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venerdì 19 Aprile 2024




A Napoli senza dimora e poveri in aumento già prima della pandemia

coverA Napoli negli ultimi 15 anni povertà ed emarginazione sociale sono andate aumentando: i senza dimora, ad esempio, sono passati dal numero di 500 del 2006 agli oltre 2000 di oggi. Certo la pandemia ha peggiorato la situazione ma la crisi sociale ed economica era già fortemente presente in città. Ne parliamo con Giulio Colella, vicepresidente dell’associazione La Ronda del Cuore che da venti anni assiste i senza dimora e distribuisce pacchi familiari alle famiglie più bisognose della città.

L’associazione fornisce un pasto caldo a circa 200 senza dimora a sera

“Nel consueto giro settimanale incontriamo circa 200 persone, ieri abbiamo distribuito 160 pasti caldi”, racconta il responsabile della Ronda. I volontari, complessivamente oltre 50, si muovono ogni mercoledì sera, in sinergia con altre organizzazioni del territorio, per un tour che parte dal centro storico (piazza Cavour, museo) per attraversare le arterie principali della città (Galleria Umberto, Molo Beverello, piazza del Plebiscito, via Chiatamone, Mergellina) fino ai Campi flegrei, nel quartiere Fuorigrotta, intercettando tutti i luoghi più frequentati dagli homeless.

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Al gruppo strutturato, che si occupa anche dei pacchi alimentari per le famiglie più bisognose del quartiere e dell’organizzazione magazzino per indumenti di vestiario e viveri, si aggiungono i cittadini – circa 30 - che volontariamente preparano da mangiare, non solo pasti caldi ma anche panini e dolci. “Nella quotidianità offriamo un pasto caldo, un panino, una bottiglia d’acqua, un frutto e un dolcino, più quello che ci possono mettere a disposizione i volontari esterni che collaborano con noi. In alcune zone portiamo anche indumenti più strettamente necessari, soprattutto intimo e scarpe”.

Gli indumenti che servono di più, a parte l’intimo, sono capi pratici e caldi, come giubbotti, pullover, jeans, scarpe da ginnastica (per informazioni su possibili donazioni di vestiario consultare la pagina Facebook dell’associazione La Ronda del Cuore). 

I senza dimora crescono di anno in anno, tra loro sempre di più italiani

Nel periodo pandemico, l’associazione ha organizzato un’altra iniziativa: “Ci siamo presi cura di circa 100 famiglie che erano in difficoltà in piena pandemia perché, sebbene il Vomero sia un quartiere non molto povero, ci sono comunque famiglie che hanno bisogno. Ora raggiungiamo regolarmente, con i pacchi alimentari, circa 50 famiglie”, racconta Giulio Colella. Che aggiunge “Ora sono in pensione e mi posso dedicare di più a questa attività ma in questi 15 anni ho visto purtroppo crescere esponenzialmente il fenomeno della povertà. Basti pensare che nel 2005 incrociavo 60/70 persone massimo a sera, ora ne incontriamo circa 200”.

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Si è passati dai 500 senza dimora presenti in città del 2006 ai circa 2000 di oggi, di cui la maggior parte maschi: oltre ad essere aumentato il numero delle persone che vivono per strada, è anche cambiato il target. Prima erano soprattutto stranieri, perlopiù cittadini dell’est, oggi il 50% dei clochard è rappresentato da italiani; l’altro 50 da africani, principalmente magrebini. Complice, certamente, la pandemia che però si è insinuata nella crepa di una profonda crisi sociale ed economica già in atto. 

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L’associazione La Ronda del Cuore

Fondata nel 1994, l’associazione La Ronda del Cuore è una delle più antiche realtà, dopo la Comunità di Sant’Egidio, radicate in città e vicine agli ultimi. L’organizzazione di volontariato è nata per iniziativa del toscano Paolo Coccheri, recentemente scomparso, che dopo una carriera nel teatro decise di dedicarsi ai poveri, fondando circa 40 Ronde della solidarietà nelle principali città italiane, tra cui La Ronda del Cuore di Napoli. L’associazione nel 2000 viene accolta dalla Parrocchia S. Giovanni Battista dei Fiorentini al Vomero, in piazza degli Artisti (dove dal 2005 ha anche sede legale) che la sostiene attraverso una raccolta fondi mensile tra i fedeli: il ricavato viene devoluto alle attività a sostegno dei senza fissa dimora della città.

Maria Nocerino

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