Il Mezzogiorno: situazione disastrosa

L'Alleanza Cooperative Italiane Campania suggerisce una svolta 

aci a napoliPartendo dai dati del Rapporto Svimez 2015 in cui il Mezzogiorno appare meno sviluppato della Grecia, l'Alleanza Cooperative Italiane Campania in occasione dell'assemblea annuale del coordinamento permanente, si interroga sull'analisi disastrosa dell'ente di ricerca e sul ruolo della cooperazione nel contribuire a possibili soluzioni.

Le proposte principali sono: la collaborazione con le istituzioni e il sostegno alle cooperative giovanili e ai lavoratori che rilevano aziende in crisi.

Nel 2014 per il settimo anno consecutivo il Pil del Mezzogiorno è ancora negativo (-1,3%); il divario di Pil pro capite è tornato ai livelli di 15 anni fa; negli anni di crisi 2008-2014 i consumi delle famiglie meridionali sono crollati quasi del 13% e gli investimenti nell’industria in senso stretto addirittura del 59%; nel 2014 quasi il 62% dei meridionali guadagna meno di 12mila euro annui, contro il 28,5% del Centro-Nord. Questa la fotografia che emerge dal Rapporto SVIMEZ sull’economia del Mezzogiorno 2015 ed è a partire da essa che si è discusso nell'assemblea.
La questione Meridionale è drammaticamente attuale.
Adriano Giannola, presidente dello Svimez
è diretto e chiaro: "Lo Svimez è nato nel '46 con una finalità precisa: illustrare problemi freddamente e proporre soluzioni. Questo dramma lo stiamo descrivendo da 7 anni e siamo nel pieno della crisi strutturale, un problema complesso che riguarda tutta l'Italia. Negli ultimi 20 anni abbiamo esorcizzato il cambiamento dietro il palliativo dei fondi europei, fino allo slogan "aboliamo Mezzogiorno". Confindustria parla di desertificazione delle imprese, di fatti il Mezzogiorno ha perso il 15% del Pil ed è una deriva che trascina tutti. Una tendenza pericolosissima della drammaticità della situazione è l'emigrazione dei giovani che per l'impossibilità di avere "voice" scelgono "exit", fuggono. 
Ecco che il Sud ha un tasso di natalità più basso, perde popolazione e gli stessi immigrati preferiscono il nord. La proposta dello Svimez nel dialogare col Governo è che l'Italia deve riposizionarsi nel mondo globale. Il Mediterraneo è il centro del mondo è una follia che il centro dei traffici sia Rotterdam in un momento storico in cui l'Europa premia chi risparmia. Noi siamo la porta della Europa e approdare nei nostri porti piuttosto che in quelli del nord Europa, significherebbe spendere e inquinare di meno, ma qui non arriva nulla, i porti non funzionano, sono mal attrezzati. Pensiamo al porto di Taranto, ma anche alle risorse dell'agricoltura pugliese che potrebbero essere esportate via mare. L'agricoltura del Sud è una grande forza ignorata. L'altro aspetto è l'energia, importiamo l'85% dell'energia, a confronto dell'Europa che ne importa il 50%. Avremmo energia rinnovabile in abbondanza al Sud, ma non viene sfruttata. Un altro bene insestimabile sono i beni culturali che in Francia, Inghilterra e Germania rappresentano il 20% dell'occupazione giovanile, mentre da noi è un settore che impiega una percentuale minima. Bisognerebbe ragionare non contro il nord ma insieme, riposizionandosi nel quadro europeo".
Carmelo Rollo, Vice Presidente di lega Coop,
concorda con lo Svimez: "Il Mezzogiorno deve essere la leva per il paese. Le Cooperative di comunità possono essere una risposta, ma abbiamo bisogno di confronto con le istituzioni e di strumenti. Vogliamo costruire una storia nuova. Non si deve leggere più che i giovani scappano perché non ci sono opportunità. In questo senso l'Aci è un volano in più per lo sviluppo". "L'Aci è un sogno in cui ho sempre creduto e ho appoggiato", ha sottolineato il ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Giuliano Poletti, che d'altra parte si è soffermato ben poco sui dati Svimez e soprattutto sul sottosviluppo del Mezzogiorno e punta direttamente alle azioni del Governo. "I problemi sono molto grandi, ma partiamo da una situazione che sta migliorando. Sui risultati del piano dell'occupazione c'è qualche dato positivo, ma superare una lunga fase di crisi significa prima di tutto ricostruire l'apparato produttivo, abbiamo bisogno di lavoro, di imprese che si insedino, che crescano e bisogna produrre le condizioni perché questo accada. Ci sono parti del territorio che stanno agganciando la ripresa, altri che non ci riescono vanno sostenuti, e questo lo faremo".
Le soluzioni proposte dal Comune di Napoli
 Il sindaco Luigi De Magistris si sente chiamato in prima persona nella questione meridionale infatti egli stesso ha affermato: "Con i suoi tre milioni e mezzo, la città metropolitana di Napoli è la più densa d'Europa, cuore del Mediterraneo. A Napoli però qualcosa si sta muovendo grazie all'idea di usare la creatività per sperimentare con le cooperative dal basso. Pezzi di città sono abbandonati: chiese, parchi, aree occupate da attività illegali, parcheggi abusivi, beni confiscati. Stiamo lavorando in questi giorni agli atti per concedere tutti questi spazi in comodato d'uso, prima di tutto oltre 30 chiese abbandonate. Inoltre sosteniamo i lavoratori protagonisti di aziende in crisi che si appropriano del loro lavoro come nel caso dell'Edenlandia. Inoltre parteciperemo all'agenda 2016-2020 della Regione Campania, mentre dalla Giunta precedente non eravamo neanche presi in considerazione. La rinascita dell'economia passa attraverso la cultura, l'agricoltura, il turismo. Sono sempre di più i giovani di 20/30 anni che scelgono di aprire piccole attività come beb. Vogliamo snellire la burocrazia per favorire queste esperienze e sostenerle, ma mai più finanziamenti a pioggia. Vogliamo sostenere lo sviluppo delle imprese di comunità e le aziende nate dal basso grazie all'incontro tra pubblico e privato".
La proposta dell'ACI Campania per lo sviluppo
Mario Catalano, presidente di Lega Coop Campania e neoeletto dell'ACI Campania ha chiuso l'interessante convegno, non senza preoccupazioni per la Campania, ma con una speranza nel futuro, partendo dal ruolo giocato dall'ACI: "Noi forniamo una serie di servizi e operazioni che servono allo sviluppo, come sostenere i lavoratori che si mettono insieme per rilevare un'azienda in crisi e le forme di nuova cooperazione ad esempio i giovani che investono il loro futuro nel settore turistico, delle nuove tecnologie e delle aree verdi  della nostra terra. Siamo molto preoccupati perché le giunte che abbiamo avuto fino a questo punto non hanno dato risposte convincenti soprattutto per quanto riguarda l'occupazione, ora abbiamo la speranza che la nuova Giunta riesca a mettere in piedi provvedimenti. Una grande mancanza è stata che la Regione Campania non è stata in grado di spendere i fondi europei, unici finanziamenti certi, attraverso in cui potevamo creare più occupazione. Una delle proposte che faremo alla Regione è di applicare la legge sulla cooperazione, creata 3 anni fa da Caldoro, ma rimasta in un cassetto, per dare sostegno a cooperative neo costituite, giovani che rilevano imprese in crisi. Svimez mette in luce sia il fatto che non c'è occupazione, sia che i giovani del sud una volta finiti gli studi emigrano. Il vero problema è che se continua questa decrescita il sud trascinerà anche il nord nella decrescita, questo lo hanno capito bene in Germania dove hanno sostenuto la rinascita della Germania Est, questo dovrebbe essere fatto anche al Sud ad esempio favorendo una fiscalità agevolata per le imprese che investono al sud e per investimenti nelle infrastrutture che mancano".

Alessandra del Giudice