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Tessere fili per tessere nuove trame di vita. Un gruppo di donne seguite nei loro percorsi di uscita dalla violenza dalla cooperativa sociale EVA sono diventate sarte esperte e ora realizzano eleganti kimoni e copricapi di una seta pregiata destinati all’alta moda.
Succede a Casal di Principe, dove, in un bene confiscato alla camorra, è nato il laboratorio di sartoria “EvaLab”, un tassello del progetto più generale “Sete e moda contro la violenza” (ASSE II - OBIETTIVO SPECIFICO 11 AZIONE 9.6.4 DEL P.O.R. CAMPANIA FSE 2014- 2020) nato per valorizzare il buon uso dei beni confiscati e realizzato da un virtuoso partenariato tra la cooperativa del gruppo Gesco, il consorzio San Leucio Textile, le associazioni Co2, DaSud, ALTS, con il prezioso contributo dell’Accademia di belle Arti di Napoli.
“I prodotti sono realizzati a mano da donne coraggiose, sopravvissute alla violenza maschile. Al momento sono tre, due italiane e una nigeriana. Una è già stata stabilizzata con un contratto, perché aveva terminato la borsa lavoro. Lo scopo è quello di sostenere l'autonomia economica di queste donne”, spiega la coordinatrice Lella Palladino, già presidente della coop, impegnata da sempre nella prevenzione e nel contrasto della violenza di genere, operativa sul territorio campano con 5 centri antiviolenza e attraverso progetti di inclusione sociale e lavorativa come le Ghiottonerie di Casa Lorena.
Le donne coinvolte nel progetto sono state opportunamente formate a creare questi capi speciali dalle sarte del Teatro San Carlo. La forma kimono è stata scelta come elemento di sintesi fra gli spazi geografici e, al contempo, eletta per rispondere alla necessità di costruire un capo universale per confort ed eleganza: la struttura è semplice ma di rigorosa esecuzione, sofisticata nel design e liberatoria nella vestibilità.
La collezione è stata disegnata dagli studenti di Fashion Design delle Belle Arti che, sotto la guida della professoressa Maddalena Marciano, si sono ispirati all’idea del viaggio attraverso i continenti.
Le sete di San Leucio, il prezioso tessuto nato durante il regno di Ferdinando IV di Borbone a Caserta, destinate all’arredamento tessile, diventano così capi esclusivi. I kimoni e gli accessori, infatti, saranno commercializzati nel circuito dell’alta moda: il progetto è già piaciuto a un grande marchio.
Il progetto rappresenta una buona prassi da molti punti di vista: per lo sviluppo locale, per la promozione dell'economia sociale, della legalità e della sostenibilità ambientale. Attenzione all’ambiente su cui insiste la Palladino: “Ogni fase del processo, dalla produzione alla commercializzazione, è realizzata senza sprechi, nel rispetto dei lavoratori e con materiali riciclabili. È riciclata l’etichetta, la confezione è rappresentata da una borsetta di lino, quindi un sacchetto di materiale naturale”.
I primi modelli della collezione potranno essere ammirati anche in una mostra allestita presso gli Appartamenti Reali alla Reggia di Caserta dal titolo “Sete di Libertà - Stili e visioni di donne contro la violenza”. Il progetto e la mostra saranno presentati oggi, alle 10.30, presso la Sala degli Incontri d'arte della Reggia di Caserta. La mostra resterà visitabile presso gli Appartamenti Reali fino al 25 luglio.
M. N.