Nazionale di Calcio femminile: quando alla forza delle donne si risponde col sessismo

Nazionale di Calcio femminile quando alla forza delle donne si risponde col sessismoLa nazionale di Calcio italiana si è classificata prima al girone nei Mondiali in Francia e, la settimana prossima, giocherà gli ottavi di finale. Un risultato storico, perché erano vent’anni che l’Italia non partecipava al campionato del mondo. Ovviamente, non stiamo parlando della squadra maschile, che ricordiamolo agli ultimi mondiali di calcio non si è neppure qualificata, ma della squadra femminile.

Il prossimo 25 giugno, la squadra allenata da Milena Bertolini affronterà la Cina agli ottavi di finale. Eppure, nonostante la storicità dell’evento, nonostante nostre connazionali siano impegnate a portare alto il nome dell’Italia, nel web, nei media, ogni giorno, è possibile leggere commenti stupidi e sessisti che non hanno nulla a che vedere con il gioco del calcio e con il lavoro che delle atlete (perché di atlete stiamo parlando) stanno facendo.

Ultimo è il post di un ex consigliere comunale di Reggio Emilia del M5S, Cristian Panaro, il quale (ed è importante sottolinearlo) vanterebbe anche una brillante carriera da wrestler. Panaro, postando la foto che mostra in primo piano il fondoschiena di una giocatrice brasiliana (il portiere della nazionale), ha scritto: “La preparazione atletica in questi mondiali di calcio fa la differenza…Forza azzurre, regalate ‘notti magiche’ agli italiani”.

Al post, palesemente sessista, di Panaro è immediatamente seguita la risposta della vicepresidente della Camera, Maria Edera Spadoni, la quale sempre attraverso il social Facebook ha così commentato: “Un ex portavoce comunale del M5S che fa battute pessime e di un sessismo squallido non merita neanche troppe righe. I piccoli uomini si rivelano in queste cose”.

Questa è solo l’ultima vicenda che dimostra che porre l’accento sul merito femminile, in qualunque campo, sia difficile. Anzi, è una vera e propria lotta. Nel caso della nazionale italiana di calcio femminile è difficile far passare il messaggio che queste atlete siano delle brave calciatrici, perché prima di analizzare la loro competenza calcistica l’opinione pubblica s’interroga se queste sportive siano lesbiche oppure no, se il capitano della squadra Sara Gama sia italiana oppure no, se le pallavoliste siano più femminili delle calciatrici o se tatticamente siano più o meno preparate dei calciatori uomini.

Una situazione che diventa emblema di quello che quotidianamente le donne devono subire nei luoghi di lavoro e non solo. Le donne devono lottare di più per farsi valere, ma allo stesso tempo devono stare ben attente a non dimostrarsi troppo forti perché “rischierebbero” di apparire poco femminili.

Il calcio maschile ci piace tanto, indubbiamente, ma quello femminile deve piacerci ancora di più. Perché la sua diffusione tra le giovani aiuterà senz’altro ad abbattere tutti i pregiudizi di natura sessista che da sempre, almeno nel nostro paese, penalizzano questo sport.

Le donne possono giocare a calcio, certo, lo fanno anche bene. Della loro sessualità non interessa niente a nessuno. Dei loro fondoschiena neppure, al massimo ci è concesso interessarci dei loro piedi.

Giovanna Amore