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venerdì 8 Dicembre 2023




Alessandro. Saracinesche abbassate ma mi considero un uomo fortunato

negozi coronavirusSaracinesche abbassate. Da un momento all’altro il baratro del futuro, fatto di bollette da pagare, conti in rosso e famiglie da mantenere. A pochi giorni dalla dichiarazione della “Fase Due” nel piano di Emergenza Coronavirus che ha visto in tutta Italia gran parte delle attività commerciali ferme, gli esercenti fanno conti e bilanci su come affrontare i mesi futuri. Fra loro c’è Alessandro Frattasio, co-titolare con Salvatore De Gregorio del negozio “Arredamenti De Gregorio” , nelle due sedi di Corso Vittorio Emanuele e di Fuorigrotta, a Napoli.

“Le nostre vite, quelle delle nostre famiglie, sono cambiate nel giro di poche ore – racconta il negoziante. – Da metà febbraio il clima di instabilità che già era nell’aria ci ha convinti a ricorrere alla mezza giornata. Il 10 marzo abbiamo quindi deciso di chiudere l’attività del Corso, proseguendo solo con quella di Fuorigrotta. Attendevamo direttive circa le  misure restrittive da adottare per lavorare in sicurezza, nessuno ipotizzava una vera chiusura. Il 12 marzo la notizia del lockdown: ci è crollato il mondo addosso”. Alessandro ha una moglie impiegata con un contratto a tempo indeterminato, attualmente in smart working, e una figlia di 9 anni. Si rende conto di non essere fra i più “sfortunati”, nonostante gli ordini da evadere, e i relativi introiti, siano sfumati e l’effetto domino sull’intera catena produttiva del settore comporti poche sicurezze anche per il futuro. “Su carta gli aiuti ci sono: seicento euro dall’IMPS per le partite IVA e il bonus alle imprese di duemila euro erogati dalla Regione Campania. Ad oggi non ho visto ancora una lira. Non lascia ben sperare d’altronde nemmeno il famoso Decreto liquidità: la banca ha già precisato che seppure si prenderanno provvedimenti non potranno erogare fino a Settembre-Ottobre”. Fitto, forniture, utenze: che fare? Alessandro è un uomo che non si arrende. Si sente un “uomo fortunato” perché i suoi cari stanno bene, la moglie conserva il posto di lavoro e la rete di solidarietà si è presto attivata. “Napoli è una città unica: tutti sono pronti a dare, anche nel loro piccolo, una mano agli altri. Siamo davvero tutti nella stessa barca e il popolo napoletano ha la capacità di capire tale condizione. Attendo con ansia l’apertura del 18 maggio, anche se so bene che si prospetta uno scenario tutt’altro che roseo. Le famiglie sono e saranno costrette a fare economia, e cambiare, ad esempio, la cameretta ai ragazzi ormai cresciuti è un’esigenza che può essere rimandata. Cosa fare? Venire incontro ai clienti, continuando a garantire qualità. La serietà e la passione per il proprio lavoro paga. Anche in tempi di Coronavirus”.