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La Mobilitazione del terzo settore contro i tagli al welfare 

assemblea modernissimo ott 2016I tagli al Welfare a Napoli sono la risultanza di un disinvestimento delle istituzioni locali e nazionali. Sottrarre operatori e fondi si traduce in incredibili sofferenze da parte delle famiglie con bambini e adulti disabili e anziani che già in precedenza non godevano dei livelli minimi di assistenza. Il terzo settore si è mobilitato il 4 ottobre per creare un coordinamento nazionale sul welfare. Vediamo come.

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Il bollettino di guerra è questo: 693 anziani e 415 disabili, di cui 63 minori, utenti dell’assistenza domiciliare, entro fine ottobre perderanno del tutto l’assistenza. A questi si sommano circa:

1200 disabili che non usufruiscono del servizio di accompagnamento (trasporto scolastico e di altro tipo) e i questi, 400 non ricevono nemmeno più l’assistente a scuola (materne e superiori). I restanti stanno ricevendo il servizio di assistenza materiale e di trasporto alle scuole dell’obbligo (elementari e medie) dai dipendenti di Napoli Sociale che però ancora non sono ancora stati stabilizzati in Napoli Servizi, essendo fallita nel frattempo Napoli Sociale. Degli oltre 418 dipendenti di Napoli Sociale, solo 320 finiranno in Napoli Servizi: la parte restante dovrà essere collocata in Asia e Anm il che comporterà in ogni caso il ridimensionamento dei servizi. In pratica saranno tagliati 200 operatori dell’assistenza domiciliare e 108 operatori dell’assistenza scolastica alle materne e alle superiori.
Questa è la situazione drammatica che ha spinto il terzo settore, capitanato dal Gruppo di Imprese Sociali Gesco,  a mobilitarsi lo scorso martedì 4 ottobre in un' un’assemblea pubblica in cui si è proposta la costituzione di un coordinamento nazionale sul welfare per aprire una vertenza con Governo, Regione Campania ed enti locali.
Hanno aderito all’assemblea: Funzione pubblica della CISL, UIL, USB; Fish Campania -Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap; ACI Sociali - Alleanza delle Cooperative Italiane (AGCI Solidarietà, Federsolidarietà e Legacoopsociali); Legacoop Campania; U.N.I.Vo.C. - Unione Nazionale Italiana Volontari pro Ciechi di Napoli;  Confcooperative Campania, AGCI Campania; Forum Regionale del terzo settore; Associazione Tutti a Scuola; Federconsumatori; Associazione Jonathan Onlus; Consorzio Solco; Cooperativa Il Quadrifoglio; Cooperativa Arte Musica e Caffè; Associazione Ventitre; Associazione Campo Libero.

Il problema dei tagli è trasversale: sia la Regione Campania che gli enti locali stanno disinvestendo sul welfare. Il Comune di Napoli nell’ultima manovra di bilancio ha stabilito la riduzione di 27 milioni di euro per le politiche sociali, con un taglio al welfare di circa 130 milioni in meno di tre anni. A causa dei tagli stanno già chiudendo i servizi di assistenza domiciliare per persone anziane e con disabilità, sono state ridotte le già esigue ore di assistenza a scuola per i bambini e ragazzi disabili e quelle per l’accompagnamento scolastico; stanno chiudendo le case di riposo per gli anziani e i convitti e semi-convitti per i minori a rischio.
Pertanto la proposta di Gesco è quella di stabilire regole ferree per i livelli minimi di assitenza a partire dal Governo Nazionale, come spiega Sergio D'Angelo, presidente del Gruppo Gesco: "Negli anni anche il Governo ha disinvestito nel welfare riducendo progressivamente il Fondo Nazionale per le Politiche Sociali e non definendo i Livelli essenziali di assistenza (Liveas) con il loro relativo finanziamento che compete allo Stato, così come previsto dalla legge quadro sulle politiche sociali (la 328 del 2000) e dalla Costituzione (riforma dell'art. 117, c. 2, lett. m). La Costituzione infatti afferma che lo Stato ha potestà legislativa esclusiva in materia di «determinazione dei livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali che devono essere garantiti su tutto il territorio nazionale», mirando a garantire un livello di uguale godimento dei diritti sociali (e civili) in tutto il territorio nazionale, demandando alle Regioni la definizione delle modalità di organizzazione dei servizi e la possibilità di prevedere livelli ulteriori di assistenza".
Attualmente la mancata attuazione di queste norme comporta che l’Italia sul welfare sia divisa in due, con il Sud che presenta una spesa media sociale pro-capite di meno di un terzo di quella del Nord-Est: circa 50 euro (la Campania arriva a 48,46 euro) rispetto ai circa 160 euro del Nord-Est.
I tagli al Welfare vanno ad incidere direttamente sulla vita delle persone, in particolare su quella delle persone più fragili. Silvana Piscopo, presidente dell'Univoc, Unione Nazionale Italiana Volontari pro Ciechi, Sezione di Napoli racconta come i tagli al welfare pubblico si traducano in un incremento delle domande di aiuto ai volontari che tuttavia non riescono a sopperire alle carenze dei servizi che dovrebbero essere pubblicii: "La pensione sociale non basta a pagare un badante. Più non si definiscono le priorità politiche più i più fragili sono esclusi".
"Per tutti la scuola è iniziata a settembre, ma a ottobre inoltrato i bambini disabili di Napoli sono ancora a casa", denuncia Mario Mirabile, presidente dell'Unione Italiana Ciechi della Provincia di Napoli.
Toni Nocchetti
, commuove con la lettura della storia di Francesco, ragazzo disabile che non può seguire le lezioni a causa dell'ascensore rotto e pertanto è stato bocciato. Il presidente di Tutti a Scuola è lapidario: "La buona politica è quella che sceglie da che parte stare. Se da quella dei lustrini o da quella di Francesco".

AdG

Guarda il Video della giornata di Mobilitazione