Rom e napoletani, la convivenza difficile

L’8 aprile è la #GiornataInternazionaleRomeSinti

romVivono da anni nel nostro Paese, buona parte di loro è rappresentata da cittadini comunitari, ma i rom ancora oggi non hanno alcun riconoscimento e si trovano a rivendicare continuamente il proprio diritto ad esistere e ad abitare, contro chi li vorrebbe lontani dalle proprie terre e in barba a norme nazionali ed internazionali che dovrebbero tutelarli.

Secondo gli ultimi dati della Comunità di S. Egidio, i rom costituiscono la minoranza più numerosa in Europa (828.510, ovvero l’1,36% sul totale) ma anche la più discriminata. Unico in Europa a non avere una regione di riferimento, quello che chiamiamo popolo rom, in realtà, rappresenta un universo molto eterogeneo al suo interno, con una differenza tra quelli europei, che hanno un passaporto, e quelli dell’ex Jugoslavia che non hanno status giuridico. In Italia, la maggior parte di rom e sinti si concentra nel Lazio, in Lombardia, in Calabria e in Campania.

In vista dell’8 aprile, Giornata internazionale dei Rom e Sinti - istituita per ricordare il primo Congresso internazionale del popolo Rom (Londra, 1971) e si costituì la Romani Union, la prima associazione mondiale dei Rom riconosciuta dall’Onu – facciamo il punto della situazione sulla complicata convivenza tra rom e napoletani nel capoluogo campano, dove, secondo le ultime stime, vivono circa 4500 persone di etnia rom. Di questi solo una parte è stanziale nei campi autorizzati (centro di accoglienza per soli rom “Grazia Deledda” e campo di Secondigliano), tutti gli altri vivono in insediamenti informali, tra Scampia e la periferia est di napoli (Ponticelli, Poggioreale, Gianturco), solo per restare nei confini del territorio cittadino.

Emblematico della situazione napoletana è il caso del campo rom di Gianturco, balzato alla cronaca nelle scorse settimane. Nell’insediamento di via Brecce, a pochi metri dalla Stazione Centrale, da circa un anno vivono circa 1400 persone, di cui 400 bambini: rom rumeni soprattutto, ma anche migranti dell’est e africani, arrivati qui dopo sgomberi o incendi di altri campi della città, da quello della Marinella a quello di Poggioreale. A Gianturco, grazie al lavoro degli attivisti del Comitato Abitanti via delle Brecce, che ha creato un incontro tra gli abitanti del quartiere e i rom, si sono evitate quelle tensioni esplose in altre zone della città, come Scampia, Poggioreale e soprattutto Ponticelli. I movimenti hanno difeso il diritto ad essere lì dei rom, denunciando “la strategia dello sgombero silenzioso, volta a intimidire e, in definitiva, a spingere gli abitanti del campo ad abbandonare spontaneamente la propria casa, attraverso sequestri di veicoli, passeggini, derrate alimentari, carrettini a mano, e il presidio continuo da parte delle forze dell’ordine”, ma non è servito a scongiurare il rischio sgombero. La Rete di solidarietà degli abitanti di Gianturco ha sollecitato varie volte l’amministrazione comunale – che, tra l’altro, parla di 850 persone che vivono nell’insediamento smentendo il dato più alto delle associazioni del territorio - a trovare una soluzione abitativa, individuata in un nuovo campo in via del Riposo co-finanziato dal Ministero dell'Interno capace di ospitare circa 170 persone. Intanto, lo scorso 30 marzo, è stato notificato agli abitanti del campo il decreto di sequestro preventivo che rende esecutivo lo sgombero dal giorno 11 aprile.

Che fine faranno tutti gli altri abitanti del campo di via Brecce? Secondo quali criteri saranno scelte le famiglie da destinare a via del Riposo, zona in cui già in passato ci furono tensioni con gli abitanti del quartiere e i rom furono allontanati?

Ma quello di Gianturco non è l’unico caso rappresentativo delle contraddizioni che riguardano la presenza dei rom nel nostro Paese. Esattamente tre anni fa, nel 2014, dopo le tensioni avvenute a causa di presunte molestie da parte di due ragazzi rom ai danni di una giovane napoletana, il campo rom di Poggioreale era stato smantellato su iniziativa dell’allora presidente della Quarta Municipalità di Napoli, Armando Coppola.

Sempre nella periferia est di Napoli, a Ponticelli, già teatro nel 2008 dei roghi scatenati dalle reazioni della gente del posto al presunto rapimento di un neonato da parte di una ragazzina rom, recentemente è stato sgomberato il campo di via Virginia Woolf, in cui vivevano circa 500 persone.

Episodi che hanno portato il Comitato campano con i rom, che si batte da anni in difesa dei diritti e della vivibilità delle popolazioni rom insediate da decenni nell’area napoletana e campana, esprime “forte preoccupazione ed indignazione per gli sgomberi che, a conti fatti, riguardano una popolazione di circa 2000 rom, messa sul lastrico senza alternative abitative, in spregio della protezione internazionale delle minoranze e delle strategie europee e nazionali che prevedono percorsi di inclusione sociale orientati al superamento della forma emergenziale”.

Sulla questione è intervenuta anche Amnesty International, che, a seguito di una recente visita a Napoli - dove i ricercatori dell’organizzazione hanno incontrato le autorità comunali e intervistato decine di residenti di Gianturco - ha espresso forte preoccupazione in merito agli sgomberi forzati, esortando le autorità locali ad avviare una consultazione con le popolazioni coinvolte per cercare nuove soluzioni abitative ed evitare che centinaia di persone finiscano per strada.

Del resto, l’Italia aderisce a una serie di trattati internazionali e regionali sui diritti umani che vietano la discriminazione sulla base della razza e dell'origine etnica e richiedono di garantire il diritto a un alloggio adeguato per tutti, anche vietando quegli sgomberi che vengono effettuati senza adeguato preavviso e consultazione con gli interessati nè garanzie di una sistemazione alternativa adeguata. 

Per maggiori informazioni e approfondimenti, leggi la voce “Rom” del Vocabolario Sociale edito da Gesco edizioni

http://www.napolicittasolidale.it/portal/ncs/speciale/144-i-rom-partenopei/5370-la-giornata-internazionale-dei-rom-e-dei-sinti.html?showall=&start=4

Maria Nocerino