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Giovedì 25 Aprile 2024




Vertenza ASL, incontro in Prefettura

VertgeVerdoliva si prende una settimana di tempo per verificare se esistono le condizioni per nuova gara d’appalto.

Una settimana di tempo per risolvere la questione dei licenziamenti dei 500 operatori socio-sanitari che rischiano di restare senza lavoro perché i loro profili professionali non sono stati previsto nel nuovo assetto dell'assistenza ad anziani, disabili, sofferenti psichici e tossicodipendenti stabilito dalla Asl Napoli 1 Centro.

È quanto si è deciso questa mattina in Prefettura a Napoli, dove si sono incontrati rappresentanti degli operatori, dei sindacati, del gruppo Gesco e dell'Asl Napoli 1 Centro, mentre in piazza del Plebiscito era in corso un'assemblea degli operatori. L'incontro, al quale hanno partecipato anche il commissario straordinario della Asl Napoli 1 Centro, Ciro Verdoliva e il presidente del gruppo Gesco Sergio D'Angelo, rappresenta il tentativo di risolvere pacificamente una vertenza che è in corso da mesi e che dal 1 maggio 2019 metterà a rischio il posto di lavoro di circa 500 operatori se si verificherà quanto previsto dalla Asl Napoli 1 Centro per la gestione dei servizi  socio-sanitari: proroga fino al 31 aprile 2019, poi taglio di un terzo delle prestazioni e impiego di meno di cento operatori sugli attuali 620.

Sergio d’Angelo ha dichiarato a seguito dell’incontro in Prefettura: “Il dottor Ciro Verdoliva  si è preso una settimana di tempo per verificare se esistono le condizioni per programmare una nuova gara d'appalto che duri più a lungo e che ricomprenda tutte le figura professionali".

La Asl aveva previsto solo le funzioni educative nei servizi gestiti ad oggi da un'Ati con capofila Gesco (e che comprende Solco, Il Pioppo, Icaro e Prodos). Non sono previsti tutti gli operatori socio-sanitari, gli assistenti sociali, gli psicologi e i fisioterapisti e, nelle intenzioni della Asl finora manifestate (e rese chiare nell'ultimo bando di gara per l'affidamento dei servizi socio-assitenziali) ad assistere persone anziane, con disabilitare , sofferenti psichici e persone con problemi di dipendenze basterebbero gli animatori di comunità, educatori e terapisti della riabilitazione nei centri territoriali.

Gli operatori socio-sanitari (Oss) non erano più previsti nemmeno nelle strutture ospedaliere. Con la scomparsa di queste figure professionali, sarebbero scomparse anche le attività nei servizi di salute mentale per anziani e disabili: nelle Sir (strutture intermedie per sofferenti psichici), nelle Rsa (Residenze sanitarie assistite sia per salute mentale che anziani) e Rsh (Residenze sanitarie area riabilitazione – per disabili) e nei centri diurni (anziani, disabili, salute mentale).

"Indire una nuova gara che preveda tutte le figure professionali finora impiegate per i servizi socio-sanitari- conclude Sergio D'Angelo - sarebbe l’unica soluzione per la stabilizzazione contrattuale degli operatori. In questo modo il rischio massimo per loro sarà, eventualmente, cambiare datore di lavoro, perché sarebbe solo un passaggio di cantiere tra gli enti che attualmente li impiegano per gestire i servizi e quelli che si aggiudicheranno la gara. Perciò quanto prospettato oggi in Prefettura è un risultato accettabile, seppure ancora interlocutorio”.

 

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