Archivio Napoli Città Sociale