Buon Compleanno Un Posto al Sole!

Orgoglio tutto napoletano

upas cast 2016La fiction più longeva d'Italia nasceva a Napoli il 21 ottobre del 1996 dal connubio tra il Centro Produzione Rai e dell'autraliana FremantleMedia. La storia di Un posto al sole è la cronaca di un successo preannunciato dal sistema produttivo, dalla passione dei lavoratori e dall'aspetto sociale.

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C'è chi non può cenare senza, chi è convinto di far parte della sua famiglia, chi, grazie a lei, si sente vicino all'Italia anche in un altro continente, chi non è un consumatore seriale, ma la considera un'icona della città.

Si, perché Un posto al Sole, fiction, social drama, real drama o come lo si voglia chiamare, la si guardi o non la si guardi, rappresenta un successo indiscutibile per i napoletani.
Con oltre 4600 puntate, continua ad essere un appuntamento molto seguito dai telespettatori di tutta Italia (circa 2 milioni) e del mondo (si parla addirittura di 20 milioni di emigrati italiani), raccontando i mille volti di una realtà polimorfa e complessa, perciò affascinante e bella come è, appunto, Napoli.
La prima puntata della soap, prodotta da Rai Fiction, FremantleMedia Italia e Centro di Produzione Rai di Napoli, andata in onda il 21 ottobre 1996 in orario pomeridiano (oggi e da tantissimi anni, in onda, dal lunedì al venerdì alle ore 20.35 circa), "viene data alla luce" in un momento buio del Centro Produzione Rai che rischiava di chiudere.
Chi avrebbe immaginato che Un Posto al Sole si sarebbe rivelato un vero e proprio miracolo?
A dispetto della prima puntata bagnata dalla pioggia, la storia di Un posto al Sole è la cronaca luminosa di un successo preannunciato: "il segreto è nei "titoli di coda"- spiega Francesco Pinto, direttore del Centro di Produzione della Rai di Napoli- ovvero nella passione e nella professionalità delle persone dietro le quinte ovvero della catena produttiva tipica della fabbrica, una parola nobile e straordinaria nata nel 900".

"La Fabbrica Rai, dove oggi lavorano quasi 500 - ricorda ancora Pinto- nasce tra fine anni '50 e i primi anni '60 in appena 4 anni con due modelli produttivi: il grande varietà girato nell'auditorium più grande d'Italia, da 1000 posti; e la sceneggiata, in particolare quella russa, girata tra lo studio tv2 (la prima "casa di Un posto al sole poi trasferito nello studio 1), il più grande studio d'Europa e gli esterni che, avendo bisogno della neve, venivano girati ad "AvellinoGrad".

Proprio le alte competenze sviluppate nell'ambito della sceneggiata, come la scenografia, vennero trasferite ai colleghi di Un posto al Sole. Tutte le fasi produttive si realizzano all'interno del Centro Rai di Fuorigrotta, gli stessi scrittori sono all'interno della fabbrica. D'altra parte non ci siamo inventati niente: negli anni '30 negli studios americani di Paramount gli autori lavoravano all'interno, ieri si chiamavano "Fitzgerald" oggi si chiamano "Terracciano".

Sono circa 80 i lavoratori continuativi per FremantleMedia e 120 per Rai che lavorano in Un Posto al sole. "I lavoratori del Centro di Produzione Rai- chiarisce Federica Castaldi, web&media content di Upas- si occupano degli aspetti tecnici: operatori, registi, montatori etc, mentre quelli di FlemantleMedia curano la parte creativa: dalla scelta degli autori a quella degli attori.
Ogni reparto produce dal suo punto di vista un episodio al giorno secondo un copione scandito al minuto dai piani di lavoro. Mentre si sta scrivendo l'episodio 10 sul set si sta girando l'episodio 1. Sono tutti anelli di una catena che si ripete continuamente partendo dall'ideazione".
Sono 921 i blocchi prodotti (girati e montati) e 4606 gli episodi prodotti (girati e montati) fino ad oggi. Ed attualmente in produzione ci sono: 925 blocchi per 4625 episodi.
Ogni puntata nasce nel reparto scrittura formato da 1 head writer, 4 editor, 5 storyliner , 3 sceneggiatori fissi e una quindicina di dialoghisti.
Creata dalla Flemantle Media sul modello produttivo della fiction australiana Neighbours, nei contenuti UPAS è un prodotto tipicamente italiano, anzi napoletano. "Lo stesso Wayne Doyle il primo head writer - racconta Paolo Terracciano, da oltre 16 anni head writer di UPAS-, ci tiene a sottolineare che il format originale è tutto italiano, con contenuti e personaggi italiani. Il segreto è la passione che ci mettiamo. Da 20 anni abbiamo lo stesso entusiasmo: ci divertiamo proprio".

"Uno dei protagonisti del prodotto è Napoli - sottolinea Fabio Sabbioni produttore creativo della fiction-: non si prescinde mai dal contesto. Napoli entra come scenario, ma anche come modo di essere, di vivere, di parlare. Come città di tesori, ma anche di aspetti critici. Ad esempio abbiamo raccontato Città della Scienza quando fu bruciata".
Il set è situato prevalentemente a Napoli e proprio al territorio, alla sua storia, alla sua cultura e alle sue problematiche, sono legate molte delle vicende raccontate nella fiction.
Ma in questi anni molte sono state le trasferte dei protagonisti sia in Italia (Palinuro, Cervinia, Marina di Camerota, Sorrento, Palermo, Venezia, Roma, Milano, Torino, Firenze e tante altre) che all’estero, arrivando persino a New York, dove la soap è graditissima alla comunità italiana residente. "La comunità italo americana ci segue molto- dice il produttore creativo- perché riconosce in Un posto al sole degli elementi di identità italiana. Nel real drama vedono un'Italia vera, quotidiana che conforta il loro sentimento nostalgico".
L'aspetto che rende unico Un posto al Sole è il Sociale.
"L'aspetto più importante che dà un'identità ad Upas- continua Sabbioni-, in quanto prodotto del servizio pubblico, e la rende unica rispetto alle soap americane è il sociale legato all'attualità e al territorio. Abbiamo affrontato temi quali i rifiuti tossici, la camorra con scene girate con i reali familiari delle vittime.
Certo non manca l'aspetto sentimentale che definisce il target popolare della fiction e fidelizza gli spettatori. Ci sono state storie d'amore quasi tra tutti i protagonisti tanto che oggi non si possono più incrociare ed è necessario inserire nuovi personaggi per raccontarne di nuove.
Abbiamo attori che avevano 9 anni quando hanno iniziato e adesso sono adulti, sono cresciuti insieme alla fiction. Questo dà allo spettatore il senso di realtà e di quotidianità rassicurante".

Amori, intrighi, passioni, vendette, gelosie, amicizia, temi classici della soap, sapientemente intrecciati con il vissuto quotidiano grazie alla bravura di 17 attori protagonisti e circa 30/35 attori ricorrenti e di 120  registi tra cui: Gabriele Muccino, Stefano Sollima, Francesco Micciché, Vincenzo Terracciano, Maurizio Simonetti, Lucio Gaudino.

Sono stati 35 i matrimoni celebrati e mancati girati, 22 i funerali, 4.467 baci (più di uno al giorno!), 510 gli schiaffi, 26 i personaggi arrestati.

" Un posto al Sole è una grandissima palestra per un attore- dichiara Patrizio Rispo, lo storico portiere del condominio più famoso d'Italia -, fare questo lavoro 300 giorni all'anno è una lotteria vinta, là dove la dignità dell'attore e la possibilità stessa di lavorare è negata, là non c'è un contratto nazionale e i lavoratori dello spettacolo lottano per ottenere i fondi per il cinema. Sono  consapevole di tutto questo e grato a UPAS anche perché attraverso Raffaele ho interpretato stati d'animo e situazioni tra i più disparati: dal padre, al marito, al figlio, alla vittima. Magari è bello fare un ruolo al cinema con Sorrentino, ma poi quando si lavora un'altra volta?
Il valore aggiunto di UPAS è che ci divertiamo lavorando: ci sono delle code di battute dopo le scene deliziose e continue tra noi attori, che ovviamente non sono mandate in onda, ma proprio questo spirito è necessario a far arrivare al pubblico il nostro entusiasmo. La mattina quando entriamo qui dentro lasciamo fuori dalla porta i nostri problemi e giochiamo come i bambini.
Un altro aspetto importantissimo è l'aspetto sociale: tanti attori sono impegnati fuori in battaglie di civiltà e per i diritti, come ad esempio per la salute dei bambini africani, contro la violenza sulle donne o l'abbandono dei neonati o contro la camorra, per la raccolta di fondi di varie campagne di beneficienza, nelle principali città italiane e partecipando ad eventi sportivi organizzate sempre per scopi benefici ad esempio per sostenere importanti ricerche mediche. La cosa fondamentale è poi che questi temi li trattiamo, in modo più o meno diretto, all'interno della fiction cercando così di sensibilizzare gli spettatori".
Una grande novità del 2017 sarà quella di girare una super puntata in diretta con gli spettatori nel grande auditorium Rai e forse, chissà, magari anche il film di UPAS.

Alessandra del Giudice