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Domenica 1 Ottobre 2023




Sottosuolo di Napoli: croce e delizia

Ne parliamo con il geologo Gianluca Minin

gianluca mininLa Galleria Borbonica di Napoli è ritenuta a ragion veduta una delle meraviglie del mondo, eppure "esiste" solo dal 2010. L'artefice della scoperta, della bonifica e del restauro è il geologo Gianluca Minin. Con lui parliamo del Sottosuolo di Napoli, risorsa emozionale e turistica per la città, ma anche bene da monitorare e proteggere.

Fotogallery

Gianluca Minin, presidente dell'Associazione Borbonica Sotterranea è direttore tecnico della Ingeo S.r.l. che si occupa di indagini geofisiche e geognostiche delle cavità antropiche e naturali e di diagnostica delle strutture e di consolidamento.

La Galleria Borbonica è oramai diventata un'icona della città. Quante persone la visitano ogni anno.

L'Assemblea Parlamentare del Mediterraneo ha premiato la prima volta Napoli e l'associazione Borbonica Sotterranea per aver creato una meraviglia del mondo. Su Trip Advisor siamo al secondo posto su 381 luoghi da vedere assolutamente a Napoli, subito dopo Cappella San Severo. Non abbiamo contato il pubblico e sinceramente non ci interessa. La cosa che ci riempie di orgoglio è che la galleria è un luogo magico ed emozionante che le persone vogliono vedere quando vengono a Napoli. Il numero di turisti che visita la Galleria aumenta del 15% ogni anno. E' un risultato straordinario se si pensa che non esisteva prima del 2010.

Partiamo dall'inizio. Come ha scoperto questa meraviglia?

Nel 2005 stavo lavorando con la Ingeo nelle verifiche statiche del sottosuolo per il Commissariato di Governo per l'Emergenza Sottosuolo e un giorno dalle cave dell'Annunziatella scendendo da un pozzo finii nella Galleria Borbonica. In quanto cavità storica utilizzata come ex-ricovero, la galleria era di proprietà del Demanio di Stato cui chiesi e ottenni nel 2009 la prima concessione del sottosuolo di Napoli, allorquando gli altri gestori delle cavità sotterranee della città lavoravano da anni senza concessione. Poi dopo un anno di lavori di pulizia, bonifica e restauro realizzati insieme agli altri 6 soci lavoratori dell'associazione e a tantissimi volontari di ogni età, nel 2010 la Galleria è stata aperta al pubblico.

Oggi è possibile effettuare tanti percorsi nella galleria e assistere anche a spettacoli…

Nel 2010 ha aperto il percorso "Standard", dopo una anno quello "Avventura" che si effettua su una zattera che percorre un canale di acqua creatosi a seguito di una falda nella galleria dell'ex linea tranviaria realizzata per i Mondiali del '90 poi abbandonata.

Poi c'è il percorso "Speleo": come dei veri speleologi dotati dell'attrezzatura tecnica si possono esplorare i cunicoli dell'antico acquedotto fino alle meravigliose cisterne, ancora parzialmente riempite d'acqua e decorate con simboli misteriosi. Nel 2013 Tonino Persico un simpatico novantenne mi contattò e mi raccontò di alcuni ambienti della galleria in cui scampò durante la guerra che ancora non avevo trovato e seguendo le sue indicazioni dietro un muro di terra alto 15 metri, dopo 3 anni di scavi, abbiamo trovato il percorso che dal palazzo Serra di Cassano conduce all'ingresso del parcheggio Morelli. Oggi il percorso "La via delle Memorie" parte dal cortile ottagonale del palazzo Serra di Cassano dove c'è la famosa scala del Sanfelice e passando per l'ex falegnameria si scende per una scala lunga 115 gradini e si arriva nelle cave del palazzo per poi scendere ancora nell'acquedotto rinascimentale della bolla e giungere alla galleria borbonica.
Anche gli eventi ci stanno regalando grandi soddisfazioni, siamo aperti alle proposte e scegliamo in base alla loro qualità e alla serietà delle associazioni coinvolte.

Quali sono le prossime sfide?

Tra due tre settimane riprenderemo a scavare per creare un palco per realizzare concerti sull'acqua. Invece un progetto approvato dalla Soprintendenza e dal Genio Civile, ma ancora non realizzato, è quello di un museo-shop per esporre tutti i reperti trovati nel sottosuolo in questi anni che vanno da fine ottocento alla seconda guerra mondiale.
Recentemente le cavità del sottosuolo sono passate dal Demanio al Comune di Napoli con il quale stiamo rinnovando la convenzione onerosa, ma del museo ancora non se ne parla. Abbiamo vinto tante sfide ed è triste bloccarsi per le lungaggini burocratiche.
C'è da sottolineare che nonostante paghiamo la concessione, stiamo lavorando da 11 anni senza alcun finanziamento e continuiamo ad investire privatamente non solo negli scavi, ma anche nella manutenzione ordinaria del sottosuolo di tutta l'area. Eliminiamo una media di 3 infiltrazioni l'anno dovute alle perdite delle reti idriche, spesso di quella pubblica, che, se non fossero "curate" potrebbero far cedere i palazzi sovrastanti.

Il Comune dovrebbe occuparsi del monitoraggio e del restauro delle cavità per garantire la sicurezza dei cittadini e la tutela dei palazzi storici? A maggior ragione andrebbe fatto un piano pensando alle onde sismiche che stanno affliggendo l'Italia…

Dal 2008, quando sono esauriti i soldi del Commissariato di Governo, non c'è più stato un monitoraggio pubblico. Il Comune non ha i soldi per inviare dei tecnici specializzati, che effettuano verifiche statiche e consolidamenti solo se incaricati da privati e condomini.
I condomini dovrebbero essere obbligati dalla legge alle verifiche statiche del proprio palazzo, magari favoriti da sgravi fiscali e velocizzando le procedure burocratiche per gli interventi.
Al contempo ci dovrebbe essere una manutenzione del sottosuolo costante da parte del Comune perché se agisci tempestivamente i costi sono minimi, altrimenti crescono incredibilmente.
Un altro problema è che il Comune di Napoli ha un database bidimensionale che raccoglie tutte le cavità conosciute, mentre la verifica sismica degli edifici- penso in particolare a quelli di pregio architettonico come teatri, accademie, musei e a quelli di utilità pubblica come scuole, ospedali-, andrebbe fatta considerando il sottosuolo in 3 dimensioni: in caso di terremoto solo una visione tridimensionale farebbe capire se l'onda sismica viene amplificata o ridotta dalle cavità sotterranee. Al momento io mi sto occupando, senza alcun mandato, di realizzare il rilievo tridimensionale di tutte le cavità, circa un centinaio, della collina di Monte Echia. Ma il rilievo andrebbe fatto in tutta Napoli.

Crede che a Napoli ci siano rischi concreti di crollo dei palazzi storici e di quelli moderni in caso di terremoto? 

Napoli è una città potenzialmente fragile, sia perché antica, sia perché non c'è manutenzione.
Per quanto riguarda i palazzi moderni costruiti durante l'espansione urbanistica degli anni '50 e '60 sono abbastanza sicuri poiché costruiti in cemento armato con pali profondi nel sottosuolo, infatti non hanno subito grandi danni con il terremoto dell''80.
Più a rischio è il centro storico della città composto da palazzi del '700 e dell''800 fatti con mura grosse, ma con la malta che col tempo si è degradata molto. A ciò si aggiunge  che le reti idrica e fognaria napoletane sono vecchie e soggette a danneggiamenti continui. Oggi ti accorgi di un problema solo quando c'è una voragine, invece solo frequentando il sottosuolo costantemente si può agire prima del danno. Bisogna curare e coccolare il patrimonio storico ed edilizio della città perché è ciò che garantisce la sicurezza dei cittadini e che porta i turisti in città.

Cosa pensa del rinnovato timore dei napoletani rispetto ad una presunta eruzione del Vesuvio? 

Napoli ha un vero e concreto rischio legato ai Campi Flegrei, non al Vesuvio, sia in termini di terremoti che di potenziali eruzioni vulcaniche. Nel 1980 Pozzuoli si sollevò di 3 metri, e in molti erano sicuri che ci sarebbe stata l'eruzione, non ci fu. Tuttavia non è da escludere che la zona, ricchissima di crateri, possa eruttare in futuro, basti pensare che nel 1500 eruttò il Monte Nuovo. Possiamo dire che al momento viviamo in un periodo fortunato.

Alessandra del Giudice 

Info: http://www.galleriaborbonica.com/

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