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Giovedì 18 Aprile 2024




Salute mentale, la Campania fanalino di coda per finanziamenti

DSC0744La Campania è tra le regioni in cui si investe di meno per la salute mentale. È quanto emerge dal Rapporto sulla Salute Mentale 2015 del Ministero della Salute, pubblicato a dicembre 2016; la prima analisi a livello nazionale dei dati rilevati attraverso il Sistema Informativo per la Salute Mentale (SISM) su utenza, attività, personale e costi dei Servizi di Salute Mentale in Italia.

Qualche esempio da evidenziare tra i numerosi indicatori presi in esame dall’indagine;

  • il numero di strutture attive pubbliche e private: in Campania ci sono 22 reparti ospedalieri di diagnosi e cura in strutture pubbliche per un totale di 180 posti letto contro i 53 reparti (con 796 posti letto) della Lombardia e i 36 reparti (con 399 posti letto) della Sicilia.
  • Il numero di utenti presenti in strutture residenziali psichiatriche è pari a 1,56 per 10.000 abitanti residenti contro una media nazionale di 6,10
  • Il trattamento in una struttura residenziale è un trattamento di lunga durata in cui il valore nazionale è di 756,4 giorni con valori regionali diversi che vanno da 30,7 giorni della Campania a 585,7 giorni dell’Emilia Romagna fino a 2.268,9 del Veneto.
  • Il personale impegnato nelle strutture residenziali psichiatriche o comunque in interventi socio-sanitari, raggiunge il valore orario annuo più basso d’Italia, 4,85 per 10mila abitanti contro i 230,39 della media nazionale.
  • Il costo regionale pro-capite per assistenza psichiatrica territoriale per anno ha subito una severa e progressiva contrazione negli ultimi tre anni.

Del resto a dimostrazione di questo c’è inequivocabile il dato relativo ai finanziamenti: secondo la legge, le aziende locali sanitarie dovrebbero investire il 5% del loro bilancio annuale nella salute mentale. Si collocano al di sopra della soglia solo Trento e Bolzano; l’Emilia Romagna, con il 4,93%, è l’unica regione sostanzialmente aderente all’impegno, mentre l’Umbria (4,65%) è l’unica che si pone al di sopra del 4%. La maggior parte delle regioni assegna alla salute mentale tra il 3% ed il 4% della spesa sanitaria; nella ‘zona critica’, al di sotto del 3%, si trovano Veneto, Valle d’Aosta, Sardegna, Marche. In coda, la Basilicata e la Campania, che investe appena il 2,4% della spesa sanitaria.

A commentare i numeri campani è Fedele Maurano, direttore del Dipartimento Salute Mentale dell’Asl Napoli 1 Centro: “I valori raggiunti dalla Campania, a quanto si legge nel rapporto, la collocano come fanalino di coda nel nostro Paese nel campo della promozione e tutela della salute mentale, nonostante l’impegno e lo sforzo quotidiano di tanti operatori.  I Servizi per la Salute Mentale subiscono un costante processo di sotto-dimensionamento proprio quando tutte le statistiche indicano un aumento delle condizioni di disagio psichico nella popolazione: “si calcola ad esempio che solo nel periodo 2006-2013 il numero delle persone che presentano sintomi di interesse psichiatrico (ansia e depressione, innanzitutto) sia cresciuto di oltre 1 milione. Non c’è salute senza salute mentale”.

“Non ci sono finanziamenti adeguati perché la salute mentale non è ritenuta una vera priorità nelle politiche di salute”, spiega il dott. Maurano, sottolineando come questo sia un problema già conosciuto. Tanto è vero che nei mesi scorsi è partito un appello rivolto alle istituzioni, locali e nazionali, sulle drammatiche condizioni del Sistema di Cura per la Salute Mentale in Italia, da parte dalla Società italiana di Epidemiologia Psichiatrica e sottoscritto dalla quasi totalità dei Direttori di DSM italiani e da tutte le associazioni scientifiche impegnate nel campo.

“I tagli alla sanità operati negli ultimi anni – si legge nella lettera di denuncia indirizzata ai Responsabili delle amministrazioni locali e al Ministro della Salute - le restrizioni al turn-over del personale, la riduzione dei centri di responsabilità per l'accorpamento delle ASL, con la creazione di Dipartimenti di Salute Mentale ‘monster’ per oltre 1 milione di abitanti e lo snaturamento dei principi fondanti la salute mentale di comunità, ossia la prossimità dei punti di accesso con i livelli di governo, il radicamento territoriale, il legame con le comunità locali stanno determinando effetti devastanti sulla qualità dei servizi e sulla motivazione del corpo professionale”.

“Il sistema dei servizi di salute mentale è a rischio molto alto di marginalizzazione e di arretramento –afferma il dott. Maurano- Bisogna rilanciare gli obiettivi della presa in carico e dei conseguenti appropriati programmi di cura e di assistenza delle persone con sofferenza psichica sulla base dei criteri di tempestività, promozione e sviluppo delle loro potenzialità di vita, continuità ed empowerment riconoscendo la centralità dei loro diritti sociali e di cittadinanza. Diventa così inderogabile un cambio di tendenza con finalmente attenzione, risorse e investimenti adeguati da parte degli amministratori locali”.

Scarica il Rapporto Salute Mentale

Scarica l’appello

Maria Nocerino                                                                                                                              

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