“Accogliere i minori in famiglia con gli strumenti già dettati dalla legge”

L’appello dell’Associazione Matrimonialisti Italiani di Napoli  

holding handsStrumenti per accogliere i bambini e ragazzi in difficoltà o senza famiglia ce ne sono tanti, e già a disposizione per legge da molti anni, anche se alcuni vanno migliorati: dall’affidamento familiare alle diverse forme di adozione, nazionale ed internazionale. E se è vero che dare alla luce, più o meno naturalmente, un figlio, per una madre, un padre, una famiglia può avere un significato diverso e più profondo, è anche vero che spesso il senso di maternità, paternità, famiglia travalica ogni legame di sangue, più di quanto ci si possa aspettare.

Di fronte a tanti bimbi e ragazzini abbandonati, rimasti senza famiglia o provenienti da contesti multiproblematici, italiani ma anche stranieri non accompagnati, può entrare in gioco la legge, che offre l’opportunità alle famiglie napoletane di sfruttare l’affido familiare, uno strumento legislativo e sociale che, a certe condizioni, può anche tramutarsi in adozione.

A spiegarlo è l’avvocato Valentina de Giovanni, presidente della sezione Napoli dell’AMI (Associazione Matrimonialisti Italiani), che oggi pomeriggio promuove in un luogo simbolo di Napoli da questo punto di vista – la Basilica dell’Annunziata Maggiore, che accoglie la famosa Ruota degli Esposti – un dibattito per addetti ai lavori, ma non solo, dal titolo emblematico “Dalla ruota degli esposti ai giorni nostri. Casi di adozione felice. Esperienze a confronto”.

“Ad essere tutelato – spiega l’avvocato de Giovanni – dovrebbe sempre essere il diritto del minore a avere una famiglia, non quello della coppia o del single, che non hanno avuto, per vari motivi, l’opportunità di avere un figlio, a farsi una famiglia a tutti i costi. Ricordiamocelo sempre”.

Certo, non è sempre così facile e così immediato intraprendere l’iter di una adozione: quella nazionale molto spesso resta un miraggio per i tempi lunghissimi che una famiglia deve affrontare; va meglio quella internazionale, che però è molto onerosa e diventa inaccessibile per chi non ha le possibilità economiche per affrontare questo percorso.

“Noi come AMI – dice l’avvocato - stiamo facendo il possibile per porre le condizioni per snellire queste procedure, valorizzare l’adozione nazionale, che però dovrebbe avere tempi più brevi, e incoraggiare il ricorso a quella internazionale. Bisogna lavorare di più su questi temi”.

Una risorsa che non tutte le famiglie sanno di avere a disposizione è l’affidamento familiare, una forma di affido che implica l’uscita del bambino o ragazzo dal nucleo familiare d’origine (che per svariati motivi non può o non vuole prendersene cura) e l’ingresso, per un tempo limitato, in una nuova famiglia. A certe condizioni, però, l’affido può trasformarsi in adozione. “Quando la famiglia di origine è ritenuta dal giudice inadeguata per motivi insanabili oppure dichiara la propria indisponibilità a riprendersi il minore, la procedura può andare avanti e può essere fatta richiesta, da parte del nuovo nucleo familiare, di adozione”, sottolinea Valentina de Giovanni. 

Un ruolo significativo deve svolgere la rete sociale che si crea intorno al bambino e alla famiglia. Per il resto, si tratta di riscoprire il grande cuore delle mamme napoletane, secondo la responsabile AMI Napoli: “Apparteniamo alla cultura di un affidamento di fatto, come ci insegna la storia, quando non potevano crescere i figli le mamme, ci pensavano le nonne o le zie. Penso a Pino Daniele, che è stato tirato su dalla zia. Questa è una realtà che oggi conosciamo bene. Si tratta solo di formalizzare delle modalità di accoglienza da sempre presenti da noi, ove possibile, affinandole”.

Di questi temi si ragionerà proprio oggi, dalle 15,30 alle 18, presso la Sala delle Colonne dell’Annunziata (via dell'Annunziata 33, Napoli), nel corso dell’incontro promosso dall’AMI, che punta a una sensibilizzazione a queste tematiche di esperti e meno esperti, sottolineando il messaggio che si può partire proprio da quello che un tempo rappresentava un luogo di abbandono e molto spesso mortalità infantile, la Ruota degli Esposti, per rilanciare il tema dell’accoglienza e della ricerca di una speranza di amore anche per i ragazzi più grandi, difficili o con disabilità.

Al dibattito, seguirà lo spettacolo teatrale di Ramona Tripodi “A Rota”.

Mediapartner dell’iniziativa è il portale Napoli Città Solidale. 

Programma dei lavori

Saluti:

Assessore alla cultura del Comune di Napoli;

 Gian Ettore Gassani – Presidente Nazionale AMI;

Patrizia Esposito -Presidente del Tribunale per i Minorenni di Napoli

Maurizio Bianco - Presidente COA Napoli 

Introduce:

Valentina de Giovanni – Presidente AMI Napoli

Eduardo Miguel Salzano – Associazione Culturale Manallart  Storia della ruota degli esposti

Relatori:

Mariano Guida  Funzionario responsabile settore adozioni Tribunale per i Minorenni di Napoli

Emanuela Criscuolo  - Avvocato Ami Napoli “Il Diritto all'oblio”

Eugenia D’Alterio –  GdP Napoli - “Il ritorno alle origini”

Luca Trapanese – Scrittore - “Nata per  te”

Floriana Giordano- Avvocato Socio Fondatore Ami “La mia esperienza adottiva- il ruolo dell’avvocato”

Modera:

Carmela Cassese – Responsabile territoriale Ami Nola

Comitato Organizzativo:

Francesco Alessandrella Carmela Cassese Stefania Colesanti Pierpaolo Damiano Davide Dura Antonia Imparato Stefania Marchese Alfonsina Mastracchio Anna Oliviero Barbara Riccio Katia Solomita

Evento Formativo Accreditato dal Consiglio Dell'Ordine degli Avvocati di Napoli.

La Partecipazione all'evento darà diritto a 05 crediti formativi di cui 02 in deontologia.

Spettacolo teatrale ore 18:00

‘A Rota di Ramona Tripodi

con Marianita Carfora e Ramona Tripodi prodotto da Inbilicoteatro e Film

sottoscrizione consigliata euro 5,00

Note di regia:

Napoli. Giugno 1946 . 

Forse L'Italia scriverà la Costituzione. La città e la popolazione portano le ferite della guerra. Tra le macerie si attende l'esito del referndùm , mentre  la vita fiorisce anche dove non è desiderata. Anche dove non  è attesa. E' così che gli indesiderati nascono due volte . La prima quando vengono al mondo.  La seconda quando vengono “esposti” nella ruota. Così il giorno dell'abbandono diviene il loro compleanno, in una malinconica festa improvvisata dal rione . Ma questo Telluccia lo sa bene.Telluccia è il diminutivo di Annunziata .Quel nome che ha cercato di aggiustarsi addosso. Telluccia, che vuole dimenticare. La sua vita l'ha passata a sopravvivere. Tra bombardamenti, macerie e promesse infrante.  Due guerre nella sua vita. Dall'Annunziata lei non è mai voluta uscire.

Napoli. Giugno 1946.

Nel rione Forcella tra la gente si vocifera di una storia a metà tra il miracolo e la leggenda. Le scarpe della statua della Madonna dell'Annunziata si consumano. Tra poco tutto sarà finito. Anche questa notte presto cederà il passo all' alba, mentre la Madonna dalle scarpe consumate calpesta frettolosa una Forcella addormentata, per far   ritorno al suo altare. Immobile come una statua prima che il sole sorga .Prima che Telluccia si svegli. (Ramona Tripodi) 

M. N.