Diritti e Uguaglianza: onorare la memoria per costruire il futuro

rosa parks anniversarioSessant’anni fa Rosa Parks rifiutava di lasciare il suo posto sull’autobus e con un gesto sommesso e dignitoso dava il via al grande movimento per i diritti civili guidato da Martin Luther King. Oggi la commemorazione a Napoli, in Piazza Carlo III, tra bambini, ragazzi, artisti e rappresentati delle istituzioni. Perché la memoria la si onora davvero solo se è da sprone per il futuro.

Piazza Carlo III, Napoli, è un groviglio di macchine e motorini e bus in sosta tra tavolini dei caffè, autofficine e la facciata dell’Albergo dei Poveri che nessuno guarda più: ci passi perché devi passarci se vuoi andare verso la stazione centrale o prendere un bus per il centro e non vedi l’ora di toglierti da quel caos. Lunedì 1° dicembre, invece, la storia è un’altra. Auto e motorini sembrano lontani anche se continuano a scorrere su doppia carreggiata, ma la piazza è piazza almeno nel suo centro, zeppa di bambini coi grembiuli bianchi e blu, di studenti con i cartelli e le magliette rosse, di musica, di balli, di giocolieri: stavolta puoi restarci, se vuoi. Stavolta sei in piazza e non devi toglierti di mezzo e passare oltre. Puoi ascoltare anche tu la voce che parla ad un microfono e dice: “Il cammino non vale solo per l’arrivo, il cammino vale per ricordare, per fissare le radici, per inchiodare la memoria: bisogna che i nostri figli e i figli dei nostri figli sappiano dove sono le loro radici”.

E i bambini napoletani, i ragazzi, le conoscono? Sanno delle loro origini e di quelle della loro città? Di sicuro oggi hanno imparato che il 1° dicembre di un anno lontanissimo, il 1955, a Montgomery, in Alabama, una donna non volle vergognarsi delle sue, lasciando impressa nella storia quella data come simbolo nella lotta contro il razzismo. Il suo nome era Rosa Parks e stava tornando a casa in autobus dal suo lavoro di sarta: non fece altro che occupare il primo posto a sedere disponibile; non fece altro che rifiutare di muoversi con un atteggiamento calmo, sommesso e dignitoso quando l’autista le ricordò che la sua stanchezza – fisica o emotiva – non valeva quanto quella degli altri poiché il colore della sua pelle era diverso. Venne per questo arrestata e incarcerata per condotta impropria e per aver violato le norme cittadine che obbligavano i neri a cedere il proprio posto ai bianchi nel settore comune, quando in quello a loro riservato non ve ne erano altri disponibili. Quel gesto – piccolo eppure così significativo – è stato uno dei momenti fondativi del grande movimento per i diritti civili guidato da Martin Luther King, il cui valore andò ben oltre i confini degli Stati Uniti.

Sono passati 60 anni da allora ma in Piazza Carlo III si parla ancora di diritti, di accoglienza, di uguaglianza: il Comune di Napoli aderisce, infatti, all'iniziativa nazionale di ricordo e sensibilizzazione indetta dal MibacT, il Miur e l'Anci in concertazione con l'Unar e che proseguirà con la campagna #alpostogiusto fino al 6 del mese. Istituzioni, scuole, comunità straniere e cittadini sono qui, dunque, non solo per onorare la memoria di Rosa Parks ma anche per farne tesoro oggi che la lotta al razzismo si scontra con paure e tensioni. “Bisogna portare in testa le proprie radici – continua la voce al microfono - per raccontarle ai figli e ai figli dei loro figli fino all’ultimo granello di sabbia. Meglio morire sapendo dove sei nato che trascinare un’esistenza molle e camminare largo” quasi come a dire che il diritto all’uguaglianza non si passa con il sangue di generazione in generazione ma bisogna impegnarsi quotidianamente. I ragazzi dell’Istituto Duca di Bonvicino espongono cartelli che gridano “Je suis Charlie”, “I am Rosa Parks”, “Io sono tutti gli oppressi del mondo”; i bambini dell’Istituto Comprensivo Imbriani ridono e gioiscono di una festa colorata e piena di promesse; i giovani dell’Educativa Territoriale di San Pietro a Patierno a breve saliranno sul palco per esibirsi in una performance musicale insieme al loro maestro, il musicista burkinabè Ibrahim Drabo ed i suoi Dankan. E c’è anche il sindaco, Luigi De Magistris, tra loro, a spiegare che “Nessuno è clandestino o siamo tutti clandestini: ce lo insegnano i musicisti che hanno suonato oggi, chi ha ballato, le parole che sono state dette. Napoli è la città della Liberazione quindi la mia esortazione è questa: togliete le catene ai vostri cuori, non abbiate atteggiamenti di odio verso chi è diverso da noi, la differenza è una ricchezza”. Per De Magistris, “la nostra città ha delle radici così belle perché è piena di cultura, piena di energie, piena di voglia di vivere e in un momento in cui qualcuno ci vuole terrorizzare noi dobbiamo dimostrare che Napoli è la città della solarità, dell’accoglienza”. “Noi non vogliamo le mura né il filo spinato” ribadisce prima di lasciare la parola al console americano, Colombia Barrosse che racconta di come ciò che fa prigionieri altri fa prigionieri anche noi: “Quando mia madre arrivò dalla Colombia non conosceva la legge che impediva a Rosa Parks e agli altri afroamericani di sedersi dove volevano, e prese uno dei posti riservati a loro, sul fondo di un bus. Anche a mia madre fu intimato di cambiare posto nonostante avesse spiegato che non c’erano problemi per lei: la legge era quella e doveva sedersi con i bianchi anche se non avvertiva differenze”. In piazza anche l’assessore alla Cultura e al Turismo, Nino Daniele, l’assessore al Welfare, Roberta Gaeta e l’assessore alla Scuola e all’Istruzione, Annamaria Palmieri, tutti coinvolti in questa manifestazione che ha unito napoletani, artisti provenienti da Africa, Argentina, Romania, Tunisia, SriLanka e anche un corteo, quello della federazione campana dell’Unione Sindacale di Base per la regolarizzazione dei rifugiati politici, dei braccianti agricoli e di tutti gli aventi diritto. Ecco, dunque, che la memoria diventa uno sprone per assicurare una accoglienza degna agli immigrati, lontana dalle speculazioni e dall'affarismo sulla pelle dei migranti e dei soldi pubblici e – perché no – anche per combattere il degrado dei quartieri popolari.

Il corteo è proseguito fino al centro cittadino, aperto da un vecchio Filobus, restaurato e che diventerà stage per narrare, attualizzandola, la storia di Rosa Parks, con l'intervento artistico a cura de La Bazzarra della compagnia teatral-musicale “A Sud Secondo Movimento” con artisti immigrati che vivono a Napoli. Per tutta la settimana, inoltre, dall'1 al 6 dicembre, alcuni autobus di linea allocheranno negli spazi abitualmente riservati alle pubblicità commerciali, sul retro e sui laterali dei mezzi, la campagna #alpostogiusto per la quale gli Archivi Alinari hanno concesso l'immagine di Rosa Parks, seduta nella parte anteriore di un autobus pubblico e, dietro di lei, il giornalista Nicholas C. Criss.

RRF

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