Marcella, il racconto (no shock) della quarantena a Codogno

cidognoSono 14 i giorni di isolamento per chi deve sottoporsi alla quarantena messa in atto in alcuni paesi del Nord Italia a scopo precauzionale per evitare la diffusione del tanto temuto Coronavirus.

Un provvedimento che riguarda per il momento undici comuni del Lodigiano e del Veneto che sono oggi dei veri e propri paesi chiusi, delle zone off limits.

Tra le 50 mila persone in isolamento delle aree in quarantena abbiamo sentito Marcella, che 36 anni fa da Napoli si trasferì proprio a Codogno, il paese focolaio del virus.

Marcella contrariamente a quanto si possa immaginare è tranquilla, lontana dal panico che sembra esserci invece nei titoli shock degli articoli. “Lavoro in una scuola media e già da venerdì mattina è cominciata a girare la voce del primo infetto da Coronavirus a Codogno”, ci racconta. “Non c’è stato panico e piano piano sono poi arrivate le conferme ufficiali.  Sono uscita alle 15.30 da scuola. Dovevo venire a Napoli per il Carnevale, come hanno fatto molte persone ma ho preferito restare qui per tutelare la salute di tutti.  Stare a casa se si ha qualche dubbio credo sia una responsabilità del singolo. E io preferisco starmene in quarantena  piuttosto che rischiare di fare male a qualcuno”.

Continua così il racconto di Marcella: “Sono uscita a fare quattro passi solo dopo tre giorni e per strada non c’era nessuno. Non tutti i supermercati sono aperti ma non sono preoccupata, non è necessario saccheggiare le corsie. Un po’ di spesa in più va bene ma senza psicosi. Vivo questa quarantena con tranquillità, so di farlo per la comunità. So che è la cosa giusta. Pazienza che non starò un po’ con mio figlio che vive fuori città ma si può fare, non sono tanti giorni e poi in questo WhatsApp e la tecnologia aiutano a sentirci non così fuori dal mondo”.

Marcella dà prova di una grande civiltà e invita a non a creare allarmismo: “Se avete qualche dubbio o un po’ di febbre non andate in panico. Chiamate l’Asl e vi verrà fatto un tampone cosi da capire se siete infetti. Nel frattempo statevene a casa. La diffusione del Coronavirus può essere limitata attraverso il vivere civile e il senso di comunità. La paura è un sentimento normale in questi casi ma va gestita con razionalità, e non è il caso di farsi prendere dal panico. Stare in quarantena significa tutelare la salute di tutti e magari recuperare anche un po’ del nostro tempo”.

Parole di grande umanità, nel calderone di notizie che allarmano, di titoli che inneggiano alla paura.

Certo la tranquillità non fa notizia, non fa click ma è in situazioni di criticità come questa che è necessario riprendere in mano quel senso di comunità e umanità che, siamo certi, potrebbero cambiare il corso degli eventi.

Giovanni Salzano

Foto Cover da https://tg24.sky.it/cronaca/photogallery/2020/02/21/coronavirus-codogno.html