Albergo dei Poveri: perché è importante una destinazione sociale

1280px Napoli Albergo dei poveri 1L’unica destinazione d’uso possibile per l’Albergo dei Poveri è quella sociale: l’accoglienza dei senza dimora è in linea con la storia e la vocazione di Palazzo Fuga, come del resto stabilisce la Legge Regionale 1980 n. 65 “con cui si obbliga ad assicurare la continuazione delle attività istituzionali per le quali l'Albergo è stato costruito”, vincolandole a una finalità sociale.

Mentre entra nel vivo il dibattitosu quale sia la giusta collocazione di una struttura che da anni aspetta di essere riqualificata – cui sarebbero destinati circa 100 milioni del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) – c’è chi concretamente in questo luogo lavora, e non ha mai smesso di farlo, per garantire un supporto ai poveri della città. 

Tra le realtà del terzo settore attive nella rete dell’Albergo dei Poveri c’è il gruppo di imprese sociali Gesco che, attraverso la cooperativa Dedalus, gestisce per conto del Comune di Napoli il servizio PAG Adulti in Difficoltà, meglio conosciuto come Drop-in, di via Tanucci.  

 LA FINALITÀ SOCIALE: UN DOVERE, UNA MISSIONE 

“Siamo felici di avere appreso di questo finanziamento per ristrutturare Palazzo Fuga anche se lo riteniamo di un importo ancora insufficiente – spiega il presidente di Gesco Sergio D’Angelo - Siamo altresì contenti che si sia aperto un dibattito pubblico sulla sua migliore destinazione d’uso e che vi siano molte ispirazioni, che devono sempre tenere conto però di una destinazione sociale vincolata alla Legge Regionale 65/1980. Perciò non solo ritengo che sia compatibile una destinazione come quella di Centro di Accoglienza per i senza dimora ma credo ci debba essere una implementazione di questa riserva”.

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Ci spiega come saranno implementate queste attività padre Alex Zanotelli che, con il Comitato Albergo dei Poveri, da anni sta pressando l’amministrazione comunale perché si mantenga la finalità sociale di questo luogo, che già i Borbone avevano destinato ai circa 8mila poveri di Napoli. Dopo tanta perseveranza, quel progetto è stato approvato, si tratta solo di trovare i fondi. “Non possiamo dimenticare ciò che era alle origini il Real Albergo dei Poveri con i suoi immensi spazi – spiega Zanotelli – Non possiamo esimerci dal destinare, almeno una parte, a questo scopo”. All’interno del progetto complessivo, nel quale è maturato anche lo spazio docce co-gestito da Gesco e Dedalus, dovrebbero partire a giorni anche il Gabinetto medico e quello legale: “Stiamo tribolando per avere l’approvazione della Sovrintendenza”.

Allo stesso tempo, è in programma la realizzazione di un paio di stanze per dare dignitàai senza dimora, “affinché abbiano la possibilità di sedersi, leggere un giornale, guardare la tv e soprattutto avere un box con la propria chiave per riporre le loro cose e non trascinarsele in giro per la città; dovrebbero esserci anche altre due sale grandi a loro disposizione per l’emergenza freddo”. In un’altra ala dell’enorme edificio, poi, dovrebbe essere realizzato un progetto di co-housing per chi vuole venir fuori dalla strada e avere la possibilità di cominciare una “nuova vita”. Anche questo progetto, insieme a quello di fare del parcheggio di Palazzo Fuga un grande orto urbano, è stato approvato dalla passata amministrazione.

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IL DROP-IN DI VIA TANUCCI

Realizzato da quasi tre anni negli spazi del Real Albergo dei poveri già destinati a Centro di Accoglienza, il Drop-in di Via Tanucci si rivolge a persone senza dimora che versano in stato di povertà estrema o in situazioni di grave difficoltà temporanea. Con sede in Via Tanucci 9, è attivo di giorno con uno spazio docce per i senza dimora aperto dal lunedì al sabato (dalle 9 alle 12; solo il mercoledì dalle 14 alle 17), che funziona anche come guardaroba sociale, lavanderia e riferimento per le residenze anagrafiche e l’accompagnamento ai servizi territoriali. 

Come spiega la coordinatrice delle attività sociali Ernestina Servo: “Questo posto è diventato un punto di riferimento sul territorio, non solo per chi viene e accogliamo anche per una semplice sosta dalla strada, ma anche per tutte quelle associazioni e aziende che vogliono fare del volontariato, ad esempio fornendo dei pasti a chi ne abbia bisogno”.

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Circa 40 le persone che vengono ospitate di giorno, divise più o meno equamente tra stranieri e italiani.

Il Drop-in di Via Tanucci, come ormai lo chiamano gli operatori, oltre che come centro diurno, funziona come servizio notturno, da quando l’assessorato comunale alle Politiche sociali guidato da Luca Trapanese ha deciso di potenziarne le attività da dicembre, in vista dell’emergenza freddo

Da allora offre un posto letto a 15 persone. “In genere sono sempre le stesse persone, quelle che intercettiamo la mattina o attraverso l’Unità mobile di strada”, sottolinea la referente per il privato sociale. Che aggiunge: “Il servizio di notte ha sempre funzionato regolarmente, tranne che per 4 giorni, in cui abbiamo avuto due casi positivi al Covid tra i nostri utenti, ma anche in quei giorni non ha smesso di funzionare la macchina della solidarietà, con la fornitura pastiofferti, tra gli altri, da Fratelli La Bufala”.

Il Drop-in potrebbe essere un modello replicabile in altre zone della città.

“È ragionevole pensare che nei luoghi della città in cui è maggiormente presente la popolazione dei senza dimora, come Piazza Cavour, Galleria Umberto, Piazza Garibaldi, si possano trovare altrettanti spazi di accoglienza come sta avvenendo con lo spazio docce di Via Tanucci. Una alternativa certamente preferibile alla ‘soluzione’ di sgombrare queste persone, se si vuole evitare il rischio che il fenomeno si riproduca a distanza di qualche giorno”, sottolinea Sergio D’Angelo.

M. N.