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Giovedì 18 Aprile 2024




Il panaro della salute e la spesa solidale

Il panaro della salute e la spesa solidaleSi chiama il “panaro della salute” il pacco alimentare che viene consegnato a cento famiglie di utenti dei centri diurni della salute mentale, chiusi per decreto regionale a causa del rischio di contagio di Covid-19. Si tratta di un’iniziativa del gruppo Gesco organizzata con l’Unità di crisi della salute mentale della Asl Napoli 1 Centro, che a sua volta sta mettendo in piedi diverse iniziative dopo la chiusura momentanea dei servizi territoriali, dovuta alle misure di contenimento del contagio.

Il “panaro” è destinato a cento famiglie di utenti della salute mentale, dieci per ogni distretto sanitario e fa fronte a due necessità insieme: quella di garantire un sostegno, seppur minimo, ai sofferenti psichici e alle loro famiglie rimaste prive di assistenza, e sopperisce anche alle difficoltà economiche e di gestione della spesa, sopravvenute in questo periodo o, in alcuni casi, preesistenti, giacché già prima del coronavirus alcuni utenti si recavano ai centri diurni della salute mentale anche per poter usufruire di un pasto caldo.

“Il panaro della salute – spiega il direttore di Gesco, Giacomo Smarrazzo – viene consegnato dai nostri educatori, attivi fino a qualche settimana fa nei centri diurni della salute mentale, in modo da garantire anche una sorta di “presa in carico” diversa, nel rispetto delle normative emergenziali, al sofferente psichico. La consegna, si badi bene, non consiste in una visita a casa, ma nel recapitare il pacco alimentare con la possibilità di interloquire con il paziente e con la sua famiglia, sollecitarlo a fare una passeggiata – consentita in questi casi dalla legge – per poter svolgere un minimo di funzione di sostegno, in mancanza di altre possibilità”. Gesco, d’intesa con la Asl Napoli 1 Centro, sta anche predisponendo un vademecum per le famiglie dei sofferenti psichici costrette alla quarantena dal coronavirus.

Il panaro della salute e la spesa solidale 1

Dopo la chiusura dei servizi territoriali, il Dipartimento di salute mentale della Asl Napoli 1 Centro si è attivato per assicurare la continuità del sostegno ai sofferenti psichici costretti a casa dall’emergenza, e ha messo su una rete di aiuti sia per pazienti adulti che per quelli dell’età evolutiva. Così, in tutti i quartieri dalla città, oltre al panaro solidale, i pazienti dei centri diurni ora chiusi vengono accompagnati dagli operatori a fare la spesa e le famiglie particolarmente bisognose ricevono quella “sospesa”, con forme di sostegno economico assicurate anche dagli stessi operatori, che offrono, in molti casi, un loro contributo volontario.

Intanto prosegue la consegna dei pacchi alimentari attivata dalla Centrale Operativa Sociale con Gesco e il ristorante Il Poggio  e resa possibile grazie alla campagna di solidarietà "Adotta una famiglia, aiuta una persona senza casa".

Da quando è partita la campagna il 26 marzo scorso, sono stati consegnati circa 500 pacchi ad altrettante famiglie, e 600 pasti caldi, oltre che cucinati 450 pasti per persone senza dimora, questi ultimi distribuiti dalla Comunità di Sant’Egidio.

I quartieri dove viene consegnato il maggior numero di pacchi e di pasti caldi sono quelli delle municipalità San Lorenzo-Vicaria-Poggioreale, seguiti da Scampia-Secondigliano, Ponticelli-San Giovanni e Mercato Pendino. Qualcuno è stato consegnato anche ad Avvocata-Montecalvario e persino a Posillipo, mentre pochissime le richieste pervenute da Vomero-Arenella e Chiaia-San Ferdinando.

A riceverli soprattutto famiglie di persone anziane o con disabilità, coppie sole impossibilitate a muiversi per motivi di salute, persone in quarantena.

Il panaro della salute e la spesa solidale 2

“A parte le coppie di anziani, le famiglie sono sempre composte da quattro o più persone – spiega il coordinatore della Cos, Andrea Cece – ma ci sono anche casi di persone singole tornate da fuori, come ragazzi in Erasmus all’estero, e messe in quarantena. Là dove non arriva il pacco, provvediamo con il pasto caldo, che è costituito sempre da un primo o da un secondo più pane o qualche materia prima per cucinare che la famiglia avrebbe trovato nel pacco”. A consegnarlo sono gli operatori di Gesco e della Cos, supportati da alcuni volontari e dai giocatori della squadra interetnica AfroNapoli United. “Anche i nostri operatori si adoperano come volontari quando non sono di turno al centralino della COS – dice ancora Andrea Cece – mentre noi ci autotassiamo per le necessità non coperte dal pacco alimentare, come è accaduto per alcune richieste di pannolini, o di salviette speciali per pulire una persona con disabilità, e pasti speciali vengono preparati all’occorrenza per persone malate che non sono in grado di mangiare tutto”.

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