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Giovedì 18 Aprile 2024




Fermare l’escalation delle morti sul lavoro: la sfida parte da Napoli

morti sul lavoroAumentano le morti sul lavoro, le denunce di infortunio e malattia professionale. L’incremento riguarda soprattutto il Sud e interessa le fasce più giovani della popolazione di lavoratori.

Nello specifico, le denunce di infortunio sul lavoro presentate all’Inail tra gennaio e luglio sono state 312.762 (+8,3% rispetto allo stesso periodo del 2020), 677 delle quali con esito mortale (-5,4%); crescono anche le patologie di origine professionale denunciate (33.865, +34,4).

Si tratta di dati sottostimati a causa dell’emergenza Coronavirus.

Un quadro critico quello che sarà presentato nel corso della manifestazione “HSE Symposium” dedicata a sicurezza sul lavoro, ambiente e salute - ideata ed organizzata dal Dipartimento di Sanità Pubblica dell’Università degli Studi Federico II, dall'Associazione Europea per la Prevenzione, con il supporto di INAIL Campania, di Ebilav/Ente Bilaterale Nazionale e di Fondolavoro - in programma a Napoli venerdì 29 e sabato 30 ottobre.

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SALUTE, SICUREZZA SUL LAVORO E AMBIENTE: HSE SYMPOSIUM

“Abbiamo il dovere di affrontare il tema della sicurezza dei lavoratori con determinazione e con rigore” questa la ferma esortazione del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, pronunciata in un suo intervento alle celebrazioni dello scorso 2 giugno, nel condividere pubblicamente il suo dolore per l’ennesima morte sul lavoro. Determinazione e rigore ma anche condivisione, partecipazione e ricerca sono gli elementi fondativi della terza edizione del simposio che si svolgerà, in concomitanza con la Settimana europea per la sicurezza e la salute sul lavoro (European Week for Safety and Health at Work 2021) nell’Aula Magna “Gaetano Salvatore” della Scuola di Medicina e Chirurgia dell’Università Federico II al Secondo Policlinico di Napoli nella due giorni di fine ottobre.

“Da oltre quattro anni – sottolineano i promotori – abbiamo deciso di affrontare insieme l’argomento e le problematiche ad esso connesse ampliando a tutte le componenti della nostra società sia il contesto di analisi che la ricerca di soluzioni condivise. La forza dell’HSE Symposium è quella di riuscire a mettere in rete ben 22 Atenei italiani e di unire allo stesso tavolo esponenti del governo, della magistratura, della chiesa, delle università italiane, della stampa, delle istituzioni locali e nazionali, degli organismi di tutela e controllo, fino ai rappresentanti dei lavoratori e dei loro datori di lavoro. La sicurezza, la salute, il rispetto delle regole è un assunto imprescindibile di ogni civiltà e solo con un intervento condiviso da tutti si riuscirà ad invertire la tragica sequenza cui quotidianamente assistiamo”. 

HSE Symposium è un’occasione di confronto e di definizione di strategie concrete e innovative per un mondo del lavoro in continuo fermento. Per questo motivo, una particolare attenzione è dedicata agli studi realizzati dai ricercatori italiani, ed in special modo a quelli prodotti da giovani. A questi ultimi, tecnici e ricercatori under 35, è stato riservato un “concorso per idee” attivato da HSE Symposium che ha chiesto e accolto progetti e proposte sui temi trattati.  Per il 2021 la segreteria organizzativa del simposio ha registrato circa 50 progetti. Di questi ben 34 sono stati ritenuti meritevoli di pubblicazione. Tra questi ci sono gli studi inviati dai ricercatori Under 35, formati negli Atenei italiani aderenti all’HSE Symposium, che concorreranno poi all’assegnazione di borse di studio istituite da Ebilav e Fondolavoro ed attribuite dalla Commissione Scientifica di HSE Symposium.

I DATI DELL’INAIL

Le denunce di infortunio

Il confronto tra i primi sette mesi del 2020 e del 2021 richiede molta prudenza ed è da ritenersi ancora poco significativo a causa della pandemia che nel 2020 ha provocato, soprattutto per gli infortuni mortali, una manifesta “tardività” nella denuncia, anomala ma rilevantissima, generalizzata in tutti i mesi ma amplificata soprattutto a marzo 2020, mese di inizio pandemia, che ne inficia la comparazione con i mesi del 2021. Ciò premesso, nel periodo gennaio-luglio di quest’anno si registra, rispetto all’analogo periodo del 2020, un aumento delle denunce di infortunio in complesso, un decremento di quelle mortali e una risalita delle malattie professionali.

Le denunce di infortunio sul lavoro presentate all’Inail entro lo scorso mese di luglio sono state 312.762, quasi 24mila in più (+8,3%) rispetto alle 288.873 dei primi sette mesi del 2020, sintesi di un decremento delle denunce osservato nel trimestre gennaio-marzo (-10%) e di un incremento nel periodo aprile-luglio (+29%) nel confronto tra i due anni. I dati rilevati al 31 luglio di ciascun anno evidenziano nei primi sette mesi del 2021 un aumento a livello nazionale degli infortuni in itinere, occorsi cioè nel tragitto di andata e ritorno tra l’abitazione e il posto di lavoro (+18,9%, da 33.204 a 39.480 casi), che sono diminuiti del 33% nel primo bimestre di quest’anno e aumentati del 66% nel periodo marzo-luglio (complice il massiccio ricorso allo smart working nello scorso anno, a partire proprio dal mese di marzo), e un incremento del 6,9% (da 255.669 a 273.282) di quelli avvenuti in occasione di lavoro, che sono calati del 10% nel primo trimestre di quest’anno e aumentati del 25% nel quadrimestre aprile-luglio. Dall’analisi territoriale emerge una diminuzione delle denunce soltanto nel Nord-Ovest (-4,5%), al contrario delle Isole (+16,5%), del Centro (+15,2%), del Sud (+15,0%) e del Nord-Est (+14,0%).

Tra le regioni si registrano decrementi percentuali solo in Valle d’Aosta, Piemonte, Provincia autonoma di Trento e Lombardia, mentre gli incrementi percentuali più consistenti sono quelli di Molise, Basilicata e Campania. L’aumento che emerge dal confronto dei primi sette mesi del 2020 e del 2021 è legato alla sola componente maschile, che registra un +15,4% (da 173.283 a 199.933 denunce), mentre quella femminile presenta un decremento del 2,4% (da 115.590 a 112.829). L’incremento ha interessato sia i lavoratori italiani (+7,5%) sia quelli extracomunitari (+14,8%) e comunitari (+2,2%). L’analisi per classi di età mostra un calo solo tra i 15-19enni (-3,7%), con incrementi per la fascia tra i 20 e i 49 anni (+9,7%) e tra gli over 50 (+3,3%).

Le morti sul lavoro

Le denunce di infortunio sul lavoro con esito mortale presentate all’Istituto entro il mese di luglio sono state 677, 39 in meno rispetto alle 716 registrate nei primi sette mesi del 2020 (-5,4%). Il confronto tra il 2020 e il 2021, come detto, richiede però cautela, in quanto i dati delle denunce mortali degli open data mensili, più di quelli delle denunce in complesso, sono provvisori e influenzati fortemente dalla pandemia da Covid-19, con il risultato di non conteggiare un rilevante numero di “tardive” denunce mortali da contagio, in particolare relative al mese di marzo 2020.

Ciò premesso, a livello nazionale i dati rilevati al 31 luglio di ciascun anno evidenziano per i primi sette mesi di quest’anno un aumento solo dei casi avvenuti in itinere, passati da 113 a 134 (+18,6%), mentre quelli in occasione di lavoro sono stati 60 in meno (da 630 a 543, -10,0%).

La gestione Industria e servizi è l’unica a fare registrare un segno negativo (-10,3%, da 630 a 565 denunce mortali), al contrario dell’Agricoltura, che passa da 55 a 76 denunce, e del Conto Stato (da 31 a 36).

Dall’analisi territoriale emerge un aumento nel Sud (da 141 a 192 casi mortali), nel Nord-Est (da 136 a 147) e nel Centro (da 128 a 129). Il numero dei decessi, invece, è in calo nel Nord-Ovest (da 265 a 169) e nelle Isole (da 46 a 40). Il decremento rilevato nel confronto tra i primi sette mesi del 2020 e del 2021 è legato sia alla componente femminile, i cui casi mortali denunciati sono passati da 72 a 67 (-6,9%), sia a quella maschile, che è passata da 644 a 610 casi (-5,3%). Il calo riguarda le denunce dei lavoratori italiani (da 609 a 582) e comunitari (da 38 a 23), mentre quelle dei lavoratori extracomunitari passano da 69 a 72. Dall’analisi per età emergono incrementi per le classi 20-29 anni (+7 casi) e 40-54 anni (+38), e decrementi in quelle 30-39 anni (-8 casi) e over 55 (-77 decessi, da 382 a 305).

Le denunce di malattia professionale

Le denunce di malattia professionale protocollate dall’Inail nei primi sette mesi del 2021 sono state 33.865, 8.660 in più rispetto allo stesso periodo del 2020 (+34,4%), sintesi di un calo del 26% nel periodo gennaio-febbraio e di un aumento del 77% in quello di marzo-luglio, nel confronto tra i due anni. Le patologie denunciate tornano quindi ad aumentare, dopo un 2020 condizionato fortemente dalla pandemia con denunce in costante decremento nel confronto con gli anni precedenti. Lo scorso anno, infatti, i vari arresti e ripartenze delle attività produttive hanno ridotto l’esposizione al rischio di contrarre malattie professionali. Allo stesso tempo lo stato di emergenza, le limitazioni alla circolazione stradale e gli accessi controllati a strutture sanitarie di vario genere hanno disincentivato e reso più difficoltoso al lavoratore la presentazione di eventuali denunce di malattia, rimandandole al 2021.

L’incremento registrato tra gennaio e luglio di quest’anno ha interessato tutte le aree territoriali del Paese: Nord-Ovest (+25,4%), Nord-Est (+42,0%), Centro (+39,3%), Sud (+36,1%) e Isole (+10,5%). In ottica di genere si rilevano 6.133 denunce di malattia professionale in più per i lavoratori, da 18.546 a 24.679 (+33,1%), e 2.527 in più per le lavoratrici, da 6.659 a 9.186 (+37,9%). Aumentano sia le denunce dei lavoratori italiani, che sono passate da 23.459 a 31.368 (+33,7%), sia quelle dei comunitari, da 595 a 797 (+33,9%), e degli extracomunitari, da 1.151 a 1.700 (+47,7%).  Le patologie del sistema osteo-muscolare e del tessuto connettivo, del sistema nervoso e dell’orecchio continuano a rappresentare, anche nei primi sette mesi del 2021, le prime tre malattie professionali denunciate, seguite da quelle del sistema respiratorio e dai tumori.

Ulteriori informazioni e programma completo della due giorni: www.hsesymposium.it

M. N.

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