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Mercoledì 24 Aprile 2024




Transfobia in ospedale

"Oggi come 18 anni fa", racconta Loredana Rossi

nunzia lo preiatoNunzia Lo Preiato, una donna transessuale di 54 anni ha rifiutato il ricovero all' Ospedale San Giovanni Bosco di Napoli dopo essere stata umiliata e derisa dagli infermieri e anche da alcuni degenti. Loredana Rossi, vice presidente dell'associazione ATN Associazione Transessuale di Napoli.

Un nuovo ricovero per Nunzia Lo Preiato, la donna transessuale che venerdì 29 luglio era stata vittima di discriminazioni e umiliazioni nell'ospedale San Giovanni Bosco dove si era recata per un infarto. "Questa volta al Loreto Mare è stata accolta come qualsiasi persona bisognosa di cure- racconta Loredana Rossi, vice presidente dell'ATN- ha subito l'intervento di stand alle coronarie e sta bene".
Ma il comportamento che ci si aspetta da parte del personale medico e paramedico nei confronti di qualsiasi ammalato non si era verificato venerdì.
"Nunzia si era recata al  Pronto Soccorso de San Giovanni Bosco- ricorda Loredana Rossi-  e da là era stata mandata in terapia intensiva. Durante il trasporto l'infermiere aveva detto ad alta voce rivolgendosi alla donna: "Mo a chist a ro a mettimm" (E adesso questo dove lo mettiamo). Giunta nel reparto anche altri due degenti, un cinquantenne e un uomo che probabilmente era un trans f-m avevano aggiunto: "Mò a ro o mettono, è omm o femmena?" (Ora dove lo mettono? E' uomo o donna?). Ecco che Nunzia amareggiata e offesa ha firmato per andarsene dall'ospedale contro il parere dei medici. Anche se va detto che, ascoltato il suo racconto, anche il medico del Pronto Soccorso del san Giovanni le aveva suggerito di andarsi a ricoverare altrove".
C'è da sottolineare che Nunzia da 25 anni è donna oltre che nell'animo, anche sui documenti in seguito all'operazione di trasformazione dei genitali. Un'operazione necessaria, fino a poco fa, secondo la legge bigotta, ad una persona transessuale per avere diritto ad essere considerata giuridicamente "donna" (una recente sentenza del Tribunale di Roma ha consentito il cambiamento di genere anche senza l’operazione). Ma il pregiudizio e l'intolleranza, finanche di un'altra persona trans, hanno valicato anche la legge passando sulla sensibilità e il corpo di Nunzia che ha rischiato di morire a causa della transfobia.
Infatti la donna tornata a casa prematuramente domenica ha un secondo infarto e la collega e amica Loredana Rossi chiama l'ambulanza che la porta d'urgenza al Loreto Mare dove finalmente ha ricevuto le cure e l'attenzione necessarie.
"Innanzitutto è sempre da stigmatizzare qualsiasi aggressione psichica e/o fisica che un paziente, già in condizioni di forte disagio, possa subire all’interno di una struttura sanitaria pubblica; per cui davvero sorprende il riferimento ad una presunta condotta di altri degenti, in quanto, comunque, anche in tale ipotesi, resta e deve rimanere ferma la responsabilità della struttura sanitaria. Ricade infatti, tra gli obblighi dell’ente ospedaliero nonché del personale medico e paramedico, quello di garantire la totale sicurezza e la dignità dei pazienti ricoverati, anche contro aggressioni di altri. La delicatezza della vicenda e il ruolo rivestito, avrebbero consigliato al direttore sanitario, una maggiore attenzione almeno alle condizioni di salute della sig.ra Lo Prelato che, purtroppo, dopo 24 ore, è stata ricoverata presso altra struttura ospedaliera", così ha commentato Mattino l'avv. Ileana Capurro, presidente di ATN, la dichiarazione del dott. Vito Rago, direttore sanitario dell’Ospedale San Giovanni Bosco rilasciata al Mattino di Napoli.
"Oggi come 18 anni fa, quando, dopo una notte con le flebo nel braccio mi stavano ricoverando nella stanza degli uomini. Non è cambiato nulla - denuncia Loredana Rossi-. Io l'associazione l'ho creata per questo: per difendere i diritti delle persone transessuali. Una delle più grandi battaglie dell’ATN è proprio l’adeguato trattamento negli ospedali, dove ancora oggi le persone transessuali sono fortemente discriminate. Ad esempio, alle transessuali donne, come nel caso di Nunzia Lo Preiato, non è riconosciuto il diritto di essere ricoverate nei reparti per donne. Anche se il sindaco De Magistris qualche mese fa ha inviato una circolare agli ospedali con la direttiva sul modo di accogliere le persone trans chiedendo la sistemazione in stanza privata, ciò non è bastato ad evitare il comportamento transfobico degli infermieri".  
Intanto le associazioni ATN (Associazione Transessuale Napoli) e Arcigay hanno convocato un presidio che si terrà giovedì 4 agosto, alle ore 11.30, presso l’Ospedale San Giovanni Bosco per esprimere la propria solidarietà a Nunzia Lo Preiato e per chiedere un confronto con il Direttore sanitario dell’ospedale, affinché episodi del genere non si ripetano più.

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