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venerdì 29 Marzo 2024




Senza tetto e con un diploma: quando la scuola diventa il luogo dei miracoli

di Angela Vitaliano

IMG 5218Alexus Lawrence ha tenuto la testa alta, nonostante gli occhi lucidi, durante tutta la cerimonia per il conferimento dei diplomi di scuola superiore: e quello è stato il primo traguardo per lei che, per mesi, ha camminato a testa bassa vergognandosi della sua condizione di “senza tetto”. Il secondo è stato quello di aver vinto una borsa di studio di 2000 dollari, come riconoscimento per il suo impegno e per i risultati ottenuti: l’anno prossimo, sfidando ogni previsione, potrà proseguire i suoi studi presso il Brooklyn College per realizzare il suo sogno di diventare una pediatra. “Non credevo ai miracoli - ha detto durante il suo discorso di fronte a una platea entusiasta - finche non sono arrivata qui”.

La storia di Alexus è, purtroppo, simile a quella di molti altri studenti: una famiglia “normale”, con un papà, Henry, impiegato a tempo pieno come chef presso l’ospedale locale. Un giorno, però, quello stipendio onestamente guadagnato, non è più sufficiente a coprire le spese per l’appartamento e l’unica strada possibile è quella di bussare alla porta di uno dei rifugi per senza tetto presenti in città. Da allora la vita di Alexus è diventata, prima di tutto, quella di chi deve difendersi dai bulli che la prendono in giro e, facendosi forza, non arrendersi alla disperazione. La scuola è la speranza, la via di fuga e il motore per i sogni. O, come dice lei, il sentiero per i miracoli.

Con lei, in una serata piena di occhi lucidi e sorrisi senza confine, si sono diplomati altri 99 studenti, tutti “senza tetto”, tutti in cerca di quella dignità che a nessun essere umano dovrebbe essere negata. E che per loro è più che una speranza, grazie al progetto di studi per giovani senza dimora, messo in campo dal Dipartimento per i Servizi ai Senza Tetto di New York.

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In una città in cui gli affitti hanno raggiunto cifre vertiginose, è  difficile, troppo spesso, per le famiglie, conservare un tetto sulla testa e la strada è solo il primo passo verso l’inferno. Riuscire a essere accolti in una struttura comunale, è già una fortuna, l’ancora di salvezza per non affondare in una condizione di completo abbandono: purtroppo solo 38mila studenti trovano posto in questi “rifugi” mentre gli altri cercano aiuto presso familiari o amici, spesso separati dai loro genitori. Secondo gli ultimi dati, a New York sono 114.658 i ragazzi e le ragazze in età scolastica che vivono in condizione di “senza tetto”, vale a dire uno studente su dieci, cifre da vera e propria emergenza: ci sono più studenti senza tetto qui che abitanti ad Albany, il capoluogo dello Stato. Nella scuola elementare PS 446, a Brownsville, Brooklyn, secondo un’indagine condotta dal New York Times, oltre un quarto degli studenti è senza tetto e per loro la scuola è il luogo, più che per altri, non solo dove costruirsi una prospettiva di futuro, ma anche dove potersi assicurare un pasto decente, senza dover spendere nulla. Le cifre della povertà sono tali che, a confronto, gli sforzi dell’amministrazione sembrano davvero briciole; 15 milioni di dollari per quest’emergenza riescono a coprire, fra l’altro, lo stipendio di 70 assistenti sociali: uno ogni 1660 bambini e ragazzi “senza tetto”. L’assenza di una dimora permanente e stabile si trasforma, peraltro, anche in un’inconsistente frequenza delle lezioni e in una difficoltà a mantenere il ritmo con gli altri studenti, anche per la distanza che spesso richiede lunghi spostamenti in autobus e metropolitana. Per questo, cento studenti che si diplomano e vedono aprirsi le porte dei college, grazie anche a queste piccole borse di studio, sono davvero un miracolo o, meglio, la prova della resilienza che riesce a spingere persone che vivono situazioni insopportabili, a non cedere e ad andare avanti. Tutti gli studenti hanno, inoltre, ricevuto in regalo ciò che potrà servirgli per continuare a seguire le lezioni, incluso un computer portatile.

 

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