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Giovedì 18 Aprile 2024




I lavoratori “grigi” della cultura e dello spettacolo

teatro san carlo 3L’emergenza Covid ha svelato la zona grigia dei lavoratori intermittenti dello spettacolo troppo spesso non contrattualizzati e pagati a nero che quindi non potranno usufruire del sostegno al reddito stabilito dal decreto cura Italia. Inoltre le attività culturali e gli spettacoli collettivi saranno gli ultimi a ripartire decretando di fatto l’assoluta mancanza di reddito di tutti gli artisti che non hanno diritto al sostegno. Per far fronte a questo dramma stanno nascendo movimenti di interesse che vogliono portare all’attenzione la mancata attenzione per la bellezza e per chi la crea.

“La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione.” [cfr. artt. 33, 34]. L’Italia è un paese che si regge sulla cultura e sull’arte eppure i lavoratori dello spettacolo sono spesso degli invisibili, pagati a nero, inquadrati con mansioni differenti, con mesi di prove mai corrisposti. A fronte dei pochi che fanno parte di compagnie stabili di teatro, di danza o di orchestre ad esempio, la maggioranza degli artisti lavorano in modo discontinuo e non tutelato. 

Si legge nel Decreto cura Italia all’ Art. 38 Indennità lavoratori dello spettacolo:

1. Ai lavoratori iscritti al Fondo pensioni Lavoratori dello spettacolo, con almeno 30 contributi giornalieri versati nell'anno 2019 al medesimo Fondo, cui deriva un reddito non superiore a 50.000 euro, e non titolari di pensione, è riconosciuta un'indennità per il mese di marzo pari a 600 euro. L'indennità di cui al presente articolo non concorre alla formazione del reddito ai sensi del decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917.

2. Non hanno diritto all'indennità di cui al comma 1 i lavoratori titolari di rapporto di lavoro dipendente alla data di entrata in vigore della presente disposizione.

3. L'indennità di cui al presente articolo è erogata dall'INPS, previa domanda, nel limite di spesa complessivo di 48,6 milioni di euro per l'anno 2020. L'INPS provvede al monitoraggio del rispetto del limite di spesa e comunica i risultati di tale attività al Ministero del lavoro e delle politiche sociali e al Ministero dell'economia e delle finanze. Qualora dal predetto monitoraggio emerga il verificarsi di scostamenti, anche in via prospettica, rispetto al predetto limite di spesa, non possono essere adottati altri provvedimenti concessori.

4 Alla copertura degli oneri previsti dal presente articolo si provvede ai sensi dell'articolo 126.

“Sono pochissimi gli attori che fanno parte di compagnie stabili o sono scritturati dai teatri nazionali- spiega l’attrice non inquadrata Francesca Romana Bergamo, 35 anni, che vive con il compagno e il figlio-. Esistono però tanti altri artisti che fanno questo lavoro da sempre ma per lo Stato Italiano non esistono. Il decreto prende in considerazione soltanto quelle figure professionali che o hanno 30 giornate lavorative all’attivo nel 2019, che sembrano poche, di fatto per prassi, in tutto il mare di interpreti, performer, attori, cantanti che sono inquadrati e lavorano in grandi produzioni con budget elevati, una grandissima percentuale non lo è, sono artisti che lavorano prevalentemente a chiamata senza un contratto, per una serie di spettacoli ed eventi del circuito off dalle cene con delitto, alle visite teatralizzate, a spettacoli per teatri e rassegne minori che spesso non pagano anche le giornate di prova o stabiliscono compensi forfettari e non a giornata, per cui a fine anno hai lavorato anche tanti giorni, ma spesso non hai raggiunto neanche i contributi per il naspi, la disoccupazione per gli artisti. E se chiedi delle garanzie scelgono un altro che accetta le loro condizioni. Si dovrebbe fare appello ad un senso etico dell’interprete che dovrebbe rinunciare per se e per la categoria a lavorare a nero, ma di fatto se non accatti tu ci sarà un altro che accetta. Questa emergenza ha mostrato un nervo che già era scoperto, ma ci ha anche buttato il sale sopra. Pertanto bisogna fare squadra ed è necessario costruire una organizzazione seria e professionalizzante che sia aderente al quadro sociale reale”.

Là dove gli artisti non possono dimostrare di aver lavorato nel 2019 perché non erano contrattualizzati ci sono delle società private (a cui però bisogna essere iscritti) che si occupano della gestione dei diritti dell’immagine degli artisti che stanno mettendo in campo delle iniziative di sostegno:

Artisti 7607 ha messo in campo un fondo di sostegno per lavori persi per i suoi iscritti: https://www.artisti7607.com/sostegno-emergenza-coronavirus/

Scade invece il 23 aprile la possibilità di fare richiesta al fondo speciale Nuovo Imaie: https://www.nuovoimaie.it/ (https://www.nuovoimaie.it/fondo-speciale-nuovoimaie-fai-domanda-online-dal-23-marzo-al-23-aprile-2020/

Chiara Alborino, 43 anni, danzatrice e coreografa, sposata con un danzatore e coreografo dunque entrambi lavoratori intermittenti cerca di trovare il positivo di questa emergenza: “La danza è un settore discriminato: non ha un sindacato di riferimento ed è vista a metà tra una disciplina artistica e una disciplina sportiva, puoi trovarti in situazioni diversissime se hai una scuola di danza o sei un professionista indipendente. In questa occasione tanti lavoratori dello spettacolo che fanno parte di un sistema frammentario e suddiviso stanno cercando di unirsi e mettersi a sistema. Speriamo che questa sia l’occasione per organizzare una serie di tutele a favore dei lavoratori dello spettacolo e che il sistema vada ad organizzarsi meglio quando tutto finirà”.

Tra i gruppi più attivi su Facebook c’è quello dei Lavoratori e Lavoratrici dello spettacolo per il sostegno al reddito che denunciano una situazione poco chiara e caotica: “I provvedimenti economici messi in campo dal governo per gestire la crisi sono completamente inadeguati, buoni giusto per fare un po' di propaganda. Allo stato attuale per i lavoratori dello spettacolo: Le produzioni stanno continuando a licenziare, e non si capisce se possono farlo. Molti lavoratori non sanno se questi licenziamenti sono validi, e questo come influisce su quale ammortizzatori chiedere. Le produzioni spingono perché si chiedano i 600 euro e non vogliono fare richiesta per la cassa integrazione in deroga. Molte regioni d'altronde non hanno inserito gli intermittenti dello spettacolo fra le categorie beneficiarie del reddito, e non si capisce come verrà calcolato l'importo della cassa integrazione. Le durate dei provvedimenti sono troppo brevi per una situazione che, comunque vadano le cose, non tornerà sicuramente a uno standard di lavoro accettabile prima di ottobre. Il caos. C'è bisogno di un reddito di quarantena che allarghi l'accesso al reddito di cittadinanza, stabilendo definitivamente per tutti una soglia di reddito universale sotto la quale nessuno possa andare. Erogazione diretta alla persona. Per tutti. C'è bisogno di una patrimoniale e di colpire i grossi profitti e le rendite, c'è bisogno di tagliare le spese inutili come quelle militari e i costi della politica. C'è bisogno di redistribuire la ricchezza.”

Il gruppo Facciamo la conta  attraverso una seri di questionari sta cercando di portare alla luce la comunità di artisti “grici” con un questionario per quantificare il lavoro perso in questi mesi.

Il gruppo Theatron 2.0. ha riportato un’intervista ad Emanuela Bizi, Segretaria Nazionale di SLC-CGIL in cui la sindacalista dichiara apertamente: “Anche se riteniamo importante che il Decreto “Cura Italia” abbia riconosciuto, per la prima volta, la tipicità dei lavoratori dello spettacolo, le misure messe in campo non sono sufficienti. Spero che si rendano conto del fatto che, al di là dei correttivi che abbiamo richiesto e che non so se verranno messi in atto, è evidente che alcuni dei criteri proposti rappresentano degli ostacoli insormontabili che, in questo momento, stanno lasciando fuori dalle tutele troppi lavoratori (…). I lavoratori dello spettacolo hanno una funzione sociale: come si sostiene la scuola pubblica così vanno sostenute le attività culturali.” La sindacalista sottolinea anche tutto il lavoro perso ad esempio dagli attori che lavorano nel settore del teatro ragazzi che chiaramente è fermo e denuncia che il Governo per ora non ha accolto le critiche avanzate rispetto alle scelte generiche di sostegno ai lavoratori dello spettacolo.

Il settore dello spettacolo: la cultura “inutile”

Alla luce delle ultime dichiarazioni di Conte gli spettacoli culturali che vedono una platea ampia riprenderanno per ultimi solo nella fase 3 probabilmente dopo settembre. Questo oltre a lasciare molti lavoratori dello spettacolo, come abbiamo visto, completamente senza reddito e con tanti interrogativi irrisolti (moltissimi sono ancora in attesa di vedere retribuiti lavori dell’anno precedente a causa della lentissima macchina burocratica che distribuisce i fondi dei progetti solo dopo molti mesi che si sono conclusi), lascia gli spettatori privati della bellezza.

“Se sarà possibile mettere in scena spettacoli a dicembre prossimo – commenta l’attrice Francesca Romana Bergamo-  non viene chiarito se i gruppi di attori potranno riunirsi per provare in vista di quelle messe in scena, né che tipo di accortezze dovranno utilizzare. Inoltre la tipologia degli spettacoli è così vasta che non è detto che alcuni non possano essere realizzati anche prima: pensiamo alle visite teatralizzate per pochi spettatori in esterno che potrebbero essere fatte con le dovute misure di sicurezza, giusto per fare un esempio. Ma è tutto poco chiaro e intanto sopravviviamo non sapendo come potremo affrontare così tanti mesi senza lavorare”.

A fronte di un’Italia che sembra non avere cura per la bellezza la Germania ha subito distribuito a tutti gli artisti 5 mila euro per il lavoro perso. Ecco che in Europa l’International network for contemporary performing arts lancia un appello ai Governi per le arti: https://www.ietm.org/en/rescue-the-arts-plea-to-national-governments?fbclid=IwAR2FMdZnUBYpzhWrxrScW7RRkHLoA_Wr1SD0UEUXoYxocw7DWiWtjygCkq8

E non si può non concludere segnalando il bellissimo intervento sull’utilità dell’arte e della cultura dello scrittore e attore Stefano Massini nell’ambito di Piazza Pulita: https://www.la7.it/piazzapulita/video/io-non-sono-inutile-il-racconto-di-stefano-massini-09-04-2020-318820?fbclid=IwAR1Q7hANXOYdNCKZxs5a0etB9d_-nTdv2wNfI9Am6Fl4ry4Lg67GLMRCSG8

Alessandra del Giudice

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