L'Aquilone compie 30 anni

Il centro diurno per pazienti psichiatrici festeggia con 40 borse lavoro

aquiloneL'Aquilone, centro diurno afferente al dipartimento di salute mentale della Asl Na1 Centro e co-gestito dalla Asl e dalla Cooperativa Era, specializzato nella manifattura di opere di artigianato compie 30 anni il 14 luglio.

Aperto come progetto all'avanguardia nell'86 ha fatto la storia della salute mentale in Campania. Ce ne parla Bianca Maria Croce, responsabile organizzativa della struttura per conto della Cooperativa Era del Gruppo Gesco.

Il Centro diurno per sofferenti psichici di Miano dipende dal dipartimento di Psichiatria della Asl Napoli 1 diretto da Fedele Maurano ed è un servizio sopradistrettuale (ovvero cui afferiscono pazienti psichiatrici di tutta la Asl Na1) co-gestito da pubblico e privato e diretto, per conto della Cooperativa Era, dalla psicologa Bianca Maria Croce e, per conto della Asl, dalla psichiatra Daniela Sorrentino.
Fino a poco fa era frequentato da 40 pazienti, ma al momento sono di meno perché una parte di essi, insieme a tanti altri selezionati su tutto il territorio della Asl Na1, è stato coinvolto in un progetto di formazione e inserimento lavorativo con 40 borse lavoro finanziate dalla Regione Campania e gestite da Gesco, Gruppo di Imprese Sociali. Un ottimo modo di festeggiare una realtà che fin dagli esordi ha segnato la storia della Salute Mentale in Campania.
L'Aquilone viene aperto nel 1986 grazie ai fondi della Comunità Europea come progetto sperimentale per le fasce emarginate in collaborazione tra il Centro di Salute Mentale dell'Usl 43 Secondigliano-Miano-San Pietro a Patierno diretto da Antonio Scala e il centro di formazione professionale Enaip, afferente alle Acli, per la formazione e inserimento lavorativo di soggetti con problemi psichiatrici. Dopo 2 anni, finiti i fondi il nucleo iniziale di medici e psicologi della Asl e dell'Enaip, tra cui la psicologa Bianca Maria Croce e i medici Michele Gargiulo, Tonino Pane e Giuseppe Ruggero, costituirono la cooperativa di tipo A con finalità sanitaria che in breve tempo fu affiancata da L'Aquilone Services cooperativa di tipo B realizzata da persone così dette "normali" e da persone con problemi psichiatrici con l'obiettivo di inserire persone svantaggiate.
"Nell'86 l'Aquilone era l'unico centro diurno a Napoli e nel sud Italia- racconta Bianca Maria Croce -  L'impostazione terapeutica del  professor Scala era avanzata poiché superava l'approccio puramente psico-farmacologico prevedendo interventi che incidessero sul sociale e sulle capacità dell'individuo di conservate le proprie risorse. Questo approccio dopo tanti anni non è cambiato: la nostra finalità è lavorare e rafforzare le capacità residue, stimolarne di nuove. Il presupposto eziologico fu quello di superare la diatriba sull'origine della patologia psichiatrica, ovvero la distinzione tra causa bio chimica genetica e causa sociale. La dualità era, ed oggi è chiaro alla maggioranza, un falso problema. Trattandosi di esseri umani le cause del problema psichiatrico sono molteplici: neurochimiche, neurologiche, sociali. Questo significa che bisogna agire su più livelli possibili, affiancando alla psicoterapia e alla farmacologia, l'intervento sull'ambiente sociale dell'individuo, sulla famiglia, sul gruppo sociale di riferimento e sul ruolo dell'individuo all'interno del suo gruppo".
Per attuare questo intervento complesso L'Aquilone ha sempre cercato di fare rete col territorio di appartenenza e di lavorare nell'inserimento al lavoro, utilizzando gli strumenti che sviluppano quelle abilità trasferibili nel mondo sociale: dall'abitudine a rispettare gli orari, alla responsabilità di portare a termine un lavoro, al lavoro di gruppo, fino a reggere i ritmi di impegno lavorativo.
L'Aquilone pur non avendo la funzione di cura- non sono effettuati interventi psicoterapici ne psicofarmacologici ed ogni paziente resta affidato al proprio psichiatra di riferimento della Asl- di fatto esplica una cura dell'animo umano attraverso la stimolazione della manualità e della creatività elementi essenziali per rendere le persone libere.
Tra i laboratori che i pazienti frequentano: ceramica; recupero e restyling del mobile; legatoria, libro e cartonaggio; sartoria con recupero di stoffe nonché la pratica di una serie di attività complementari mirate a favorire l'autonomia della persona come il corso di cucina elementare. I manufatti realizzati sono all'altezza del mercato e realizzati attraverso il riuso e l'utilizzo di materie naturali: alberi con tronco in legno e chioma con retina o lana o carta riciclata, splendidi vesuvi in ceramica, cornici realizzate con carta di giornale, vecchie credenze restaurate con elementi di decoro originali. L'idea alla base di tutti i laboratori dell'Aquilone è quella di recuperare oggetti che andrebbero perduti così come nel Centro si cerca di far esprimere nonché formare al lavoro persone che altrimenti sarebbero emarginate dalla società.
A dimostrazione che l'inserimento lavorativo è una finalità concreta e non un'utopia questi primi 30 anni di attività sono stati festeggiati da un progetto ambizioso appena partito: 40 borse lavoro di un anno finanziate dalla Regione Campania e gestite dallo psichiatra Michele Gargiulo, tra i fondatori dell'Aquilone, per conto di Gesco sono state attribuite a 40 pazienti provenienti dalla Asl Na 1 selezionati tra 80 pazienti inviati dai centri di salute mentale napoletani.
I  lavoratori, in base alle loro potenzialità e ai loro desideri, accompagnati da 8 tutor, stanno lavorando in tanti punti della città; ad esempio nella libreria Universitaria Pisanti di Corso Umberto I; a Palazzo Venezia; in una fabbrica che confeziona di camice; nel polo enogastronomico Il Poggio. Contestualmente è stata creata una Multiservice che formi le persone nelle competenze richieste nel mondo del lavoro, come giardinaggio, trasporto, idraulica, pulizie, così che terminate le borse lavoro i pazienti abbiano un bagaglio tale da essere inseriti in modo definitivo nel mondo del lavoro.

AdG

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