Coronavirus: come affrontare la crisi secondo il professor Giuseppe Servillo

Intervista di Raffaele Nespoli

Giuseppe ServilloStando alle proiezioni statistiche il contagio in Campania e più in generale in Italia non sembra arrestarsi in maniera significativa. Una situazione che possiamo modificare solo restando a casa e iniziando a prendere seriamente l’emergenza. Ora più che mai il comportamento di ciascuno può fare la differenza.

Per cercare di rispondere a domande che tutti noi ci poniamo, disorientati da una situazione che mai avremmo creduto di dover vivere, abbiamo intervistato Giuseppe Servillo, professore ordinario di anestesia e rianimazione, primario del reparto di anestesia e rianimazione del Policlinico Universitario Federico II di Napoli e direttore della Scuola di specializzazione di anestesia, rianimazione e terapia intensiva.

Professor Servillo, quali sono i sintomi che differenziano il Covid-19 dalle altre influenze stagionali?

«Purtroppo non c’è una diversa sintomatologia. Nei Covid notiamo inizialmente raffreddore, tosse, febbre. Diciamo la stessa di una normale influenza. L’unica differenza è nell’evoluzione che è più aggressiva perché il virus ha un maggiore tropismo per il polmone».

Qual è il periodo di incubazione?

«Quattordici giorni. È importante capire che si è contagiosi sin da subito, anche in assenza di sintomi. Anzi questo tipo di contagio è molto più frequente, perché in assenza di sintomi siamo abituati a prendere meno precauzioni. Ecco perché è importante stare a casa ed evitare contatti sociali».

Fino a quando si è contagiosi?

«Fino a quando il tampone non risulta negativo».

La quarantena quanto deve durare?

«Di norma il tempo di incubazione, quindi quattordici giorni. Poi naturalmente, in caso di positività, si deve restare in quarantena sino a guarigione avvenuta».

Se si hanno sintomi influenzali quando è consigliato fare il tampone e a chi rivolgersi per farlo?

«In presenza di sintomi e del ragionevole dubbio di essere positivi, ad esempio per essere entrati in contatto con persone poi risultate positive, è bene contattare i numeri di emergenza sanitaria per chiedere ulteriori informazioni e nell’eventualità procedere con un tampone. Ricordo che in Campania esiste il numero regionale 800 90 96 99, ma c’è anche il numero di pubblica utilità 1500. Solo per emergenze si può contattare il 112 oppure il 118. Ma solo se strettamente necessario».

Se si prende il covid 19 si diventa immuni o ci si può ammalare nuovamente?

«Ci si può riammalare, perché il virus ha dei cambiamenti piccoli o grandi che siano. Non è come per altri virus, come l’epatite o altro. È probabile che i cambiamenti con il tempo lo rendano meno aggressivo, ma l’immunizzazione completa non la sia ha mai».

Quali sono i medicinali usati attualmente per Covid-19?

«Non esistono farmaci specifici, possiamo combattere solo le complicanze».

Se non c’è un aggravamento bisogna andare in ospedale o prendere medicinali particolari?

«Mai ricorrere alla prescrizione fai date. Il miglior consiglio è di sentire telefonicamente il medico di medicina generale e seguire i suoi consigli. Non serve prendere antivirali, né tantomeno si deve andare in ospedale. Nell’ipotesi di essere positivi, lo ripeto, adottare comportamenti responsabili e contattare il medici di medicina generale che ci guiderà nei passi successivi».

Cosa pensa di questa sperimentazione con medicinali per lartrite reumatoide?

«Credo sia ancora presto per parlarne, se darà risultati su ampia scala allora potrà essere un valido aiuto. Ma è presto per commentare. L’obiettivo primario resta il contenimento, o almeno il rallentamento, del contagio».

Mortalità rispetto ad una comune influenza di quanto è più alta in percentuale?

«Covid-19 è più letale di un’influenza di stagione. Non possiamo stabilire con certezza quanto in termini percentuali, ma diciamo che al momento in Italia la mortalità è del 4% circa».

Con il caldo si arresterà la diffusione o è una bufala?

«Mi piacerebbe poter dire che il caldo sistemerà tutto, ma sarebbe una dichiarazione azzardata. Scientificamente non è comprovato. Diciamo che il caldo per varie ragioni facilita la guarigione».

Secondo lei le misure prese da Conte sono giustificate, o dovevano essere più o meno rigide?

«Ritengo che le misure messe in campo siano commisurate all’emergenza in atto. Questa è una situazione da prendere con la necessaria serietà, sottovalutarla potrebbe costare molto caro».

Gli ospedali napoletani sono in grado di far fronte a questa emergenza?

«All’attuale emergenza che si ha in Campania sì. Dobbiamo fare in modo che la situazione non precipiti, di qui l’esigenza di interrompere la catena del contagio. In un Paese privo di contromisure nessun sistema sanitario potrebbe reggere».

Raffaele Nespoli