Illuminare di viola luoghi pubblici e privati in occasione della Giornata mondiale per la lotta al tumore al pancreas che ricorre il prossimo 18 novembre. Una iniziativa organizzata dall'associazione “Nastro Viola” che opera su tutto il territorio per far luce su una patologia che presenta in assoluto la più bassa sopravvivenza oncologica.  

Secondo i dati diffusi dalla Rete Oncologica Campana (edizione 2021), in Italia, infatti, la sopravvivenza a 5 anni dalla diagnosi è pari al 7% negli uomini e al 9% nelle donne. E in Campania coincide con quella rilevata a livello nazionale, sia negli uomini sia  nelle donne. La stima al 2020 dei nuovi casi di tumori del pancreas nella nostra regione indica un tasso di incidenza di 13.7 per 100mila negli uomini e 11.4 per 100mila nelle donne, con 833 nuovi casi attesi (420 uomini e 413 donne).

Dal fumo all'obesità: i fattori di rischio

Ma quali sono i fattori di rischio associati alla possibilità di sviluppo di carcinoma pancreatico? Tra questi, il fumo di sigarette e una cattiva alimentazione. In particolare, i fumatori presentano un rischio di incidenza da doppio a triplo rispetto ai non fumatori. La proporzione di carcinoma pancreatico attribuibile al fumo è del 20-30% nei maschi e del 10% nelle femmine.

L’obesità, la ridotta attività fisica, l’alto consumo di grassi saturi e la scarsa assunzione di verdure e frutta fresca sono correlati a un più alto rischio di contrarre la neoplasia. Ma non solo. Altri fattori di rischio sono rappresentati dalla pancreatite cronica e dal diabete mellito. Infine, fino al 10% dei pazienti con tumori pancreatici evidenzia una storia familiare specifica, che in alcuni casi è possibile spiegare nel contesto di alcune sindromi: Peutz-Jeghers (rischio di oltre 100 volte), quella familiare con nevi atipici multipli e melanoma (20-30 volte), la mutazione del gene BRCA2 (3-10 volte), la pancreatite ereditaria (10 volte), e la sindrome di Lynch.

Ittero e perdita di peso: i sintomi

Purtroppo, il tumore del pancreas in fase precoce non dà segni particolari. E anche quando sono presenti, si tratta di disturbi piuttosto vaghi, che possono essere interpretati in modo errato sia dai pazienti sia dai medici. Per questi motivi la diagnosi spesso viene fatta quando la malattia è già estesa. Sintomi più chiari, che variano a seconda della zona del pancreas dove il tumore si è sviluppato, compaiono quando la massa ha iniziato a diffondersi agli organi vicini e ha bloccato i dotti biliari. Possono così manifestarsi perdita di peso e di appetito, ittero (colorazione gialla degli occhi e della pelle), urine scure,  dolore nella parte superiore dell'addome o nella schiena, debolezza, nausea,  vomito. Una percentuale di malati che va dal 10 al 20 per cento può essere colpita anche da diabete.

Nonostante quello al pancreas rappresenti la terza causa di morte per tumore, non se ne parla ancora abbastanza e la ricerca stenta a decollare per mancanza di fondi. Dai dati del cancro 2021 pubblicati da Airtum, Associazione Italiana Registri Tumori, emerge che il tumore del pancreas ha superato quello al seno per numero di morti: sono 12.900 nel primo caso, 12.500 nel secondo. Eppure il tumore del pancreas riceve solo un sesto dei finanziamenti della ricerca del tumore del seno.

E proprio per accendere i riflettori su questa neoplasia, numerose realtà associative sono impegnate in prima linea realizzando iniziative di sensibilizzazione. È il caso della campagna nazionale “Facciamo luce sul tumore al pancreas”, cui i comuni interessati possono aderire contattando l'associazione “Nastro Viola”a info@nastroviola.org. Anche quest'anno la Reggia di Caserta si colorerà di viola in occasione della Giornata Mondiale del Tumore al Pancreas per attirare l’attenzione pubblica sul tema e per sottolineare la necessità di maggiore supporto alla ricerca.

Donatella Alonzi