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venerdì 19 Aprile 2024




Napoli, aumentano le denunce dei casi di omofobia

antonello sanninoLa Giornata internazionale contro l'omofobia, la bifobia e la transfobia è una ricorrenza promossa dall'Unione Europea, celebrata il 17 maggio di ogni anno dal 2004. L'obiettivo è quello di prevenire il fenomeno dell'omofobia e in tal senso promuovere eventi e sensibilizzare le persone: noi ne parliamo con Antonello Sannino, presidente di Arcigay Napoli.

L'omofobia è la paura e l'avversione irrazionale nei confronti dell'omosessualità, della bisessualità e della transessualità, e quindi delle persone omosessuali, bisessuali e transessuali basata sul pregiudizio. L'Unione Europea la considera analoga al razzismo, alla xenofobia, all'antisemitismo e al sessismo. Questa giornata celebra anche il primo importante passo fatto, il 17 maggio 1990, verso una società più rispettosa dei sentimenti, della dignità e della libertà delle persone: proprio oggi, 26 anni fa, l’omosessualità fu ufficialmente rimossa dalla lista delle malattie mentali nella classificazione internazionale delle malattie pubblicata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità.

Qual è la situazione a Napoli in questo momento?

C'è un report recente e molto interessante dell'Arcigay Napoli in merito: dice che le denunce di casi di omofobia sono aumentate raggiungendo le cifre di Roma. Ciò non significa che Napoli è improvvisamente diventata omofoba ma che il lavoro fatto sul territorio ha permesso ai giovani di prendere maggiore coscienza dei propri diritti e la forza, il supporto necessario per vederli rispettati. Un tempo due ragazzi che venivano picchiati perché si erano baciati in pubblico o tenuti per mano non avrebbero denunciato con facilità: avrebbero avuto molte reminiscenze di sensi di colpa, si sarebbero sentiti, anche senza che gli fosse completamente chiaro, dei provocatori. Oggi invece denunciano perché c'è più consapevolezza e presenza: nelle scuole, ad esempio, con la circolare del MIUR si stigmatizza il fenomeno del bullismo omofobico e ci sono iniziative a contrasto. Questo è molto importante perché nelle persone adulte ancora oggi riscontriamo un percorso di omofobia interiorizzata: magari ci sono coppie che stanno insieme da anni e che, soprattutto nei casi in cui si ha un lavoro, un ruolo pubblico come può essere quello dell'insegnante, non ammettono né in famiglia né tra amici o nell'ambito professionale, la loro relazione, come se dovesse essere omessa.

Il XVI Congresso nazionale dell’Anpi, Associazione Nazionale Partigiani d'Italia, appena concluso ha visto l'approvazione degli  emendamenti del documento politico a favore della Lotta all’omofobia e alle discriminazioni, un percorso promosso proprio dal comitato Anpi partenopeo dietro proposta della stessa Arcigay di Napoli. Come è nata questa iniziativa?

È importante vedere riconosciuti sempre  i valori della Resistenza e della nostra Carta Costituzionale: l'omofobia è una forma di fascismo e come tale va combattuta.

Lei è responsabile nazionale sport Arcigay e il CONI ha appena annunciato la modifica del proprio Statuto: sarà inserita una nota specifica sul  contrasto all’omotransfobia. Un segnale del genere quanto è importante?

Avevamo chiesto più di tre anni da una posizione chiara in merito e ora sembra siamo arrivati ad un primo grande cambiamento sociale. È necessario che ce ne siano altri: dopo la legge per le Unioni Civili abbiamo visto una recrudescenza dei reati omofobici, come è accaduto a Gaeta, ad esempio e come è successo anche in Paesi culturalmente vicini a noi dopo l'approvazione di provvedimenti di questo tipo. Sarebbe dunque necessario che la legge Mancino del 1993, il principale strumento legislativo che l'ordinamento italiano offre per la repressione dei crimini d'odio, veda un ampliamento riguardante l'omofobia.

Il nostro gay pride, il Mediterranean Pride of Naples, si terrà a Bagnoli: per la prima volta il centro storico e il lungomare non vedranno il corteo festante. Perché questa scelta?

Lo scorso 23 gennaio abbiamo già avuto una manifestazione nelle strade del centro storico: una sorta di Pride interno, cittadino. Oggi, invece, nell'ottica nazionale, il nostro è un Pride itinerante: così come a livello centrale ogni anno una città diversa ospita la manifestazione centrale - a Napoli è successo due volte - noi vogliamo toccare, capillarmente, il territorio cittadino e i diversi quartieri. Abbiamo pensato a Scampia, abbiamo pensato al Vomero e poi la scelta è caduta su Bagnoli: l'idea ce l'ha data anche un'iniziativa londinese dei primi anni Ottanta, raccontata nel film "Pride", ovvero tenere insieme la lotta per i diritti della comunità LGBT con quella dei minatori vessati dalle scelte politiche della Thatcher. A Bagnoli vorremmo poter dire che il riscatto, la rinascita, la vivibilità di un territorio sono battaglie che possono essere portate avanti investendo sul diritto alla felicità delle persone.

Giornata Internazionale contro l'omotransfobia: scopri le iniziative a Napoli fino al 22

Leggi il Primo Piano sul Mediterranean Pride Of Naples 2016.

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