Figli di genitori detenuti

La conferenza internazionale a Napoli 

detenuto visita figlioOgni anno circa 100mila bambini in Italia, oltre 2 milioni in Europa e circa 25 milioni nel mondo hanno un genitore detenuto. Bambinisenzasbarre e Children of Prisoners Europe quest’anno hanno scelto l’Italia e Napoli per la conferenza internazionale “Figli di genitori detenuti”, un approccio integrato per il mantenimento della relazione fra figli e genitori detenuti a beneficio dell’intera società. Lia Sacerdote, analista filosofa, presidente di Bambinisenzasbarre Onlus ci spiega l’importanza del lavoro realizzato in carcere per accogliere i figli dei detenuti.

L’Italia è stata scelta come sede della Conferenza annuale paneuropea di COPE (Children of Prisoners Europe) co-organizzata da Bambinisenzasbarre Onlus membro italiano di Cope e del suo direttivo. Napoli diventa per un giorno la città mondiale dei diritti di tutti i bambini anche dei bambini con genitori detenuti. “Quest’anno è stata scelta l’Italia perché è il paese pilota del Protocollo-Carta dei figli di genitori detenuti un documento radicale che impegna il sistema penitenziario a trasformare e cambiare la propria cultura consapevole della presenza quotidiana di migliaia di bambini e del ruolo genitoriale del detenuto. Si tratta della prima carta mondiale di questo tipo ed è ritenuta dalla Commissione Europea un modello per tutti i Paesi dell’Unione Europea. Il 30 novembre del 2016 il Protocollo è stato presentato su invito dell’Europarlamento a Bruxelles e lo scorso 1 febbraio all’ONU alla presenza dei delegati di oltre 50 Paesi dei cinque continenti”, spiega Lia Sacerdote, analista filosofa, presidente di Bambinisenzasbarre Onlus.

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La missione di Bambinisenzasbarre è promuovere il mantenimento della relazione figlio-genitore durante la detenzione e sensibilizzare la società civile perché si faccia carico dei diritti umani, sanciti dalle convenzioni internazionali, in favore dei minori separati dai propri genitori detenuti, affinché il diritto alla genitorialità venga garantito, culturalmente assimilato e reso parte del sistema valoriale.

Da un anno l’associazione è anche a Napoli nel carcere di Secondigliano dove si è creato uno spazio, la stanza gialla, di accoglienza dei bambini. Napoli è diventata così la città pilota di un’azione che si estenderà a tutto il Mezzogiorno. “Napoli si è dimostrata una città aperta e ci ha consentito di estendere la rete al Sud- continua Sacerdote-. Una volta iniziato un progetto cerchiamo di renderlo permanente. L’attività a Napoli, coordinata da un’equipe di professionisti della cura come psicologi e pedagoghi, è portata a avanti grazie alla collaborazione con tirocinanti delle università partenopee e giovani del servizio civile nazionale e comporta un lavoro a 360 gradi che coinvolge tutti gli attori del carcere: dai genitori, alle famiglie, alla polizia penitenziaria”. Una volta a settimana gli operatori lavorano con le famiglie e i bambini prima dell’incontro con il padre, mentre una volta al mese l’arte terapeuta Daniela Morante tiene un laboratorio di disegno con i detenuti di alta sicurezza. Si tratta di un ciclo di 4 incontri che tutti i detenuti seguono a turno. Ma è l’intera istituzione carceraria ad essere coinvolta poiché lo scopo è rimodulare le pratiche interne di incontro e scambio con l’esterno.

Bambinisenzasbarre Onlus, che fa parte della rete europea di associazioni che si occupano del mantenimento della relazione genitoriale, parte proprio dallo smantellamento del pregiudizio che i bambini non debbano entrare in carcere. “I bambini sono tutti uguali, ma quando un bambino varca la porta del carcere vive un’esperienza potenzialmente traumatica, difficile, ma che può e deve essere sostenuta - chiarisce la presidente dell’associazione-. Noi sappiamo che la protezione migliore per i figli è mantenere la relazione con il genitore incarcerato perché solo grazie alla conoscenza della verità il figlio può fare una scelta di vita diversa. Spesso vengono dette bugie ai bambini o si impedisce loro di vedere il padre perché carcerato. Questo è deleterio per la relazione con la figura genitoriale di riferimento e lo sviluppo della loro identità poiché i bambini intuiscono la verità, ma vivono come una colpa il segreto loro celato. Dopo che gli viene spiegata la verità i bambini vanno a trovare il padre o la madre in modo più sereno, senza mitizzarli. Quella del carcere, quando il carcere è un luogo nel quale vengono rispettati i diritti tra cui il diritto all’infanzia, diventa un’esperienza di legalità per i bambini. Se invece i bambini vengono ingiustamente trattati, deducono che anche il padre sia trattato ingiustamente, e possono creare un’alleanza con il suo comportamento deviante”. Ne deduciamo che il carcere è il luogo dei paradossi e sebbene non adatto ai bambini paradossalmente diventa il luogo dei bambini perché è in carcere che i bambini devono incontrare i genitori carcerati. Operare uno svelamento della verità significa evitare che i bambini si separino dal genitore in modo traumatico e possano continuare a frequentarlo in modo sereno. Il carcere non può ignorare la presenza dei bambini. In Italia si è attivato un percorso legislativo innovativo, ma molto c’è ancora da fare c’è dal punto di vista pratico e culturale.

“Se un uomo o una donna sono incarcerati è come se tutta la famiglia lo fosse e la società deve prendersene cura- conclude Lia Sacerdote-. Un principio sul quale ci impegniamo tantissimo è che i figli dei carcerati non debbano subire l’emarginazione e lo stigma sociale. Facciamo campagne di informazione e divulgazione e abbiamo attivato un tavolo di monitoraggio permanente con il Garante dei diritti dell’Infanzia e il Garante dei diritti dei Detenuti perché la Carta venga applicata attraverso il coinvolgimento delle istituzioni a partire dalla scuola”.

Alessandra del Giudice

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La conferenza FIGLI DI GENITORI DETENUTI si terrà venerdì 18 maggio al Maschio Angioino (Sala dei Baroni) dalle 10.00 alle 18.00. L’accoglienza è dalle 9.00, la lingua ufficiale è l’italiano con traduzione simultanea dall’inglese e francese.

Interverranno i protagonisti del quotidiano lavoro fatto nelle carceri di 20 delegazioni di altrettanti paesi dell’UE: operatori delle organizzazioni non-profit e ONG, direttori delle amministrazioni penitenziarie e delle carceri, garanti dei diritti dell’infanzia e dei detenuti, decisori politici, scienziati, psicoanalisti, filosofi, i media nazionali e internazionali, e anche un protagonista dello storytelling musicale, il cantautore napoletano Maldestro, testimonial di Bambinisenzasbarre.

La conferenza indagherà  su come gli stakeholder e i decisori possano collaborare allo sviluppo di sistemi integrati di supporto ai bambini con genitori detenuti, sostenendo i loro diritti e la loro crescita psicoaffettiva, che incide sulla responsabilizzazione dei genitori e sulla riduzione della recidiva, della criminalità intergenerazionale e dei costi sociali. La conferenza presenterà esperienze di buone pratiche multidisciplinari da tutta Europa e ospiterà un confronto fra giornalisti e operatori della comunicazione su come i media possano giocare un ruolo costruttivo nella sensibilizzazione collettiva sul tema dei bambini figli di genitori detenuti (oltre 100mila ogni anno in Italia e più di due milioni nell’Europa del Consiglio). La conferenza verrà aperta e presieduta da Mauro Palma, Garante nazionale dei Diritti delle Persone detenute o private della libertà personale, già Presidente del Comitato Europeo per la Prevenzione della Tortura e dei trattamenti o pene inumani o degradanti (CPT). La conferenza è salutata dall’avvocato Elena Coccia, Presidente Osservatorio permanente Centro Storico di Napoli Sito Unesco.

La conferenza è divisa in quattro panel.

Il primo panel affronta il tema della necessità d’un approccio olistico al problema che coinvolga tutti i soggetti operanti perché facciano sistema.

Speaker

Lia Sacerdote, analista filosofa, Presidente di Bambinisenzasbarre Onlus

Filomena Albano, Garante Nazionale per l’Infanzia e l’Adolescenza

Santi Consolo, Capo del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria

Adriana Pangia, Presidente del Tribunale di Sorveglianza di Napoli

Luigi Pagano, Provveditore Regionale Amministrazione Penitenziari Piemonte, Liguria e Lombardia

Donatella Cerè, Consigliera Nazionale Forense, Roma

Alain Bouregba, psicoanalista, fondatore di COPE Network, Parigi

Luigi Manconi, Presidente Commissione Speciale diritti umani del Senato

Gabriele Frasca, scrittore, poeta, filosofo, Napoli.

Il secondo panel vuole disegnare un percorso concreto per l’adozione in Europa e nel mondo del Protocollo italiano.

Nel luglio del 2016, il Protocollo-“Carta dei figli di genitori detenuti”, rinnovato lo scorso 6 settembre, dal Ministro della Giustizia Andrea Orlando, dalla Garante nazionale per l’Infanzia e l’Adolescenza Filomena Albano e da Lia Sacerdote, presidente di Bambinisenzasbarre è stato ritenuto dalla Commissione Europea un modello per tutti i Paesi dell’Unione Europea.

Testualmente: “La Commissione Europea accoglie con favore il Protocollo italiano e una diffusione dei suoi contenuti presso tutti gli attori in causa che si adoperano per i diritti dei bambini. È competenza di ogni Paese adoperarsi in questo senso”.

Il 30 novembre del 2016 il Protocollo-Carta dei figli di genitori detenuti è stato presentato su invito dell’Europarlamento a Bruxelles e lo scorso 1 febbraio all’ONU alla presenza dei delegati di oltre 50 Paesi dei cinque continenti, con l’Argentina che per prima ha dichiarato l’intenzione di seguire l’esempio italiano.

Speaker

Maria Lucia Pereira Karam, Tribunale di Giustizia dello Stato di Rio de Janeiro, Brasile

Francisco Mugnolo, Procurador Penitenciario de la Nación, Argentina

Benyam Dawit Mezmur, Presidente del Comitato sui Diritti dei Bambini (CRC)

Ilina Taneva, Secretary to the Council for Penological Co-operation, Consiglio d’Europa

Andrea Orlando, Ministro della Giustizia

Antonio Tajani, Presidente del Parlamento Europeo, invitato.

Nel pomeriggio il terzo panel dà voce alle migliori pratiche selezionate in Europa del lavoro intrapreso, compresa l’Italia. Saluto del Sindaco di Napoli Luigi De Magistris.

Speaker

Winie Hanekamp, Exodus, Paesi Bassi

Sarah Roberts Beresford, POPS, England & Wales & Tim Haines, Families Outside, Scozia

Vessela Banova, Child&Space, Bulgaria

Direzione Carcere di Opera-Milano, Italia

Direzione Casa Circondariale di Secondigliano, Napoli.

Conclude il quarto panel fra i responsabili dei media tradizionali e del web sul tema del Terzo settore/ONG, i suoi obiettivi, le sue sostenibilità e su come i media si posizionano di fronte a temi sociali sensibili ma senza ghettizzarli nell’ambito del solo Terzo settore.

Speaker

Alberto Contri, Presidente, Pubblicità Progresso Foundation

Simona Panseri, Direttore  Corp. Communications & Public Affairs South Europe, Google

Facebook, Laura Bononcini, Head of Public Policy, Facebook

               Adriano Coni, Direttore Responsabilità Sociale, Rai-Radiotelevisione Italiana

               Gina Nieri, Consigliere d’Amministrazione, Mediaset

Conclude la conferenza, Lucy Gampell, Presidente della rete internazionale Children of Prisoners Europe (COPE).

  • L’iscrizione è gratuita ma necessaria per avere i materiali, l’eventuale attestato nominativo di partecipazione, coffee break e lunch.
  • Per l’iscrizione andare qui: www.bambinisenzasbarre.org.