Poggioreale come officina del fare contro gli stereotipi

poggioreale cellaIl carcere di Poggioreale, intitolato a Giuseppe Salvia un suo vicedirettore assassinato dalla Camorra, è il carcere più grande d’Italia in termini di numero di detenuti. Uno studio dell’associazione Antigone del 2018 ha rilevato che l’istituto penitenziario registrava, nel 2018, con i suoi 2299 detenuti un surplus di circa 1611 detenuti, quindi quasi il 50% di persone in più rispetto alla capienza massima.

Questa prigione è uno dei due istituti penitenziari di Napoli, situato nel quartiere di Poggioreale dal quale prende il nome, a pochi chilometri dal centro storico ed a pochi passi dalla stazione ferroviaria centrale. Il Carcere di Poggioreale è molto presente nell’immaginario cittadino, se ne parla perfino nella Smorfia ed è citato in innumerevoli canzoni del repertorio classico napoletano.

L’imponente edificio fu finito di realizzare nel 1918 come progetto per sfollare le carceri in vigore all’epoca. “Molti dei problemi di Poggioreale sono causati proprio dalla sua vetustà, questo è un edificio che risale all’inizio secolo scorso” racconta la direttrice Maria Luisa Palma. 

La nuova direttrice, la Dott.ssa Palma, è da poco più di un anno alla guida del penitenziario. Quest’ultima e si sta muovendo per superare le criticità più evidenti, promuovendo e sostenendo numerosissimi progetti realizzati anche in collaborazione con il terzo settore privato “Lo Stato non riesce ad investire abbastanza per realizzare tutti i progetti di cui questo penitenziario ha bisogno. Il terzo settore privato ha la forza e le competenze specifiche per quest’incarico”.

La direttrice si è investita attivamente attraverso progetti di ristrutturazione del carcere che hanno come obiettivo di realizzare spazi per la socialità in ogni piano di ogni singolo padiglione. Ma anche alla chiusura definitiva delle aree non conformi ai principi di dignità umana. In particolare sono stati realizzati molti lavori di ristrutturazione al padiglione Roma, quello che ospita Tossicodipendenti, sex offender e Transessuali. Non solo questo padiglione è stato ristrutturato, in particolare il secondo e terzo piano, ma ospita anche un SerD interno per i detenuti tossicodipendenti, un caso più unico che raro nelle prigioni italiane.  “Secondo le leggi in vigore in Europa- continua la dottoressa Palma- ogni detenuto deve avere uno spazio calpestabile di 3mq2, noi queste regole le rispettiamo, poi ovviamente bisogna fare i conti con una struttura antica ed i suoi limiti strutturali... Stiamo realizzando molti lavori all’interno del carcere, sia per incrementare le attività che per migliorare la condizione delle celle. Presto ci sarà l’inaugurazione di un nuovo padiglione. Ci stiamo adoperando per rendere il periodo detentivo non solo una mera privazione di libertà ma vogliamo dare un senso a questo tempo”. 

Tristemente noto specialmente per il sovraffollamento ed il critico primato in termini di suicidi Poggioreale ha però anche un lato luminoso, che spesso sfugge ai media. All’interno del penitenziario sono numerose le attività a disposizione dei detenuti, che si tratti di attività formativo professionali come l’officina di metalli, la falegnameria industriale o ancora la Tipografia ed il ricondizionamento toner; o ancora ma corsi ludico creativi, come lo yoga, scrittura creativa, laboratorio di arte presepiale ed il Teatro. Esiste anche un programma che permette ad un piccolo numero di detenuti, selezionati accuratamente, di fare un’esperienza professionale fuori al carcere. Nel futuro prossimo ci sarà anche la realizzazione di un progetto alquanto singolare, partendo da un’idea promossa dalla Comunità di Sant’Egidio, a Poggioreale aprirà i battenti una pizzeria “Abbiamo già trovato i locali- dice la Dott.Palma- Una pizzeria a Poggioreale è il simbolo di quello che stiamo cercando di fare in questo penitenziario.”

Le telecamere di Napoli città solidale sono entrate nel carcere per raccontarne anche questa realtà, quella di un carcere, indubbiamente problematico, ma che cerca di risollevarsi mettendo al centro la dignità dei detenuti.