Un nuovo presidio per mamme e bambini piccoli a Napoli

allattamentodi Alessandra del Giudice

Nasce un nuovo presidio per mamme e bambini a Napoli. Ad aprire lo spazio nella scuola dell’infanzia Lezzi a Sant’Agostino degli Scalzi (zona Museo-Materdei-Sanità) l’associazione Pianoterra, nata nel 2008 per aiutare le mamme e bimbi più vulnerabili con un approccio precoce messo in campo fin dalla gravidanza.

Pianoterra si è appena aggiudicata la gestione del progetto NEST (acronimo per Nido Educazione Servizi Territorio) promosso dalla Fondazione Con i Bambini in partenariato con Save the Children. A Napoli, in partenariato con il Comune e l’associazione culturale pediatri, realizzerà nella scuola per l’Infanzia Lezzi un servizio nido con orari flessibili e uno sportello per i genitori. Più precisamente uno Spazio Educativo e di Custodia (SEC) dedicato ai bambini fra 0 e 6 anni e  un Hub educativo territoriale dedicato ai genitori che prevede accoglienza, ascolto, sostegno e orientamento ai Servizi Territoriali e un’offerta multidisciplinare di supporto e accompagnamento alla genitorialità e alla famiglia, attraverso percorsi personalizzati.

Come funzionerà lo Spazio Educativo e di Custodia

“I bimbi potranno essere lasciati facilmente - spiega Ciro Nesci, vice presidente di Pianoterra -anche solo per un paio di ore, al contrario dei nidi normali che pongono dei limiti di ingresso e uscita e che quindi non sempre accolgono i bisogni delle mamme. In particolare si è pensato ai piccoli dai sei mesi ai due anni e mezzo che hanno più difficoltà a essere inseriti nei servizi educativi disponibili. Implementeremo attività specifiche per bimbi piccolissimi come la musica, il movimento e al contempo forniremo dei servizi per i genitori come lo sportello Caf, il pediatra, il nutrizionista”.

Come funzionerà l’Hub

“L’ Hub ospiterà figure professionali in ambito sanitario, sociale, educativo che accompagneranno le famiglie nell’orientamento al lavoro e all’acquisizione di misure di sostegno del reddito. Contiamo di raggiungere la platea di nuclei deprivati, composti da mamme spesso giovanissime, residenti tra Sanità e Museo, ma non ci sono limiti territoriali se si vorranno riferire a noi anche famiglie più distanti”

L’infanzia alla Sanità

L’area della Sanità è tra le più colpite dalla povertà dell’infanzia della città secondo Save the Children che a Napoli ha aperto tre “Punti Luce” per l’infanzia a rischio che propongono attività culturali, sportive, creative, ludiche, di cui uno proprio nella Sanità: un centro educativo per bambini e ragazzi tra 6 e 16 anni gestito da Pianoterra (gli altri due a Chiaiano e Barra).  Basti pensare che già i dati rilevati da Save the Children sulle offerte educative in Campania sono drammatici: solo il 3% dei bambini tra 0 e 2 anni riesce ad andare al nido o usufruire di servizi integrativi, l’89% delle classi della scuola primaria non offre il tempo pieno e il l’84% dei minori non accede ad una serie di attività ricreative, sportive, formative e culturali.

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Cosa fa Pianoterra

In questo panorama desolante, Pianoterra è oggi a Napoli un punto di riferimento e orientamento essenziale per le mamme più povere e marginalizzate e rappresenta, con la sua metodologia di intervento precoce, una realtà sociale esemplare.

Tra i progetti principali messi in campo dall’associazione: 1000 giorni, attivo a Napoli e Roma, che prevede l’accompagnamento per le future mamme, dalla gravidanza ai primi 3 anni vita del bambino; diritto di poppata che prevede la distribuzione di latte in formula per bambini da 0 a 12 mesi; lo spazio mamme che fornisce sostegno per famiglie con minori fino a 6 anni; fiocchi in ospedale, sportello di orientamento e ascolto presso l'ospedale Cardarelli per neogenitori.

La metodologia

La metodologia d’intervento si basa su un approccio precoce con l’obiettivo di offrire migliori opportunità a ciascun bambino al momento della nascita e anche prima, durante la gravidanza, facilitando l’accesso ai servizi materno-infantili che uniscono cura, assistenza sanitaria per l’infanzia, educazione precoce e sostegno alla famiglia. Migliorando le condizioni di partenza di una giovane vita infatti si possono prevenire problemi di salute e sviluppo legati alla povertà e alla marginalità evitando che si trasmettano di generazione in generazione.

 “Là dove la funzione dei consultori si è svuotata di senso- continua Nesci- Pianoterra non vuole sostituirsi alle istituzioni, ma incentivare pratiche di welfare generativo che prevedano l’assunzione di responsabilità sociali e comunitarie a sostegno della prima infanzia da parte di attori territoriali pubblici e privati. Cerchiamo la giusta misura tra il sostegno materiale e la richiesta di attivazione personale. Infatti domandiamo alle mamme di portarci il certificato dei servizi sociali e un certificato medico del bambino, questa modalità costringe da un lato a segnalare all’ufficio dei servizi sociali territoriali l’esistenza del nucleo famigliare, dall’altro a far visitare il figlio. Anche diritto di poppata prevede che a fronte del latte donato le donne partecipino ad incontri informativi sulla gravidanza, sui diritti e sulle misure di aiuto pubbliche. In questo modo cerchiamo di far superare alle donne i propri blocchi e diventi parte responsabile dello sviluppo della propria vita e di quella del bambino”.

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Gli utenti

L’associazione nel 2016 ha sostenuto 510 nuclei familiari, seguito 235 bambini da 0 a 6 anni, accompagnato 326 bambini e ragazzi tra i 6 e i 20 anni, distribuito 880 kg di latte in polvere, raggiunto circa 2500 persone tra genitori e familiari. Tante donne arrivano al centro di Pianoterra a piazza San Domenico Maggiore ancor prima che nasca il bambino.

Tra le utenti una maggioranza di donne straniere, soprattutto nigeriane, marocchine, rumene, ma non mancano italiane giovanissime. “Tra le storie positive esemplari - racconta Rossella Mancino, coordinatrice dello spazio mamme, programma co-finanziato da Save the Children-  quella di F. una ragazza rumena arrivata in Italia a 15 anni, incinta al 7 mese di gravidanza che seguendo il corso di italiano ha imparato perfettamente la nostra lingua e ora sta cercando di realizzare il suo sogno di diventare parrucchiera con il nostro aiuto: prima ha seguito un corso di formazione e ora sta facendo un tirocinio lavorativo in un salone di bellezza. C’è poi R. di 25 anni, napoletana nata e cresciuta in un contesto di enorme degrado, che ha tre bimbi, due avuti da una relazione in cui subiva una violenza psicologica, l’atro da un uomo che non l’ha riconosciuto. Attraverso scuola di mamma, anche se con grandissima fatica, sta cominciando ad emanciparsi dalla famiglia d’origine, è riuscita a separarsi dal compagno grazie al sostegno gratuito di un avvocato di Save the Children. Il suo progetto di stabilità è trovare un lavoro e riprendere con sé i figli affidati all’ex marito. Noi le siamo accanto”.