La Giostra non gira più ai Quartieri Spagnoli

GiostraIl Teatro La Giostra è un piccolo spazio di teatro sociale arroccato sui Quartieri Spagnoli che per tre anni è stato un riferimento sociale e culturale per il quartiere, uno dei più difficili della città. Lo scorso venerdì 17 maggio il Teatro La Giostra è stato chiuso dalla Polizia Municipale che ha eseguito una direttiva arrivata dall’Ufficio del Patrimonio del Comune di Napoli. “Siamo stati cacciati con una brutalità inaudita - afferma Valeria Tavassi, presidente dell’Associazione La Giostra e direttrice artistica del teatro  – ci hanno trattato come dei delinquenti. All’interno c’erano degli attori del NTF, la Polizia non ha permesso alla Troupe di recuperare le valigie, ad un attore è stato persino negato di prendere il suo inalatore per l’asma”.

Per poter capire cosa è successo bisogna risalire indietro nel tempo. “Esistiamo ormai da 25 anni” racconta la presidentessa dell’Associazione La Giostra “Prima eravamo a Soccavo, facevamo la stessa cosa che abbiamo fatto a via Speranzella, teatro a tutto tondo: da quello per i più giovani al produzioni teatrali inedite”. Dopo dieci anni di lavoro a Soccavo però l’associazione resta orfana di uno spazio dove continuare le attività.

Nel 2016 l’associazione, regolarmente registrata al Comune di Napoli e alla Regione Campania come “associazione di produzione”, ha richiesto al Comune dei locali, seguendo l’iter burocratico previsto. Dopo aver fatto una ricerca dei  locali dismessi di proprietà del Comune, i membri dell’associazione sono alla fine arrivati a quelli di via Speranzella 81. Dopo un’attesa di un anno, nel quale i locali di Via Speranzella restano chiusi, La Giostra si vede assegnare quello spazio per un progetto teatrale rivolto al quartiere ed alle scuole con la durata di 15 giorni.

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“Abbiamo scoperto che il locale era assegnato a un’altra associazione che non occupava i locali – spiega ancora Valeria Tavassi – perciò, dopo un anno in cui lo spazio è rimasto chiuso, siamo potuti entrare e ci siamo trovati di fronte a uno spettacolo raccapricciante: cadaveri di topi, blatte ed altri orrori che preferisco non descrivere. Insomma il posto era inagibile, quando ci recammo lì con gli ingegneri del Comune loro si rifiutarono di entrare tanto era il disgusto”.

 “Siamo entrati in un luogo non soltanto inagibile ma anche dimenticato:  il Comune aveva completamente dimenticato di avere quella proprietà, noi siamo entrati con l’idea di rendere il teatro accessibile a tutti e sensibilizzare i giovani ed il quartiere a questa forma di espressione artistica”.

Pian piano, con tanta fatica e 35mila euro di spesa – usciti di tasca dall’associazione La Giostra - lo spazio rinasce dalle ceneri del degrado e dell’oblio nel quale era rimasto per numerosissimi anni e diventa finalmente un teatro.

 “Il nostro cartellone è sempre stato motivo di grande orgoglio per noi, - continua Valeria Tavassi- perché il nostro obiettivo è e sarà sempre quello di rendere l’arte accessibile a tutti e lo abbiamo realizzato per tre anni, i giovani hanno sempre avuto la gratuità per tutte le produzioni e il massimo che abbiamo fatturato per un biglietto è 12 euro… Senza contare i numerosi corsi di formazione gratuiti per i giovani del quartiere, il lavoro nei licei, il festival sull’immigrazione che abbiamo organizzato noi e che ha aperto la stagione teatrale di quest’anno. Io credo che dietro questa storia ci sia anche un po’ di risentimento: con i nostri prezzi abbiamo messo in difficoltà il mercato. D’altronde noi per le prove non chiedevamo delle cifre esorbitanti, per tutta la giornata con tanto di usufrutto del materiale chiedevamo 40 euro. È solo una teoria, ma forse siamo diventati troppo scomodi…”

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Recentemente la presidente dell’associazione ha scoperto che nel 2016, prima che La Giostra entrasse in attività, il sindaco aveva formulato una richiesta, quella di concedere il comodato d’uso dei locali all’associazione La Giostra per farne un teatro sociale di quartiere, uno spazio culturale aperto a tutti. “Ma nell’iter da assessorato ad assessorato questo documento è arrivato sulla scrivania dell’assessore alla cultura Nino Daniele, e lì si è fermato. Noi abbiamo scoperto l’esistenza di questo documento solo due mesi fa…”

Dopo tre anni di accordi verbali con il sindaco e il Comune, La Giostra è stata sgomberata ed adesso, per volontà del Comune rappresentato dall’assessore Alessandra Clemente, il locale è stato messo a bando.

“Ho la sensazione che siamo diventati uno strumento politico nel bel mezzo di una bega di palazzo. La cosa che ci rattrista e ci disgusta è che nel bando disponibile online si può leggere che l’affitto che il Comune ha imposto su questo locale è di 6.650 euro, e questo ci fa porre una domanda: se il Comune non ha mai regolarizzato la nostra situazione per dei problemi strutturali che impedivano alla burocrazia di funzionare, com’è possibile che per magia adesso sia possibile fittarlo?”.

“Noi allo scadere dei giorni concessi dal Comune - conclude Valeria Tavassi -avevamo chiesto la proroga all’Ufficio del Patrimonio. Stavamo realizzando tutto quello che avevamo promesso, e anche di più, con un livello di professionalità molto alto… Il teatro La Giostra ha ospitato produzioni regionali, nazionali ed internazionali… Da noi sono passati grandi e grandissimi del teatro, lasciando allo stesso tempo sempre moltissimo spazio alle realtà emergenti ed al teatro sperimentale, lo stesso sindaco de Magistris è stato nostro ospite più e più volte, spesso si è anche espresso pubblicamente in nostro favore, l’ultima volta due mesi fa in riunione, dove era presente anche l’assessore Alessandra Clemente.”

L’assessore Clemente, che ha ereditato la delega al Patrimonio prima divisa tra gli assessori Borriello, Panini e Piscopo, ci ha rilasciato solo una breve dichiarazione a proposito di tutta questa complessa vicenda: “Siamo favorevoli a tutte le forme di cultura e non mettiamo in dubbio la bontà dell’operato dell’associazione. C’è per un bando e si dovrà procedere seguendo i termini di legge, che garantiscono l’inclusione, le pari opportunità e la trasparenza”.

Chiudiamo, con la nostra solidarietà e la speranza che La Giostra ritorni nei Quartieri e dia continuità al suo investimento culturale e sociale insieme, con una domanda della presidente Valeria Tavassi: “Si sta chiudendo un ritrovo culturale e sociale di quartiere, ma quale associazione culturale a vocazione sociale può permettersi di pagare un affitto di 6.650 euro al mese?”

(Eva de Prosperis)