| SEGUICI SU seguici su Facebook seguici su Twitter youtube
Mercoledì 24 Aprile 2024




A Napoli apre Tamu

Una libreria per combattere la xenofobia e il mordi e fuggi

tamu inaugurazioneLa xenofobia è oggi figlia di un tempo in cui si ingurgitano le esperienze come il cibo, in cui non ci si ferma in ascolto dell’altro, in cui non incuriosisce e non si approfondisce la diversità. Anche Napoli, città aperta per antonomasia e crocevia dei popoli, si sta indisponendo nei confronti della riflessione, occupando tutti gli spazi affacciati sulla strada per fast food e bed & breakfast. Proprio a Napoli apre un presidio culturale necessario in questo momento storico. E’ Tamu - Medio Oriente, Nord Africa e altri sud, una libreria indipendente creata a via Santa Chiara da due ragazzi giovanissimi emigrati dal nord al sud Italia.

Tamu, libreria inaugurata il 21 settembre in via Santa Chiara 10/h, nel centro storico di Napoli, è un progetto di Cecilia e Fabiano, 27 anni a testa e il desiderio di creare non solo una libreria tematica, ma un punto di riferimento per chi è interessata/o a scoprire letteratura, storia, politica e società dei paesi che si trovano a sud e a est del Mediterraneo. Tamu - che in swahili significa “amabile” ed è il personaggio di un libro della scrittrice femminista marocchina Fatima Mernissi, un’eroina berbera che combatte contro i colonizzatori francesi - vuole coinvolgere sia chi è lettore appassionato, sia chi non è abituato alla lettura, perché i libri sono un pretesto per stringere legami e prendere decisioni sul nostro rapporto con il mondo.

Si tratta di un progetto necessario in particolare a Napoli che in questo momento rischia la gentrificazione e che, nonostante sia il cuore del Mediterraneo e un crocevia di popoli, non è estranea a manifestazioni razziste. E’ qui che Cecilia e Fabiano hanno deciso di aprire Tamu, trasferendosi al Sud da Bologna, dove hanno studiato, Cecilia originaria della Calabria, scienze politiche con indirizzo sviluppo e cooperazione internazionale e Fabiano, di Latina, italianistica. “Abbiamo scelto Napoli per vari motivi- spiega Cecilia-. Gioca tantissimo il fattore che è una città meticcia, mediterranea, ricettiva sia perché c’è l’Università sia perché è un crocevia culturale. Un luogo così mancava nel centro storico in un momento in cui sta cambiando molto con l’incremento del turismo e di attività che vanno a vantaggio di un certo tipo di economia fast food, dedicata solo a chi consuma le esperienze in poco tempo. In questo momento storico in cui la xenofobia sta prendendo piede in Italia abbiamo avuto l’idea di fare un lavoro culturale che deve andare di pari passo con il lavoro politico. Il nostro scopo è infatti invitare alla conoscenza dell’altro. Creare un luogo di scambio è un modo di incidere sul presente e contribuire ad una cultura della conoscenza che si opponga a quella dell’odio”.

Curiosando tra gli scaffali potrete trovare narrativa dalla A alla Z di autori che vanno dal Marocco all’Afganistan, saggistica su: migrazioni, studi di genere, islam, storia del colonialismo e inoltre una sezione di libri in arabo, una di libri per bambini e una di usato.

Tamu non è solo una libreria aperta dalle 8.00 alle 20.00 e in alcuni giorni fino alle 22.00 (giorni ed orari sono in via di definizione), ma vuole essere un luogo attivo dove incontrarsi recuperando la lentezza necessaria allo scambio e l’approfondimento. Partire dai libri è il pretesto per organizzare iniziative, workshop, corsi di lingua araba, curda, turca.

tamu

Tamu: l’incontro con Felwine Sarr e una visione diversa dell’Africa 

Dimostrando subito con i fatti la sua missione culturale, Tamu ha inaugurato venerdì 21 settembre alle 18.30 con la presentazione di Afrotopia di Felwine Sarr (Edizioni dell'asino, 2018) insieme all'autore, sociologo ed economista senegalese tra i più attivi intellettuali africani contemporanei. Oltre 100 persone tra il pubblico. Interessante e illuminate ascoltare le riflessioni raccolte nel saggio in cui Sarr indaga il ruolo del continente africano nell'economia globale, a partire dalle rappresentazioni che ne sono state finora offerte. “Se io nasco africano- ci racconta Sarr-, e non ho possibilità di occupazione e accrescimento nel mio paese, innanzitutto emigro in un altro paese dell’Africa, perché la maggior parte delle migrazioni è interna, mentre una porzione più piccola emigra in Europa. Siamo in un tempo storico in cui non abbiamo ben negoziato la decolonizzazione, siamo ancora nel post colonialismo e abbiamo bisogno di costruire le basi dell’economia e della politica e offrire uno spazio di sviluppo ai giovani. Se guardiamo le cose dal punto di vista storico del lungo periodo, le prospettive di sviluppo interno sono molto buone. Si sta accrescendo la popolazione della classe media e le multinazionali vengono ad investire in Africa perché hanno capito che il futuro si giocherà là giù. Il ruolo che abbiamo è invertire l’immaginario e convincere una parte dei giovani che anche se il presente è difficile, l’avvenire è sul continente. Chiarante la mobilità è un diritto normale, ma considerando i problemi di chi emigra in Europa che subisce il razzismo, l’esclusione, l’estrema destra, i giovani dovrebbero rendersi conto che se investissero sul continente gran parte dell’energia che utilizzano nel cammino durante l’emigrazione, non si troverebbero più in Europa. La grande domanda è dove investire l’energia. La nostra vitalità la dobbiamo mettere a servizio della costruzione di qualcosa di diverso, di più giusto per il mondo intero”. Anche a Dakar, come a Napoli, la rivoluzione politica passa per la cultura e per l’incontro. “In Senegal – conclude lo studioso- c’è una classe intellettuale che sta cambiando visione del mondo e vuole articolarla in un discorso multidisciplinare. Una visione positiva dello sviluppo dell’Africa passa non solo attraverso gli intellettuali, ma anche attraverso l’arte. La si incontra nei film, nella musica, nei documentari. A Dakar c’è un vero e proprio atelier del pensiero: ogni due anni in città si riuniscono artisti e intellettuali dell’Africa e del mondo intero e si ricostruiscono insieme le categorie del pensiero”.

Alessandra del Giudice 

agendo 2023 banner
Prenota la tua copia inviando una e-mail a comunicazione@gescosociale.it
tiSOStengo
unlibroperamico
selvanova natale 2020 banner
WCT banner
gesco 30 anni
napoliclick
Amicar banner 500

Archivio Napoli Città Sociale