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Giovedì 25 Aprile 2024




L’omogenitorialità a Napoli

Ce ne parla Giorgia di Lorenzo di Famiglie Arcobaleno

famiglia omoPer la prima volta in Italia a Napoli, grazie all’amministrazione comunale, è stato registrato all’anagrafe il figlio di una coppia formata da due genitori dello stesso sesso, ma l’Italia sulla questione omogenitorialità non sta al passo con l’Europa. Ne parliamo con Giorgia di Lorenzo, referente delle Famiglie Arcobaleno a Napoli. 

In Campania quante famiglie omogenitoriali ci sono?

Le coppie gay e lesbo in Campania sono tante, iscritte come Famiglie Arcobaleno una ventina, con circa 15 bambini, si va dai neonati agli 11 anni, mentre alcune sono in attesa di un figlio.

Quali sono le problematiche vissute dalle famiglie arcobaleno?

E’ un problema quotidiano spiegare come è la propria famiglia e questa necessità di chiarire talvolta diventa pesante. Come spiegare al salumiere che quella non è un’amica o mia sorella, ma la mia compagna, oppure all’insegnante che a prendere nostro figlio a scuola se non si sente bene verrà l’altra mamma e non la mamma biologica. Il problema si aggrava in situazioni particolari, ad esempio in ambito ospedaliero siamo “sotto al cielo”: assistere il figlio malato per il genitore non biologico dipende dalla sensibilità del medico che si incontra, diventa un favore mentre dovrebbe essere un diritto, visto che la legge non tutela il figlio rispetto al genitore non biologico. Per non parlare del caso paradossale della morte del genitore biologico, in cui il bambino può diventare orfano per legge o dipendere da persone che fino a quel momento nella sua vita non ci sono state, nonostante abbia un altro genitore in vita.

Come è posizionata l’Italia nel panorama europeo rispetto alla omogenitorialità?

Nei paesi del nord Europa, ma anche, ad esempio in Spagna e Francia c’è la possibilità di adottare un figlio. Attualmente in Italia non c’è la possibilità di adottare il proprio figlio né un bambino che non è figlio biologico e questa è' proprio una delle questioni che il decreto Cirinnà sta portando avanti, ossia quella di adottare il figlio da parte del genitore non biologico. La stessa fecondazione eterologa, da poco introdotta in Italia, è permessa solo a coppie etero sposate, mentre quelle omosessuali se vogliono realizzarla vanno all’estero.

Qual è il termometro della gente comune rispetto a questo tema così scottante a livello politico?

In Italia la politica è legata al cattolicesimo che riconosce la famiglia solo come quella formata da persone di sesso diverso e finalizzata alla procreazione.  Quando realizziamo progetti nelle scuole rileviamo una grande ignoranza, ma anche una curiosità, una voglia di conoscere.
La gente è più avanti, si fa più domande, cerca di conoscere, fa esperienze personali attraverso amici e parenti e cambia opinione.

Napoli è un passo avanti…

Se tutti i Comuni gestissero la questione dei figli omogenitoriali come è stata gestita a Napoli si andrebbe nella direzione europea. L’amministrazione locale attuale è molto aperta, ha creato  tavoli di consulta per la partecipazione attiva, ecco che il movimento lgbt si sente appoggiato e appoggia in pieno l’amministrazione.
A livello popolare, la percezione è ambivalente: i napoletani sono aperti e accoglienti da un lato, ma hanno molte ignoranze da altri punti di vista, a partire dalla scarsa alfabetizzazione alle emozioni, pensiamo ad esempio alla mancanza di parità tra uomini e donne in alcuni contesti.

AdG

Info: http://www.famigliearcobaleno.org/it/

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Dall’Europa a Napoli

A luglio scorso la Corte Europea ha contattato l’Italia per aver violato l’art. 8 della Convenzione dei Diritti umani, quello sul "diritto al rispetto della vita familiare e privata", dopo che tre coppie omosessuali italiane avevano fatto ricorso a Strasburgo poiché i loro Comuni di residenza gli avevano negato le pubblicazioni per sposarsi. “La corte ha considerato che la tutela legale attualmente disponibile in Italia per le coppie omosessuali non solo fallisce nel provvedere ai bisogni chiave di una coppia impegnata in una relazione stabile, ma non è nemmeno sufficientemente affidabile", si legge in una nota della Corte, mentre "un'unione civile o una partnership registrata sarebbe il modo più adeguato per riconoscere legalmente le coppie dello stesso sesso". Attualmente su 47 stati europei 24 hanno adottato una legislazione che riconosce i matrimoni omosessuali.

Il 12 ottobre a Napoli è stato registrato all'anagrafe di Napoli per la prima volta in Italia il figlio di una coppia omosessuale, nato dall'unione di una donna sarda e di una napoletana, regolarmente sposate in Spagna. Il consolato italiano a Barcellona aveva dato parere negativo all'iscrizione del piccolo con entrambe le madri all'anagrafe italiana, ma il sindaco Luigi De Magistris ha scelto di registrare Ruben.

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