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Martedì 16 Aprile 2024




Whirlpool, il Tribunale di Napoli dice no al ricorso dei sindacati

Whirlpool copiaEnnesima batosta per gli operai della Whirlpool. Il Tribunale di Napoli ha rigettato la richiesta di «condotta antisindacale» presentata dalle organizzazioni sindacali dei metalmeccanici, Fim, Fiom, Uilm, contro la multinazionale americana per il licenziamento collettivo dei lavoratori dello stabilimento di via Argine, nell'area est della città.

In particolare, nel decreto si legge: «Deve ritenersi che non sia espressione di antisindacalità il comportamento avuto dalla resistente che non ha proseguito sin dal maggio del 2019 negli investimenti, così come previsto dal piano, e che ha cessato l’attività produttiva nel sito dal primo novembre 2020».

Secondo il giudice del lavoro si tratta di «scelte costituenti, estrinsecazione del diritto di libertà di iniziativa economica previsto in Costituzione che, sebbene possa subire limiti per esigenze di carattere sociale, non può essere vincolato se non per volontà dell’avente diritto. Deve pertanto rigettarsi allo stato degli atti la domanda principale proposta».

Whirlpool 2

Il decreto di rigetto del ricorso, firmato dal giudice Maria Rosaria Lombardi, secondo cui la società ha agito nel rispetto delle norme, è arrivato questa mattina poco dopo l'inizio dell'assemblea di fabbrica convocata dai sindacati al sito di Napoli. Una sentenza pesante che spegne le ultime speranze di bloccare la procedura avviata dall'azienda che proprio ieri ha inviato le prime lettere di licenziamento dei 320 operai dello stabilimento campano, confermando fino a fine novembre anche l'incentivo di 85mila euro per l'esodo volontario la possibilità di mantenere il posto con il trasferimento a Varese nell'unità operativa di Cassinetta di Biandronno.

«Con la presente - si legge in una delle lettere inviate ai lavoratori e reso noto dalla Fiom Campania  - le comunichiamo il recesso della nostra società dal rapporto di lavoro con lei intercorrente con effetto immediato al ricevimento della presente, esonerandola dal prestare attività lavorativa durante il periodo di preavviso contrattualmente a lei spettante».

Ma per le parti sociali, la lotta non si ferma. «L'assemblea di oggi dopo la lettera inviata dall'azienda  – spiega Rosario Rappa, segretario generale Fiom Napoli –  ha riconfermato che la lotta continua. Per noi l'obiettivo di garantire la ripresa lavorativa nello stabilimento di via Argine è il mandato che abbiamo ricevuto dalle lavoratrici e dai lavoratori. Adesso è necessario e urgente che il Governo convochi il tavolo con i ministri Orlando e Giorgetti per trovare le modalità per dare continuità occupazionale ai lavoratori e accelerare il percorso di costituzione e discussione del piano industriale del consorzio».

Martedì scorso ancora una fumata nera dal vertice al Mise, con nuove accuse dalle organizzazioni dei metalmeccanici all'azienda e al governo.

«Gli operai - commenta Sergio D'Angelo, consigliere comunale di Napoli Solidale - perdono il posto di lavoro e il Governo la faccia. Ottocento giorni non sono stati sufficienti a trovare una soluzione accettabile. Il Governo non è riuscito ad assicurare ciò che poteva essere garantito, e cioè chiedere a Invitalia, piuttosto che all'Anpal, di costituire un contenitore nel quale far transitare i lavoratori e le lavoratrici in attesa che un progetto imprenditoriale adeguato fosse messo a punto. Un progetto che consentisse loro di prolungare il periodo di cassa integrazione, scongiurando il licenziamento pervenuto in maniera puntuale».

Donatella Alonzi 

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