Se fa male non chiamarlo Amore

Intervista a Valentina de Giovanni sul convegno dell’AMI Napoli sul Codice Rosso

IMG 20191106 WA0020L’AMI- Associazione Matrimonialisti Italiani- di Napoli e un parterre di esperti fa il punto sulle norme che tutelano le vittime di violenza di genere e inchiodano i loro carnefici nel convegno “Se fa male non chiamarlo amore - Luci ed ombre del Codice Rosso e della rete”. L’avvocato Valentina de Giovanni presidente dell’AMI Napoli ci anticipa i punti salienti del tema.

L’incontro pubblico che si terrà al PAN, Palazzo delle Arti di Napoli, venerdì, 8 novembre (I sessione dalle 9 alle 14; II sessione dalle 15 alle 18.30) vuole porre l’accento sul fenomeno, ormai di grande allarme, dei reati intrafamiliari e di quelli in rete. Tale situazione, il più delle volte gestita da vere organizzazioni criminali, ha forti ripercussioni sulle famiglie, sul matrimonio, oltre ad essere manifestazione di diverse condotte penalmente rilevanti, anche gravi. Gli argomenti, trattati da illustri relatori, si riferiscono –in una contestualizzazione di multidisciplinarietà- agli Istituti giuridici che, maggiormente, interessano la materia del Diritto di Famiglia, Diritto penale, aspetti sociologici e psicologici, e attualità, in ragione delle esperienze giuridiche e delle rispettive specializzazioni delle figure professionali che interverranno.

Come mai il titolo del convegno è “Se fa male non chiamarlo Amore”?

La violenza più diffusa è quella intrafamiliare ed è anche quella più dolorosa, perché arriva da chi dovrebbe amarti e ti colpisce quindi anche al cuore non solo fisicamente. Un’altra violenza indiretta che colpisce però anche essa al cuore è quella veicolata attraverso i social media. Il contesto obbliga gli operatori del diritto ad avere ben saldi i canoni deontologici: la materia necessita di specifica competenza e di un rigoroso rispetto delle norme di etica e condotta da parte dell’Avvocato chiamato alla assistenza delle parti, ovvero anche se coinvolto, ovvero –ancora- se utente dei social. È anche importante fare più informazione con le donne perché molte non conoscono i loro diritti. Solo per fare un esempio molte non sanno che hanno diritto a 90 giorni di congedo nell’arco di tre anni se sono vittime di violenza o che possono chiedere l’accesso del patrocinio gratuito a carico dello stato a prescindere dalla propria condizione economica.

Cosa è il Codice Rosso?

Il Codice rosso è una norma del 25 luglio 2019 entrata in vigore dal 9 agosto. Quindi nuovissima che ha introdotto alcune modifiche al codice penale e ad altre materie che tutelano le vittime violenza domestica e di genere. Il Codice incrementa il range minimo e massimo per le sanzioni previste per i tipici reati di violenza, in particolare per i maltrattamenti in famiglia si passa dai 2- 6 ai 3-7 anni di detenzione; per stalking la pena andava da un minimo di 6 mesi ad un massimo di 5 anni e passa al minimo di 1 anno a 6 anni e 6 mesi; per violenza sessuale oggi si va da 6 a 12 anni, mentre prima il range andava da 5 a 10; per la violenza di gruppo si passa dai 6-12 anni agli 8-14 anni. La valutazione della durata della pena resta comunque nella disponibilità del giudice.

Quali sono le novità sostanziali introdotte a tutela delle donne?

Un’importante novità è che si velocizza il procedimento penale per i reati di maltrattamento in famiglia, stalking e violenza sessuale: dal momento in cui la donna si reca dalla polizia giudiziale e rilascia una testimonianza anche orale, entro tre giorni partono le indagini e vengono assunte informazioni dalla persona offesa o da chi ha denunciato il fatto. In questo modo si auspica che la protezione e la tutela delle vittime sarà più rapida. Contestualmente sono state introdotte misure cautelari, come il divieto di avvicinamento, funzionali a garantire la serenità della vittima e lo svolgimento delle indagini. Sono stati inoltre introdotti diversi nuovi reati: il revenge porn ovvero la diffusione di immagini o video sessualmente espliciti senza il consenso della persona ripresa, con aggravante se tra chi commette il reato e la vittima c’è o c’è stata una relazione affettiva; la costrizione o induzione al matrimonio che prevede l’aggravante se la vittima è minorenne e inoltre un’ulteriore sanzione per chi viola i provvedimenti di allontanamento e divieto di avvicinamento alla casa familiare.

locandina

Quali sono invece le “ombre” del Codice Rosso?

Il codice ha introdotto delle norme con una buona valenza politica e sociale, ma metterle in pratica non è semplice e molto dipenderà dai decreti attuativi. Innanzitutto se manca una rete sociale di intervento e di sostegno della vittima le norme diventano di difficile applicazione. Sarebbe necessaria una collaborazione – che spesso non c’è- di possibili testimoni come vicini di casa, amici, colleghi per favorire l’accertamento immediato del persecutore, così come servirebbe incrementare il numero delle strutture protette per mettere al sicuro le vittime e i loro figli. Anche forze dell’ordine chiamate a monitorare il reale coinvolgimento dell’imputato in un possibile reato nelle indagini preliminari dovrebbero essere moltiplicate anche in considerazione del fatto che ci troviamo anche di fronte ad un certo numero di false accuse. La norma parla anche di apposita formazione delle forze dell’ordine cosa che rende necessario un maggiore stanziamento economico. Così come è importante stabilire con i decreti attuativi in che misura e con che tempistica è previsto un sostegno economico delle vittime, oggi insufficiente.

Quali esperti interverranno al convegno?

Abbiamo voluto coinvolgere avvocati e magistrati, in collaborazione con la Camera Penale e il Consiglio dell’Ordine degli Avvocati essendo anche un evento formativo per gli avvocati. Interverranno l’avv. Gian Ettore Gassani, il dott. Valerio De Gioia, autori del “Codice Rosso”, nonché lo scrittore Maurizio de Giovanni, che ha curato la prefazione del testo. Interverrà inoltre il dirigente medico del CTO che ha avviato un percorso di accoglienza delle donne vittime e che poterà alcune statistiche dell’incidenza del fenomeno. Maria Concetta Mingiano che si occupa con l’Aied del sostegno agli uomini maltrattanti porterà l’originale esperienza. Abbiamo coinvolto diversi giornalisti perché informare in modo corretto sul tema della violenza, della prevenzione e della tutela delle vittime è fondamentale: se ci fosse una maggiore solidarietà e sensibilità sociale, tante fini drammatiche non ci sarebbero. Ida Palisi ci parlerà di giornalismo sociale, Adriana Pannitteri del suo libro sulla violenza di genere, inoltre interverranno Leandro del Gaudio e Titti Marrone. Ci saranno poi le testimonianze di vita vissuta delle donne vittime di violenza e di loro parenti: la madre di Tiziana Cantone, Maria Teresa Giglio; la mamma di Stefania Formicola, Adriana Esposito e Anna Copertino per Giustina Copertino. 

Alessandra del Giudice