Le botteghe di San Gregorio Armeno: «Ripartire dal turismo»

San Gregorio ArmenoUn'unica voce per uscire dalla crisi causata dalla pandemia. È quella dell'associazione di promozione sociale “Le botteghe di San Gregorio Armeno” che  riunisce gli artigiani della strada dei presepi di Napoli famosa in tutto il mondo. Obiettivo, valorizzare l'arte presepiale e promuovere  il sito attraverso una serie di eventi e progetti.  L'associazione nasce ad agosto 2020 in seguito alla pandemia di Covid-19 e la conseguente assenza di turismo che ha causato gravi danni economici alle botteghe, molte delle quali a rischio chiusura.

«L'idea di unirci in un unico corpo – racconta il presidente Gabriele Casillo - è nata durante il primo lockdown, quando abbiamo creato una chat comune di tutte le botteghe con lo scopo di dialogare. Col trascorrere dei mesi, abbiamo pensato di metterci insieme, così abbiamo creato l'associazione di promozione sociale “Le botteghe di San Gregorio Armeno”. Trentasei botteghe che si sono unite per iniziare una battaglia con l'obiettivo di far capire a Napoli, alla Campania, all'Italia e al mondo intero che stavamo in sofferenza e stavamo perdendo un valore, una tradizione che doveva essere salvaguardata. Purtroppo quel periodo di lockdown molte delle nostre botteghe hanno rischiato di morire».

 

«Oggi – spiega Vincenzo Capuano di Fratelli Capuano dal 1840 - si ricominicia a vedere un po' di turisti. Ed era ora perché San Gregorio Armeno è una stradina riconosciuta tra le prime dieci di tutto il mondo. Noi eravamo abituati a vedere centinaia di migliaia di persone. Per percorrere due metri in questa stradina ci volevano 20 minuti. Poi siamo passati proprio al deserto completo. Oggi vediamo un inizio di turismo e speriamo che arriveremo a dicembre con una bella affluenza di persone. Speriamo di ricominciare una vita normale. San Gregorio la immagino come quella stradina che ha sempre attratto tantissime persone. L'aspetto positivo è che oggi siamo più organizzati, perché unendoci in un'associazione non siamo più individualisti: insieme siamo più forti».

Donatella Alonzi