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Sabato 20 Aprile 2024




Violenza di genere, a Napoli le “Forti guerriere” scendono in campo

Violenza di genereUccise perché non ci si rassegna alla fine di una storia. Uccise per gelosia, disprezzo, piacere o senso di possesso. Sono le donne vittime di femminicidio, un fenomeno che in Italia non accenna a diminuire in questo 2021. Secondo l'ultimo report del Viminale, dei 199 delitti che si sono consumati nei primi mesi dell'anno, 84 sono di  donne. In Campania, sono sei i nomi che compongono questa lunga lista nera.

Nella maggior parte dei casi si tratta di omicidi che avvengono all’interno delle mura domestiche,  in ambito familiare, oppure  all’interno di relazioni sentimentali instabili, per nulla sane. 

E nel 2020 non è andata meglio. Dagli ultimi dati Eures si evince che l'anno scorso è stato “nero” sotto questo profilo a causa del lockdown.  Analizzando la "correlazione tra convivenza e rischio omicidiario" è infatti emerso che i lunghi mesi di chiusura forzata a casa hanno modificato i profili di rischio del fenomeno, aumentando quello nei rapporti di convivenza e riducendolo negli altri casi. In particolare, nel confronto tra i dieci mesi del 2019 e il medesimo periodo del 2020, il numero dei femminicidi familiari con vittime conviventi è salito da 49 a 54 (+10,2%), mentre è sceso da 36 a 26 quello delle vittime non conviventi (-27,8%).

Numero verde antiviolenza 1522, in aumento le chiamate

In aumento anche le segnalazioni arrivate al numero antiviolenza 1522, istituito nel 2006 dal Dipartimento per le Pari Opportunità, con operatrici specializzate nel supporto alle richieste di aiuto.

Secondo i dati pubblicati dall’Istat nel Rapporto sui Sustainable Development Goals (SDGs), nel 2020 più di 49 donne ogni 100.000 si sono rivolte al numero verde 1522 perché vittime di violenza: nel 2019 la cifra era di circa 27. Un aumento, quello delle chiamate, che è stato diffuso tra tutte le regioni. Il tipo di violenza più segnalato è quella psicologica che quasi sempre si accompagna a quella fisica. In Campania si è attestata al 44,4.

Forti Guerriere, quando l'io diventa noi

Da Nord a Sud, sono numerose le realtà associative impegnate in prima linea per sostenere le vittime di violenza di genere. A Napoli, una squadra di donne, mogli, mamme è scesa in campo,  nel nome Fortuna Bellisario, ammazzata dal marito il 7  marzo 2019. Donne a sostegno di altre donne che hanno dato vita all'associazione “Forti Guerriere” nel quartiere Sanità. Donne sentinelle, il cui impegno  è stato riconosciuto con l'assegnazione del “Premio Responsabilità Sociale Amato Lamberti” 2021 per la Cittadinanza.

GUARDA L'INTERVISTA

«L'associazione – spiega la presidente Simona Cappella - nasce a seguito dell'uccisione di Fortuna Bellisario da parte del marito. All'indomani di questo tragico evento le amiche, le donne del quartiere decidono finalmente di ribellarsi e di non voler più vedere donne morte nel quartiere e in tutta la città di Napoli. E quindi decidono di partire dal basso per cominciare a cambiare un'ottica che è quella che vede la donna sempre silenziosa, sempre zitta, a subire violenze psicologiche, economiche e affettive in un quartiere in cui in genere non si denuncia e non ci si rivolge alle istituzioni perché si risolve sempre tutto dal punto di vista familiare. Dopo questo ennesimo episodio di estrema violenza, le donne del quartiere decidono di ribellarsi a questa logica e di fondare un'associazione che alla denuncia e quindi verso la legalità e verso un riscatto sociale vedendolo possibile. Sono tutte donne con forti storie di fragilità, ma che hanno deciso di trasformare l'io in noi e quindi di diventare forti insieme».

La storia di Fortuna Bellisario

Vittima di femminicidio, Fortuna Bellisario è stata uccisa a Napoli dal marito, dopo essere stata picchiata con violenza, il 7 marzo del 2019. Per l'omicidio, Vincenzo Lo Presto, 43 anni, è stato condannato a 30 anni di reclusione dalla IV sezione della Corte di Assise di Appello di Napoli. La condanna per il marito assassino è stata triplicata, poiché Lo Presto, in primo grado, era stato condannato a 10 anni per omicidio preterintenzionale, con una sentenza che aveva fatto molto discutere.

Donatella Alonzi

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